Patto Coloniale Francia/Africa, sanguisuga fin dal passato

Negli ultimi giorni come tutti hanno potuto leggere e sentire, il primo uomo di Francia E. Macron definisce l’Italia cinica e vomitevole riguardo la scelta presa nel bloccare la ong Aquarius.

La Francia quando si parla di ospitare migranti è l’ultima che potrebbe fare la morale all’Italia, ma noi non parleremo di questo, ma ben si di 14 scheletri nell’armadio francese che hanno origini un pò più lontane.

Gli scheletri nell’armadio

Nel 19° secolo, la Francia ha istituito un nuovo impero in Africa e nel sudest asiatico. La conquista di un Impero francese in Africa fu presentato come una crociata morale. Nel 1886, Jules Ferry dichiarava:

“Le razze superiori hanno un diritto sulle razze inferiori, e un dovere di civilizzarle”. 

La Francia concentrò il controllo della maggior parte dell’Africa occidentale.

Dopo la prima guerra mondiale e anche dopo la seconda, i movimenti anti-coloniali cominciarono a sfidare l’autorità europea e la Francia , la maggior parte delle colonie francesi ottennero l’indipendenza, ma tuttavia alcuni territori, in particolare le isole e gli arcipelaghi, furono integrati alla Francia come dipartimenti e territori di oltremare.

La missione civilizzatrice della Francia lasciò segni indelebili sui suoi ex territori. Sebbene i paesi africani francofoni avessero acquisito delle forme statali e il riconoscimento dell’indipendenza, continuarono ad essere il terreno di caccia della Francia.

Contrariamente alle aspettative, l’indipendenza non intaccò l’assimmetria delle relazioni che la Francia aveva imposto alle sue ex colonie.

Attraverso una rete di connessioni, link, accordi e patti, la Francia riuscì a garantire una “indipendenza dipendente” che continua a perseguitare gli Stati africani.

patto coloniale

Poco prima che la Francia rispose alle richieste di indipendenza negli anni 60, organizzò meticolosamente le sue ex colonie (paesi CFA) in un sistema di “solidarietà compulsiva” che consisteva nell’obbligare i 14 stati africani a mettere a riserva il 65% della loro valuta estera nel Tesoro francese oltre a un’altra fetta del 20% di passività.

Significa che questi 14 paesi accedono solo al 15% della loro stessa moneta!! Se hanno bisogno di più moneta, devono prendere in prestito la loro moneta alla Francia a tassi commerciali! ! Ed è stato così sin dagli anni 60.

Quindi questi stati africani sono contribuenti francesi, tassati a tassi vertiginosi, eppure i cittadini di questi paesi non godono della cittadinanza francese e non hanno accesso ai beni e ai servizi pubblici che loro stessi contribuiscono a produrre con i loro redditi.

CFA (Communauté Financière d’Afrique – French Community of Africa)

Il Prof. Mamadou Koulibaly, Relatore dell’assemblea ivoriana nazionale e Docente di economia mette a fuoco la devastazione economica causata agli stati membri africani del CFA  attraverso l’aggancio costante alla moneta francese, prima il franco e adesso l’euro:

Ma le autorità francesi hanno metodicamente tentato di cancellare dagli statuti della Banca centrale africana quelle misure talvolta preventive tendenti ad evitare una situazione in cui il conto operazioni diventasse indebitato su base permanente.

Qualsiasi soggetto sensibile sulle operazioni del franco CFA viene classificato segreto di stato e solo i funzionari del Tesoro sono in grado di fornire l’esatto importo di moneta appartenente ai paesi della zona franco detenuto nel conto operazioni.

Solo questi alti ufficiali possono rivelare il tasso di retribuzione e il costo di mantenimento di tale conto. Tutto il sistema è circondato da segretezza, opacità e autoritarismo.

Le economie della zona CFA sono fragilissime: gli effetti causati dal meccanismo operativo del franco CFA sono asimmetriche: i paesi più spendaccioni possono utilizzare le loro riserve estere fornite da altri paesi più prudenti.

La solidarietà monetaria della zona CFA avvantaggia i più ricchi di loro e incoraggia lo sfruttamento dei più poveri della zona. L’esistenza di un sistema stabile e unificato monetario non ha portato all’emergere di un sistema bancario finanziario efficiente nei paesi CFA.

Delle 107 banche della zona, 42 sono state dichiarate in bancarotta nel 1990. La rete bancaria ricostituita dopo è molto dipendente dalle banche della Francia metropolitana.

La Francia incoraggia i paesi CFA a vivere al di sopra dei loro mezzi. La differenza tra il Gabon, uno Stato membro della zona CFA le cui riserve in valuta estera sono depositate in Francia e il Ghana non membro del CFA che ha la sua moneta, o tra il Camerun e il Kenya, il Benin e la Tunisia è che lo stato patrimoniale parla da solo.

patto coloniale

Le immagini di questo articolo sono state prese dal web ai fini illustrativi

Sorgente: The Colonial Pact: How France Sucks the Life out of Africa

web site: BorderlineZ

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