Incendio alle baraccopoli dei migranti di San Ferdinando, una vittima
Rogo, scoppiato durante la notte, muore un 29enne senegalese Moussa Ba. All’origine forse un fuoco acceso per scaldarsi. Salvini: basta abusi e illegalità.
L’incendio è scoppiato la notte scorsa nella baraccopoli di San Ferdinando, sito nella piana di Gioia Tauro, dove vivono ormai da tempo numerosissimi migranti. Purtroppo il rogo oltre a distruggere una ventina di baracche ha causato la morte del 29enne senegalese Moussa Ba.
Non è la prima volta che a San Ferdinando scoppiano roghi, infatti il sito ha vissuto almeno altri due incendi nell’ultimo anno. Quindici migranti sono rimasti senza un tetto per cui sono stati trasferiti nella nuova tendopoli gestita dal Comune di San Ferdinando.
Il Ministro Salvini ha commentato:
“Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando … l’avevamo promesso e lo faremo, illegalità e il degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa”.
Identificazione della vittima
L’identificazione del corpo è avvenuta la mattina seguente dopo che inizialmente alcuni migranti avevano indicato la vittima come Aldo Diallo, un uomo che mancava all’appello ma che è poi stato rintracciato.
A quanto pare all’origine dell’incendio potrebbe esserci uno dei tanti fuochi accesi dagli stessi migranti per riscaldarsi , secondo gli investigatori una scintilla avrebbe provocato le fiamme che si sono rapidamente propagate tra le baracche ( fatte con legno e plastica).
Come riportato dalla Prefettura, si sta discutendo su come affrontare e superare la situazione di precarietà in cui si trovano i migranti ed è stato approntato un piano per trasferirli rapidamente in altri alloggi.
Secondo il prefetto è di rilevante importanza attuare politiche attive di integrazione e inclusione nel tessuto socio economico della Piana di Gioia Tauro attraverso forme di accoglienza diffusa, anche ai sensi dell’art. 40 del Testo unico sull’immigrazione.
Molto critico il Ministro Salvini:
“Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità”.
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