FaceApp (l’app che invecchia) sotto accusa per potenziale furto di dati
FaceApp l’app russa che invecchia i nostri selfie e ci mostra come saremo tra 20 o 30 anni sta riscuotendo un grande successo, ma a quanto pare sta attirando verso di se non poche critiche.

Faceapp non è proprio da considerarsi una news, infatti esisteva già da oltre 2 anni e ultimamente è ritornata di voga.
L’app è stata realizzata dall’omonima software house russa, la sua caratteristica è quella di consentire attraverso l’applicazione di diversi filtri di modificare le caratteristiche di un volto.
Il filtro più popolare è proprio quello di invecchiare in maniera realistica i lineamenti del volto.

Le critiche
In questi ultimi giorni FaceApp sta attirando su di sé non poche critiche. Ciò è dovuto al fatto che la gestione dei dati personali degli utenti e le immagini vengono caricate sui suoi server.
A causa di ciò molti ricercatori hanno indagato sulle condizioni d’uso dell’app scoprendo più di qualche incongruenza.
A quanto pare FaceApp non rispetta la legge della policy e c’è la possibilità che in qualche modo la stessa app violi il GDPR.
Secondo il Codacons
Secondo il vicepresidente del Codacons, Francesco Di Lieto, l’applicazione avrebbe un trattamento dei dati personali quanto meno sospetto, infatti la casa sviluppatrice russa utilizzerebbe le immagini degli utenti per fini commerciali senza che lo stesso utente se ne renda completamente conto.
“Praticamente il vero rischio è quello di regalare all’azienda russa milioni di dati personali, impronte digitali e immagini per il riconoscimento facciale.
Dati tramite i quali si viene identificati e che potrebbero essere usati anche per disporre pagamenti illeciti a carico degli utenti”.
La risposta della casa sviluppatrice
La software house russa che ha sviluppato l’app, risponde alle critiche mosse dichiarando che i file e le immagini generate dagli utenti sono conservati su server AWS (acronimo di Amazon Web Services), gestiti direttamente da Amazon e localizzati negli Stati Uniti.
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