Insetti su Marte, la teoria dell’entomologo Usa
Un entomologo Usa, sostiene l’esistenza di esseri viventi e fossili molto simili a insetti sul suolo del noto Pianeta Rosso cioè Marte. Secondo lo studioso la prova sta nelle immagini raccolte dal rover Curiosity. Altri esperti invece frenano tale teoria dichiarando: “Bisogna essere cauti, non basta dedurre da semplici immagini”
Insetti su Marte
La strana teoria è stata portata avanti dall’entomologo statunitense William Romoser che ha passato diversi anni a studiare le immagini di Marte raccolte dalla Nasa.
Romoser è professore nell’Università dell’Ohio, ha esposto la tesi in occasione del meeting annuale dell’Entomological Society of America sostenendo l’esistenza di numerosi esempi di forme simili a insetti, viventi e fossili.
La bizzarra teoria di Romoser diventa più corposa in quanto l’entomologo sostiene anche di ruscire a vederli, dopo aver analizzato le singole immagini raccolte da Curiosity.
Le dichiarazione di Romoser
Secondo Romoder esiste un’apparente diversità tra la fauna marziana e quella terrestre, però moltissime cose le accomuna, come ad esempio:
- la presenza di ali
- la loro flessione
- il volo agile
- gli elementi delle zampe
- le antenne
- i segmenti del corpo simili ai nostri artropodi*
Nota*: Gli artropodi (Arthropoda Gravenhorst, 1843) sono un phylum (o tipo) di animali invertebrati protostomi celomati, che comprende circa i 5/6 delle specie finora classificate. Il fatto che siano state descritte oltre un milione di specie di artropodi (e si stima che ne esistano 5 o forse 10 milioni) dimostra come la loro struttura di base sia versatile e adattabile a diversi modi di vita.
Per lo studioso un esoscheletro e le realative appendici articolate sono elementi sufficienti per stabilire l’identificazione degli artropodi:
- tre regioni del corpo
- una sola coppia di antenne
- sei zampe
Se la teoria di Romoser fosse esatta questo implicherebbe la presenza di organismi metazoi superiori su Marte con la relativa presenza di fonti e processi di nutrienti e acqua.
Lo studioso dichiara:
“… Ho osservato casi suggestivi di acqua stagnante o piccoli corsi d’acqua. Noto piccole rocce sommerse, rocce più grandi, un’area umida a riva e un’area più asciutta oltre l’area umida … l’acqua su Marte è stata segnalata più volte, compresi i rilievi fatti dalle strumentazioni di Viking, Pathfinder, Phoenix e Curiosity … le prove della vita su Marte presentate qui forniscono una base solida per molte altre importanti questioni biologiche, nonché sociali e politiche… rappresentano anche una solida giustificazione per ulteriori studi”.
Il parere degli altri esperti
Secondo la astrobiologa Daniela Billi dell’Università di Roma, le speranze di trovare conferma riguardo la tesi di Romoser è assai remota, la Billi dichiara:
“… Non possiamo basarci sulla morfologia per affermare l’esistenza di vita … perché quelle forme che vediamo nelle immagini potrebbero essere il risultato di reazioni chimiche che niente hanno a che fare con la biologia … parlare di organismi che possono vivere sulla superficie di un pianeta così ostile, così come lo conosciamo, sembra molto difficile … possiamo immaginare che la vita possa essere esistita un tempo su Marte, ma anche nel caso si trattasse di fossili sarebbe necessario analizzarli prima di arrivare a tali conclusioni … “.
Dello stesso parere Elena Pettinelli, (Università Roma) che dichiara:
“… Non abbiamo prove concrete di esistenza di acqua allo stato liquido e stabile sulla superficie del pianeta, e questo, insieme alle intense radiazioni cosmiche, fa escludere la presenza di organismi viventi su tale superficie … ciò che vediamo dalle immagini non vuol dire che sia una prova di esistenza di vita, la biologia su un pianeta è fatta di molecole, non di suggestioni”.
Conclusioni
Per sapere se Romoser ha ragione bisognerà attendere ancora qualche mese, infatti con la prossima missione Nasa prevista per il 2020 l‘obiettivo principale sarà la ricerca di tracce che attestino forme di vita esistenti o già esistite.
Aggiornamento: Dopo la complessa manovra di atterraggio, il rover Perseverance della NASA è arrivato su Marte per esplorarne la superficie e cercare possibili antiche forme di vita. Il rover Perseverance ha scattato la prima immagine della polverosa superficie marziana qualche istante dopo l’ammartaggio del 18 febbraio 2021. Al momento non sono state ancora rese note informazioni specifiche che riguardano il ritrovamento di antiche forme di vita che in un passato hanno abitato il Pianeta.
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