Le più importanti dichiarazioni autorevoli sugli UFO
L’Ufologia non è una scienza ne tanto meno una fede, è semplicemente ricerca e constatazione di fatti e cose che avvengono nei cieli di tutto il mondo.
Se da un lato “ingoiarsi” tutto quello che viene detto sugli UFO (potenziali esseri provenienti da altri mondi) è da probabili creduloni, dall’altro abbiamo tutti coloro che sbeffeggiano la tematica innalzandosi a dei della verità rendendosi ridicoli e arroganti su tematiche che nessuno, e soprattutto loro, possono dimostrare concretamente.
Nessuno al momento può dare prova di esistenza o non esistenza riguardo alle tematiche UFO.
La vera Ufologia non è semplicemente credere agli omini verdi, è anche vero che viene considerata una pseudo-scienza e quindi fino ad oggi tutte le tematiche che la riguardano non possono avere una conferma certa al 100%. Tutto rimane nel dubbio, tutto rimane un’ipotesi.
In questo articolo parleremo di alcuni particolari avvistamenti con la relativa dichiarazione di personaggi molto autorevoli.
Avvistamenti e dichiarazioni autorevoli sugli UFO
Avvistamento 16 maggio 1963
Un pilota L. Gordon Cooper durante la quindicesima orbita vide avvicinarsi un oggetto non identificato verdastro luminescente, seguito da una coda arancio-rossastra, in movimento da Est verso Ovest.
A Terra il radar della stazione di avvistamento di Muchea, che seguiva il volo di Cooper, inquadrò anch’esso l’oggetto, stimandone la quota a circa 150 km.
Nota: LeRoy Gordon Cooper è stato un astronauta statunitense. Era soprannominato Gordo, come il nome del primate lanciato nello spazio e rientrato a terra senza danni durante la fase di collaudo del programma Mercury. Volò nello spazio con le missioni Mercury-Atlas 9 e Gemini 5.
Avvistamento 8 aprile 1964
Capsula senza equipaggio Gemini 1, subito dopo l’equilibramento in orbita, la capsula viene avvicinata da quattro oggetti sconosciuti che, come rivelano i radar delle stazioni terrestri, la seguono per tutto il suo primo giro intorno al nostro pianeta.
Quindi scattano via all’improvviso e scompaiono nello spazio profondo.
La NASA in un primo momento spiegò che si trattava delle parti strutturali del secondo stadio del vettore separatesi dalla capsula stessa, ma questa spiegazione venne tuttavia smentita quando si apprese che il piano di volo non prevedeva tale separazione.
Da quel giorno la NASA stranamente non emise altri comunicati ufficiali.
Avvistamento 4 giugno 1965
I piloti James McDivitt e Edward F. White del Gemini 4, proprio sopra le Hawaii, McDivitt avvista un singolare oggetto cilindrico e lo riprende con la cinepresa di bordo.
La distanza stimata fu di circa 15 km e si parlò di dimensioni notevoli. L’oggetto scompare alla vista quando il Sole va a battere direttamente sul vetro della capsula.
In seguito, sulle coste cinesi, viene fotografata una luce chiara simile ad una grande stella, in movimento, ad una quota molto superiore.
Per il primo avvistamento, la NASA parlò del satellite Pegasus-B destinato allo studio delle micrometeoriti, ma si scoprì che esso doveva trovarsi a oltre 1800 chilometri dalla Gemini, e di conseguenza risultare invisibile.
Del secondo avvistamento invece non si disse proprio nulla, tuttavia di quest’ultimo venne fatta conoscere la documentazione fotografica mentre, al contrario, le immagini relative al primo caso non furono rese note.
Anche la Commissione Condon è stata costretta a siglare come “unknown” l’oggetto osservato da McDivitt.
C’è da aggiungere, comunque, che al termine del volo l’agenzia United Press divulgò la seguente dichiarazione di un portavoce dell’ente nazionale americano:
“Un accurato esame delle foto scattate da McDivitt dimostra che il veicolo avvistato non ha alcuna analogia con un satellite artificiale”.
Avvistamento 4 dicembre 1965
I piloti Frank Borman e James Lovell del Gemini 7 durante la seconda orbita Borman segnalano un oggetto luminoso davanti alla capsula, che non ha nulla a che vedere con il razzo vettore, in quanto anche quest’ultimo risultava visibile attraverso l’oblò.
Più tardi vengono fotografate strane luminosità azzurre, munite di appendici vaporose, che passano sotto la Gemini.
Per il primo avvistamento, la NASA parla di un ignoto frammento di vettore in orbita, forse i resti di un Titan ma il NORAD (l’ente che segue le rotte di ogni satellite) dichiara:
“E’ impossibile che resti di un Titan o di qualsiasi altro missile si possano trovare in quella posizione”.
Per il secondo avvistamento si parlò invece di fulmini globulari nell’alta atmosfera.
Nota: Il fulmine globulare è evento molto raro, consiste in un breve fenomeno luminoso dell’atmosfera. Si tratta di un piccolo globo luminoso, di forma pressoché sferica e di diametro variabile, fermo o, più frequentemente, in rapido e casuale movimento. Si può avvistare sia in presenza sia in assenza di temporali. Questo fenomeno atmosferico ancora oggi è poco compreso infatti di tutte le manifestazioni energetiche che prendono forma nella troposfera risulta ancora una delle più misteriose, nonostante venga studiato ormai da secoli.
Avvistamento 20 luglio 1966
I piloti Mike Collins e John Young del Gemini 1.0.
Alle 7,20 del mattino la Radio Svizzera trasmette la seguente notizia:
“Mai astronauti sono stati tanto taciturni come Mike Collins e John Young”.
Collins alla fine dichiarò che avevano visto un oggetto tanto grande e lucente da poter addirittura essere scambiato per un pianeta.
Avvistamento 12 settembre 1966
I piloti Charles Conrad e Richard F. Gordon del Gemini 11 sull’Atlantico meridionale fotografano un globo di luce giallo arancione, molto brillante.
Secondo il San José Mercury News, al ritorno Gordon dichiara:
“Lo vedemmo dall’oblò di sinistra mentre ci superava. Sembrava proprio un mezzo spaziale … Scattammo in fretta qualche foto. era giallo-arancione, doveva essere metallico per avere simili riflessi”.
La NASA parlò del satellite sovietico Proton ITI, ma i dati dell’orbita, ancora una volta, non coincidevano con quelli reali, ed inoltre i satelliti del tipo Proton hanno forma di un cilindro appiattito, mentre l’oggetto fotografato da Conrad appare simile ad una sfera leggermente schiacciata e circondata da un anello.
Avvistamento Dicembre 1968.
I piloti Frank Borman, James Lovell e William Anders dell’Apollo 8.
Ecco ciò che accadde alla missione del comandante Borman, secondo quanto rivelato dal settimanale americano National Examiner e dallo scrittore svedese Gòsta Rehn nel suo libro Telefaten àr hàr, mai smentiti.
Durante la rotta verso il nostro satellite l’equipaggio dell’Apollo 8 nota un oggetto discoidale che assume una rotta parallela a quella della capsula. Gli strumenti di bordo cessano di funzionare. Un forte senso di stordimento ed acuti dolori alle orecchie vengono provati dagli astronauti, che però correggono la rotta dell’Apollo.
L’UFO si allontana velocemente e a bordo gli strumenti ricominciano a funzionare. I contatti a Terra, con Houston, interrotti a causa delle interferenze, sono ripresi.
Ma l’avventura non finisce lì, entrati in orbita lunare, si presenta un altro UFO, enorme, che emana una luce purpurea, seguono ondate di calore, ronzii insopportabili, e le apparecchiature si bloccano di nuovo.
Borman, Lovell e Anders sono colti da emicrania, difficoltà di respirazione, tremori alle mani e vuoti di memoria, il tutto dura una decina di minuti, mentre a Houston i tecnici Russel Hoicombe e Scott Harnister stabiliscono, che l’Apollo si é allontanato dalla rotta prestabilita e che non potrà essere diretto nuovamente verso la Terra.
I tre astronauti escono dalla brutta situazione facendo ricorso ai comandi manuali. La missione può essere così portata felicemente a termine.
Al loro ritorno la NASA fa riferimento ai disturbi dell’equipaggio dell’Apollo 8, il primo ad aver effettuato un viaggio così lungo e ad aver circumnavigato il nostro satellite, ma le vere cause di essi secondo il National Examiner e Gosta Rehn, sono state celate per il timore di far sorgere il panico.
Avvistamento Novembre 1969
I piloti Charles Conrad, Richard Gordon e Alan Bean dell’Apollo 12 durante il volo di trasferimento verso la Luna, il 15 novembre alle ore 14,18 il comandante Conrad riferisce a Houston:
“Da ieri siamo accompagnati da un curioso oggetto che vediamo dagli oblò quando l’angolo di rotazione è di 35 gradi. Che cosa potrebbe essere?”.
Nessuno dei membri dell’equipaggio fu in grado di riconoscere l’oggetto, che sembrava animato da un moto rotatorio.
Il fatto venne confermato da dottor Glenn Seaborg, Premio Nobel e presidente della Commissione per l’energia Atomica, il quale ne parlò sulla rivista Valeurs Actuelle del dicembre 1969.
Ma anche per questa missione lunare si dovettero registrare altri imprevisti. Lo studioso tedesco Adolf Scheneider, nel suo libro Besucher aus dem All, afferma che gli astronauti incontrarono gli altri corpi spaziali sulla rotta dell’Apollo 12 e che così li descrissero a Houston:
“L’oggetto è luminosissimo, ha una rotazione al secondo… o una e mezzo… o, almeno, scintilla in quel lasso di tempo. L’altro si allontana a grande velocità … quando gli astronauti arrivarono sulla Luna udirono, come i tecnici di Houston, rumori strani, specie di pigolii, fischi e parole incomprensibili”.
Un terzo bizzarro avvenimento si ebbe durante il ritorno sulla Terra, l’equipaggio vide sull’India un oggetto rosso, brillante, che scomparve di colpo, la comunicazione dell’Apollo 12 fu:
“Adesso è al centro del globo terrestre, è davvero luminosissimo, sembra avere uno spessore considerevole, è accecante. Non possiamo immaginare che cosa sia… è grande almeno quanto Venere”.
Sviluppati i film ripresi sulla Luna, si notò una specie di alone argenteo lucente che, in apparenza, seguiva Conrad.
Un funzionario della CIA come afferma sempre Schneider, dichiarò che l’organizzazione era in possesso di numerose prove circa l’esistenza degli UFO ed il loro controllo da parte di esseri intelligenti.
Testimonianze dirette
Più volte gli astronauti, molti dei quali sono rimasti fortemente impressionati dall’incontro con i presunti UFO, hanno parlato in pubblico o rilasciato dichiarazioni sulle loro esperienze.
Di seguito ne riportiamo alcuni, i più significativi.
Gordon Cooper
Il Maggiore Gordon Cooper fu uno degli astronauti della capsula Mercury, e ultimo americano a volare nello spazio da solo.
Il 15 maggio 1963 salì nello spazio per effettuare un viaggio di 22 orbite intorno al mondo, durante l’orbita finale, avvisò la stazione di Muchea che stava vedendo un oggetto luminoso, grigiastro, di fronte a lui che si avvicinava velocemente alla sua capsula.
L’UFO era solido e reale, tant’è che era stato rilevato anche dal radar della stazione di Muchea.
L’avvistamento di Cooper fu riportato dal circuito televisivo nazionale, che seguiva il volo passo passo, ma quando l’astronauta atterrò, ai giornalisti fu detto che non sarebbe stato permesso fare domande circa l’avvistamento.
Il Maggiore Cooper credeva fortemente negli UFO. Dieci anni prima, nel J951 aveva avvistato una formazione di oggetti volanti sconosciuti, mentre sorvolava la Germania Ovest a bordo di un F-86.
Gli oggetti erano metallici, a forma di Disco e volavano ad una considerevole altitudine.
Il maggiore Cooper rilasciò una testimonianza di fronte alle Nazioni Unite:
“Io credo che questi veicoli extra terrestri ed i loro equipaggi stiano visitando il nostro pianeta e provengano da altri pianeti… molti miei colleghi astronauti sono riluttanti a parlare di UFO… io ho avuto l’occasione nel 1951 di poterne osservare molti, in due giorni diversi, erano di dimensioni differenti, volavano in formazione da combattimento, da est verso l’ovest d’Europa”.
E secondo un’ intervista registrata fatta da J.L. Ferrando, il maggiore Cooper affermò:
“Per molti anni ho vissuto con un segreto, imposto a me come a tutti gli astronauti … posso ora rivelare che ogni giorno negli Stati Uniti i nostri strumenti radar intercettano oggetti di forme e composizioni a noi sconosciute …
… ci sono migliaia di rapporti di testimoni ed una gran quantità di documenti che lo provano, ma nessuno vuole renderli pubblici …perché le autorità hanno paura che la gente possa pensare agli UFO come a invasori ostili, bisogna evitare il panico a tutti i costi …
… sono stato testimone di un fenomeno straordinario, qui sul pianeta Terra … è accaduto qualche mese fa in Florida … ho visto con i miei occhi una zona ben delineata di terreno che si stava consumando con delle fiamme, con quattro solchi sulla sinistra lasciati da un oggetto volante che era sceso nel centro del campo …
… i piloti avevano lasciato il veicolo … sembrava avessero studiato la topografia del luogo, avevano raccolto campioni di terreno e poi, probabilmente, erano tornati da dove erano venuti, scomparendo ad una velocità incredibile…
… casualmente ho poi scoperto che le autorità avevano fatto di tutto perché questo avvenimento non fosse portato a conoscenza della stampa e della televisione, per paura di una reazione di panico da parte del pubblico”.
James Lovell e Frank Borman
Nel dicembre del 1965, gli astronauti della navicella Gemini, Lovell e Borman, videro degli UFO durante la loro seconda orbita di quel volo che durò 14 giorni.
Borman raccontò che vide una navicella non identificata a poca distanza dalla capsula. La torre di controllo di Cape Kennedy gli disse che stava vedendo la parte finale della loro stessa navicella. Ma Borman confermò che quello che stava osservando era sicuramente qualcosa di completamente diverso dal loro mezzo.
Ecco il dialogo svoltosi fra Gemini 7 e la base:
Lovell: Un oggetto vola alto sopra di noi, ad ore 10.00!
Capcom: Qui è Houston. Ripeti ancora, 7 !Lovell: Ho detto che c’è un oggetto che vola alto, ad ore 10.00!
Capcom: Gemini 7, è veramente un avvistamento?Lovell: Si é vero. Siamo testimoni di numerosi avvistamenti in questo momento.
Capcom: …potete stimare la distanza o la grandezza?Lovell: Gli UFO sono sulla nostra traiettoria…
Donald Slayton
Slayton fu un’Astronauta del progetto Mercury, rivelò in un’intervista che aveva visto un UFO nel 1951:
“Stavo collaudando un caccia P-51 a Minneapolis quando scorsi quell’oggetto … ero a circa 10.000 piedi di altezza in un pomeriggio di sole … pensai che fosse un nibbio, poi mi resi conto che nessun nibbio vola a quell’altezza …
… più mi avvicinavo, più l’oggetto mi appariva simile a un pallone gonfiato, grigio e di circa un metro di diametro. Ma non appena gli andai davanti la “cosa” non somigliò più a un pallone … sembrava un disco volante…
… allo stesso tempo realizzai che l’oggetto stava improvvisamente allontanandosi da me, ad una velocità di circa 450 chilometri l’ora. Lo inseguii per un breve tratto, ma d’improvviso l’oggetto virò a 45 gradi, accelerò e sparì ..”.
Maggiore Robert White
Il 17 luglio 1962 White dichiarò di aver visto un UFO durante un volo ad un’altezza di circa 80 chilometri su un X-15. Così disse alla base:
“Non ho idea di che cosa possa essere. E’ di colore grigiastro ed è di circa 10-15 metri di lunghezza”. Poi, secondo un articolo del Time Magazine, il maggiore White esclamò alla radio: “Ci sono cose quassù! E’ indubbio!”.
Joseph A.Walker
L’11 maggio 1962 Walker (pilota della NASA) dichiarò di aver avuto disposizione di intercettare gli UFO eventualmente avvistati durante i voli sul suo X-15. Aveva già filmato 5 o 6 UFO durante un volo nell’aprile del 1962 ad un’altezza di 80 chilometri.
Era la seconda volta che filmava degli ÙFO in volo.
Durante una conferenza al secondo Meeting Nazionale sugli usi pacifici delle ricerche spaziali dichiarò:
“Non sono autorizzato a dire nulla. Tutto quello che so é ciò che compare sul film che è stato sviluppato dopo il volo”.
Nessuno di questi film fino ad oggi è mai stato fatto visionare al pubblico.
Eugene Cernan
Cernan è stato il comandante dell’Apollo 17. In un articolo del Los Angeles Times del 1973 affermò quanto segue:
“Molte volte mi sono state poste domande circa gli UFO. Ho già detto pubblicamente che sono qualche altra cosa rispetto a noi, qualcosa che viene da un’altra civiltà”.
Maurice Chatelain
Nel 1979 Maurice Chatelain, responsabilè del Sistema di Comunicazioni della NASA confermò che Armstrong aveva veramente detto di aver visto degli UFO sul bordo di un cratere lunare.
Chatelain pensa che gli UFO possano provenire dal nostro stesso sistema solare, in particolare da Titano. Ecco alcune sue dichiarazioni:
“Gli incontri ravvicinati sono eventi ben conosciuti alla NASA, ma nessun ne ha mai parlato fin ad ora … tutti i voli Apollo e Gemini sono stati seguiti a distanza, a volte anche abbastanza ravvicinata, da veicoli spaziali di natura extraterrestre …
… credo che Walter Schirra a bordo del Mercury 8 sia stato il primo degli astronauti ad usare il nome in codice ‘Santa Klaus’ per indicare la presenza di dischi volanti nei pressi della capsula spaziale …
A quanto pare James Lovell, a bordo dell’Apollo 8, disse improvvisamente:
“Vi informo che c’è Santa Klaus …”
Anche se ciò accadde il giorno di Natale del 1968, molta gente ebbe la sensazione che dietro le sue parole c’era dell’ALTRO.
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