Abduction – I nove rapimenti alieni che hanno fatto la storia
Abduction è un termine inglese che ormai è entrato nell’ uso comune del linguaggio ufologico, indica il rapimento di umani da parte di esseri extraterrestri che avvengono quasi sempre contro la loro volontà. I primi casi documentati e segnalati dalle moderne ricerche ufologiche risalgono agli anni ’50 e ’60.
Dopo aver visto strani bagliori nel cielo, vi siete resi conto di avere minuti o addirittura parecchie ore mancanti nella vostra memoria? Il tutto tanto in fretta da non ricordare assolutamente cosa avete fatto in quell’arco di tempo?
Vi siete mai trovati in una strada buia di periferia e ad un tratto avvisate un malfunzionamento della vostra vettura?
Allora può darsi che avete subito un’Abduction, o meglio è quello che la moderna ufologia cerca di spiegare.
Abduction (i rapimenti alieni)
I rapimenti alieni hanno radici molto antiche nel nostro passato, infatti sono da tempo un tema molto dibattuto. A questo punto bisogna farsi alcune semplici e spontanee domande:
- si tratta di allucinazioni?
- esistono per davvero entità che non appartengono a questo Mondo?
- se esistono tali entità aliene, è possibile che cercano di studiarci come fossimo cavie da laboratorio tramite le abduction?
A parte questo, nel seguente articolo non cercheremo di provare l’esistenza aliena e le relative abduction, vi parleremo solo dei nove presunti rapimenti alieni che in un certo senso hanno fatto la storia dell’ufologia.
Detto ciò ognuno è libero di credere a quello che vuole.
Il rapimento di Barney e Betty Hill
Abduction n°1
Era il 19 settembre 1961 quando i coniugi Hill stavano rientrando in macchina a Portsmouth, nel New Hampshire, dopo un viaggio in Canada.
Le vicende narrano che arriveranno a casa, ma con un inspiegabile ritardo di circa tre ore.
Nei giorni successivi entrambi i coniugi cominciarono ad avvertire malessere, per poi scoprire di avere lievi ustioni, Betty in particolare inizierà a essere colpita da una lunga serie di brutti incubi.
Tra le altre cose, gli Hill avevano il ricordo di uno strano globo luminoso, ciò li spinse a rivolgersi al dottor Benjamin Simon per effettuare alcune sedute di ipnosi regressiva.
È proprio durante questi incontri che emergerà la verità degli Hill riportata di seguito.
Quel 19 settembre, lungo la U.S. Route 3 Betty Hill nota in cielo una strana luce che a primo impatto gli sembrò una stella cadente, ma poi a causa del movimento anomalo del corpo e all’avvicinarsi, gli Hill furono costretti a fermarsi in una piazzola di sosta per osservarlo meglio.
Barney e Betty dedicano molti minuti all’osservazione, con il binocolo si rendono conto che l’oggetto non era un aereo, impauriti salgono in macchina e si rimettono in viaggio.
Ma lo strano oggetto volante durante tutto il percorso li seguì fino a quando, nei pressi di Indian Head, l’UFO ad una trentina di metri di altezza sopra la loro macchina li avvolse con un potente fascio di luce.
Barney molto scosso scende dall’auto, armato di pistola e binocolo e intravedere tra gli otto e gli undici volti affacciarsi dall’oblò di quello che sembra essere un oggetto volante non identificato.
Da lì inizia un inseguimento serrato che si conclude con la cattura degli Hill, verranno sottoposti a numerosi test fisici per poi essere liberati.
Durante le sedute successive al fatto, Betty disegnò una mappa stellare, che in seguito verrà identificata come il sistema di Zeta Reticuli, da qui il rapimento degli Hill verrà ribattezzato come lo Zeta Reticuli Incident.
Nota: Quello degli Hill resta il primo caso di rapimento alieno ampiamente documentato negli Stati Uniti d’America.
Il rapimento di Betty Andreasson Luca
Abduction n° 2
Era il 25 gennaio 1967, Betty Andreasson si trovava a casa sua a South Ashburnham nel Massachusetts.
Intorno alle 18.35 le luci della casa si spensero per qualche secondo poi una luce pulsante di colore rosso-aracione cominciò ad intravedersi attraverso la finestra della cucina.
Betty cerca di tranquillizzare i sette figli, mentre il padre cerca di capire quale sia la sorgente di quella luce, ma accade l’imprevedibile.
Cinque figure umanoidi dal fisico molto sottile irrompono nella casa, e in qualche modo riescono a paralizzare tutti i membri della famiglia, tranne Betty, è proprio in quel momento che quello che sembra essere il leader del gruppo entra in contatto telepatico con Betty.
Il contatto telepatico tranquillizza la donna inoltre gli strani visitatori liberano temporaneamente Becky, una delle figlie di Betty, per rassicurarla che la paralisi non le ha arrecato alcun male.
Betty viene poi portata a bordo di un piccolo mezzo che, dopo il decollo, si unisce a un’altro velivolo molto più grande.
La donna verrà riportata a casa dopo ben quattro ore mentre la famiglia è ancora sottoposta a paralisi.
Gli alieni dissero a Betty di avergli “installato” nel cervello alcune conoscenze, il cui senso e scopo le saranno rivelati solo al momento opportuno.
Nota: Betty era una donna molto religiosa, completamente ignara del fenomeno UFO, interpretò questo incontro come un messaggio divino, per lei coloro che la rapirono erano solo angeli celesti.
Le dichiarazioni di Betty furono anche ascoltate sotto ipnosi regressiva, e descrivono in maniera dettagliata gli alieni e il racconta dell’episodio di quella sera.
Ray Fowler, fondatore e investigatore del Mutual UFO Network (MUFON) e responsabile delle numerose sedute ipnotiche di Betty e Becky, commenterà così la sua decennale indagine su questo caso:
“O Betty Andreasson è la più abile bugiarda e navigata attrice che il mondo abbia mai visto, oppure è davvero passata attraverso questa incredibile odissea.”
Il rapimento di Antônio Villas-Boas
Abduction n° 3
Era il 16 ottobre del 1957, un giovane agricoltore di 23 anni Antônio Villas-Boas stava lavorando la terra in prossimità della sua fattoria, ad un tratto compare in cielo una forte e misteriosa luce rossa. La “stella rossa”, come la chiamerà in seguito lo stesso ragazzo.
La luce misteriosa si avvicinò al giovane, fino ad atterrare sui campi, logicamente Antônio cercò di scappare con lo stesso trattore che stava usando per arare i campi, ma il mezzo stranamente si fermò quasi subito.
Il ragazzo quindi continua la sua fuga a piedi, ed è proprio in quel momento, che viene intercettato da un essere umanoide alto circa un metro e mezzo.
L’essere indossava un casco e presentava piccoli occhi blu. Al primo alieno, poi si unirono altri due esseri che portarono il ragazzo a bordo dell’astronave.
Una volta a bordo dell’astronave il giovane viene spogliato, ricoperto da uno strano gel, per venire poi esposto a sostanze gassose che a quanto pare lo fanno ammalare.
Dopo di ciò viene trasportato oltre una porta circolare che presentava strani simboli, alla fine sedotto sessualmente da un’aliena particolarmente avvenente.
Esaurito il suo ruolo di “riproduttore terrestre” al ragazzo vengono restituiti i vestiti e viene rilasciato. Il tutto durò circa quattro ore.
Come potete notare la storia del giovane agricoltore è enormemente fantasiosa, difficile da digerire anche dai più esperti complottisti e teorici dell’ufologia, fu per questo che la stampa iniziò alcune indagini per verificarne il racconto.
L’unica cosa che a Villas-Boas fu riconosciuta, fu l’esposizione di un’anomala quantità di radiazioni ricevuta da una fonte sconosciuta oltre al fatto che ricordava con facilità tutti dettagli del rapimento senza nemmeno ricorrere all’ipnosi.
NOTA: Villas-Boas diventerà poi un avvocato e dopo il suo matrimonio ebbe quattro figli.
Il rapimento di Travis Walton
Abduction n° 4
Era il 5 novembre 1975 un boscaiolo di 22 anni Travis Walton e i suoi colleghi stavano rientrando da lavoro presso la United States Forest Service.
Erano in sette e viaggiano su un furgone attraverso la foresta, quando ad un certo punto furono costretti a fermarsi a causa di un disco volante luminoso che gli blocca la strada.
Walton, nonostante gli avvertimenti dei colleghi, scende dal furgoncino e cammina verso l’oggetto, è proprio in quel momento che un raggio di luce lo colpisce in pieno.
Terrorizzati i colleghi scappano, ma quando tornano, di Walton non c’è più alcuna traccia, infatti l’uomo riapparirà solo cinque giorni dopo, e cioè il 10 novembre, visibilmente provato e in condizioni fisiche precarie.
Walton dichiarò che il raggio di luce lo colpì, lo trasportò a bordo di un velivolo alieno dove a bordo erano presenti creature extraterrestri, disse di aver lottato contro di loro e che poi lo liberarono per poi trasportarlo all’interno della cabina telefonica dalla quale comunicò il suo ritorno.
All’epoca questo caso fu molto controverso, Walton non superò mai a pieno il test del poligrafo (macchina della verità) e in molti sostennero che si trattava di un modo come un’altro per raccogliere qualche soldo.
Il rapimento di Kirsan Ilyumzhinov
Abduction n° 5
Questo è forse uno dei casi più importanti, perchè non vede il solito rapimento di un normale cittadino ma di Kirsan Ilyumzhinov, un politico russo di un certo rilievo.
È il 2010 quando, durante una trasmissione televisiva, Kirsan annuncia che nel 1997 esseri umanoidi che viaggiavano a bordo di un tubo semi trasparente lo hanno portato a bordo della loro astronave.
A quanto pare l’intento degli alieni non era quello di studiare Kirsan, ma solo di entrare in contatto con altre entità intelligenti.
Il rapimento di Allagash
Abduction n° 6
Era il 26 agosto 1976, i fratelli gemelli Jack e Jim Weiner insieme ad alcuni amici Charlie Foltz e Chuck Rak sono ad Allagash, nel Maine, per fare delle escursioni in canoa.
Durante le prime ore della notte, sulle rive del lago Eagle, i quattro decidono di iniziare una battuta di pesca. La notte è buia, perciò i ragazzi decidono di accendere un grande fuoco sulla riva del lago prima di salire sulle canoe.
Chuck Rak fu il primo ad accorgersi che c’era qualcosa che non andava, infatti aveva come l’impressione si sentirsi osservato, ragion per cui decide di dare uno sguardo nelle vicinanze.
Fu proprio a questo punto che vide un globo luminoso muoversi in cielo, subito avverte gli amici, Charlie punta la sua torcia elettrica verso lo strano oggetto, la accende e la spegne imitando un rudimentale alfabeto Morse e il globo sembra reagire.
Il globo si avvicina, illumina l’acqua e avvolge le canoe con un potente raggio di luce, i ragazzi cercano di scappare e riescono a tornare a casa.
Passa molto tempo e tutti quasi dimenticano l’incidente, ma alcuni di loro negli anni successivi sono soggetti a frequenti mal di testa e incubi, solo nel 1989 viene coinvolto il MUFON e iniziano le solite sedute di ipnosi regressiva.
I quattro, sottoposti a sedute separate, confermeranno la stessa versione, la luce non li ha solo avvolti ma trasportati a bordo del mezzo volante, vengono sottoposti a una serie di misteriose analisi per poi essere liberati di nuovo.
Anche l’Italia ha avuto i suoi presunti rapimenti
Il caso di Pier Fortunato Zanfretta
Abduction n°7
Nel dicembre del 1978 tra i comuni liguri di Torriglia e Propata le forze dell’ordine raccolsero numerose segnalazioni che riguardavano strani fenomeni luminosi che avevano animato le notti invernali.
Pier Fortunato Zanfretta (metronotte), durante la ronda notturna lancia un messaggio d’aiuto ai suoi colleghi :
“ … Mamma mia quanto è brutto! Non sono uomini, non sono uomini! … “
Molto preoccupati i colleghi di Zanfretta lo raggiungono subito dopo e lo trovano febbricitante e in stato confusionale, certo di aver incontrato una razza aliena.
NOTA: Una notifica di questo episodio viene inoltrata anche al Ministero degli Interni.
Un ‘anno dopo tra il 2 e il 3 dicembre del 1979, Zanfretta rimane vittima di un altro rapimento che questa volta si consuma mentre è a bordo della sua automobile, l’uomo descriverà gli alieni come creature verdi, alte quasi tre metri e con occhi gialli (in teoria i tipici rettiliani descritti nell’ufologia moderna).
Sottoposto a test e ipnosi regressiva il Zanfretta ha avvisato che presto le forze extraterrestri sarebbero arrivate per conquistare la Terra.
Il caso Zanfretta come è normale aspettarsi, ha diviso gli esperti tra scettici e convinti sostenitori del rapimento.
Il caso di Valerio Lonzi
Abduction n° 8
Era l’estate del 1982, un quindicenne Valerio Lonzi si trovava insieme ad alcuni amici all’interno di un campo scout.
Una sera, intorno alle 22.00, il ragazzino con alcuni suoi amici avvistano una sfera luminosa grande circa come un pallone di calcio, ma quando i ragazzi decidono di avvicinarsi e puntare la torcia elettrica sopra la sfera, questa si dilegua nel nulla.
Più tardi intorno alle 23.15, Lonzi esce dalla tenda e vede un amico immobile, come se qualcosa lo avesse bloccato, tre sfere simili a quella che aveva visto ruotano intorno all’amico ma subito dopo si concentrano su Lonzi.
Il ragazzo ricorda quando successo poco prima e punta la torcia elettrica sulle sfere che, subito, se ne vanno. Ma quando guarda l’orologio scopre con sgomento che è mezzanotte in pochi istanti erano passati 45 minuti.
Il giorno dopo rientrato dal campeggio la madre del ragazzino scopre tre cicatrici lunghe circa 15 centimetri sulla schiena del figlio, cicatrici che sembrano l’esito di un intervento chirurgico.
L’evento segnò Lonzi ma è nel 1993, data a cui risale il suo incontro con Corrado Malanga, chimico dell’Universita’ di Pisa ed esponente del CUN (Centro Ufologico Nazionale), che Valerio decide di scavare nel suo passato ricorrendo all’ipnosi.
Le sedute con Malanga e con l’ipnologo Mauro Moretti rivelarono altri episodi di incontri ravvicinanti avvenuti nell’infanzia di Lonzi.
Il rapimento di Franco Chendi
Abduction n° 9
Era il dicembre del 1984, Franco Chendi viaggiava verso Medicina (nel bolognese), come per magia un globo di luce gli apparve dal nulla e lo seguì per un tratto di strada prima di scomparire.
Chendi raccontò agli amici l’accaduto, ma quella stessa sera, proprio durante il viaggio di ritorno, accaddero eventi ancora più misteriosi, la sfera riappare, la macchina si ferma e viene avvolta da una fitta nebbia, poi la macchina si riaccende, la sfera sparisce così come la nebbia.
Chendi è convinto di essere stato portato a bordo dell’astronave e che lì gli alieni gli abbiano fatto qualcosa, sostiene di non essersi mai più ammalato grazie a particolari dispositivi che gli extraterrestri gli avrebbero impiantato. Nessuna risonanza o TAC ha mai rilevato niente del genere.
Chendi si sottopone a ipnosi regressiva coinvolgendo anche i media, proprio per avvalorare questa sua tesi e negli anni ha sempre affermato di essere un vero e proprio messaggero degli alieni.
Nota: Il regista Daniele Spadoni ha realizzato un documentario biografico dal titolo Gray Tales che racconta l’esperienza di Franco Chendi.
Tutte le immagini di questo articolo sono state prese dal web ai fini illustrativi
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