Luca Parmitano l’astronauta già da novembre era a conoscenza di COVID-19
Luca Parmitano il noto astronauta ha fatto una dichiarazione che ha lasciato tutti a bocca aperta, infatti ha dichiarato di sapere del virus COVID-19 fin da novembre.
Quindi, se lo sapeva già lui, significa che lo sapevano anche alcune organizzazioni governative.
Di seguito le sue più importanti dichiarazioni ai vari quotidiani:
“Dallo spazio seguivamo i primi contaggi, eravamo al corrente di questa probabile pandemia anche quando poi iniziò ad allargarsi in Europa a macchia d’olio …
…a bordo abbiamo un collegamento quotidiano con le realtà terrestri, abbiamo anche accesso alla rete internet quindi possiamo comunicare con i centri di controllo e già da novembre, avevamo iniziato a seguire i primi contagi, inizialmente soltanto nei paesi asiatici, poi al mio rientro i primi contagi in Europa…
…sulla stazione abbiamo seguito quello che stava succedendo sulla Terra, anche prima del mio rientro già da novembre eravamo al corrente di questo probabile contagio pandemico e soprattutto la gravità che si andava allargando a macchia d’occhio proprio in Europa poco prima del mio rientro …”
Così ha dichiarato più volte Luca Parmitano (Paternò, 27 settembre 1976), militare e primo astronauta italiano ad effettuare un’attività extraveicolare (EVA) il 9 luglio 2013, con 6 ore e 7 minuti di passeggiata spaziale.
È il primo italiano (e il terzo europeo) al comando della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) durante la Expedition 61.
Luca Parmitano è ufficiale dell’Aeronautica Militare con circa 25 anni di servizio e sei missioni spaziali alle spalle.
Nella sua dichiarazione shock sicuramente non possiamo considerarlo come qualcuno che stia cercando di conquistare visibilità mediatica, Parmitano non ne ha sicuramente bisogno.
Le dichiarazioni dell’astronauta vengono considerate dai media qualcosa di veramente grosso se non addirittura qualcosa di veramente enorme.
Il colonnello Parmitano per primo in Italia è stato colui che ha confermato che l’intelligence americana avvertì sul virus tutti gli alleati e gli altri governi, fra cui quello israeliano, già a novembre 2019, mentre ancora ufficialmente la Cina comunista non dichiarava alcuna epidemia da coronavirus.
Quello stesso rapporto, sicuramente già disponibile per tutti i leader prima del 28 novembre, secondo tutte le fonti avvertiva che il dilagare di una siffatta pandemia avrebbe provocato “un evento catastrofico”.
Lo faceva, con dovizia di prove, molte settimane prima che il compianto dottor Li Wenliang, martire per la libertà assassinato da funzionari comunisti (in Rolls Royce) della Cina continentale, annunciasse al mondo il pericolo imminente.
Chi teneva informato Parmitano?
Non siamo a conoscenza di chi teneva l’astronauta informato riguardo le vicende del virus, potrebbe essere stato chiunque a partire dagli USA fino ad arrivare alle autorità italiane che a sua volta potevano essere informate da altri governi.
Nelle sue interviste fa capire che dette informazioni circolavano normalmente fra tutti i membri della missione, anche costituita da cosmonauti russi, quindi è ovvio dedurre che anche Putin sapesse delle vicende e del propagarsi del virus, da ciò si spiega come la Russia rispetto a molti altri si sia chiusa a riccio controllando meglio l’epidemia.
Parmitano parla di un fenomeno gravissimo che si andava allargando a macchia d’olio ma che i ministeri della salute hanno scoperto solo nella seconda metà di marzo.
Da tutto ciò si deduce facilmente che al momento esistono uno o più rapporti di studi fatti sull’ISS sull’andamento probabile del contagio da COVID-19 che fino ad ora non sono stati resi pubblici a nessuno.
Resta solo da chiedersi se il Governo Italiano sapeva tutto ciò, e se sapeva il perchè sia intervenuto così in ritardo.
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