Scoperti almeno 20 pianeti super abitabili a 100 anni luci dalla Terra

La nuova scoperta riguarda una ventina di nuovi pianeti che distano a circa 100 anni luce dal nostro pianeta, rispetto alla Terra hanno maggiore superficie abitabile e caratteristiche climatiche particolarmente favorevoli alla vita.

Lo studio è stato pubblicato su Astrobiology

Dallo studio pubblicato su Astrobiology (in collaborazione con la Washington State University e l’Università Tecnica di Berlino) viene annunciata l’individuazione del primo nucleo di pianeti definiti “super-abitabili” fuori dal Sistema Solare.

Questi pianeti hanno caratteristiche favorevoli alla vita e secondo gli studiosi le condizioni ambientali sono migliori rispetto a quelle della Terra.

Anche la superficie abitabile è maggiore di quella della Terra, circa del 10%, potrebbero avere molta acqua ed essere leggermente più caldi della Terra per via di una temperatura media di circa 5 gradi superiore e più umidità.

I corpi celesti individuati sono circa una ventina, distanti da noi oltre cento anni luce.

La collocazione dei pianeti

I nuovo pianeti scoperti vengono definiti super-abitabili in quanto si trovano a una distanza dal loro Sole tale che l’acqua può trovarsi allo stadio liquido, vitale per la vita.

Ruoterebbero, intorno alle cosiddette stelle nane K, ovvero stelle leggermente più fredde e meno luminose del nostro Sole.

Questa particolare caratteristica permetterebbe ai corpi celesti super-abitabili di consentire una maggior evoluzione della vita rispetto a quello che avverrà sulla Terra.

I ricercatori, coordinati da Dirk Schulze-Makuch dell’Università Tecnica di Berlino, li hanno individuati dopo avere analizzato circa 4.500 pianeti esterni al Sistema Solare finora noti.

Nota: Secondo i ricercatori, lo studio potrebbe aiutare a concentrare gli sforzi di osservazione con i futuri telescopi spaziali, come il James Webb della Nasa e Plato dell’Agenzia spaziale europea (Esa), per cui si avrà la possibilità di ottenere più informazioni.

James Webb – Credit foto NASA

web site: BorderlineZ

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