L’antica e misteriosa città di Caral in Perù
Caral è un grande insediamento presente nella valle di Supe, vicino a Supe, Provincia di Barranca, Perù, a circa 200 km a nord di Lima.
Caral è una delle più antiche città delle Americhe, ed è un sito molto studiato della popolazione del Norte Chico.
Nel 2009 il sito è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO grazie alla sua importanza culturale.
Perchè Caral affascina gli studiosi?
I costruttori di Caral hanno creato una città dove sono presenti grandiose piramidi, anfiteatri sommersi, edifici sismicamente resistenti e condotti sotterranei tecnicamente perfetti che riuscivano ad incanalare il vento per mantenere acceso il fuoco.
Il tutto è stato costruito, almeno secondo gli studi ufficiali con semplici strumenti di base.
Tutt’oggi gli architetti più rinimati al mondo studiano le opere ingegneristiche dell’antica città di Caral, una meraviglia dell’ingegneria costruita circa 5.000 anni fa.
Caral fu il sito della più antica civiltà conosciuta nelle Americhe, la civiltà Caral o Norte Chico, che si sviluppò dal 3000 al 1800 aC, antica quasi quanto l’antico Egitto.
La lettera di Caral
L’Unione Internazionale degli Architetti nel 2015 si è riunita presso il patrimonio mondiale dell’UNESCO e firmò un documento chiamato Lettera Caral, che saluta la città antica come esempio di pianificazione urbana sostenibile e di vivere in armonia con la natura.
La lettera del gruppo di 124 nazioni fu presentata in occasione dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite ad alto rischio a Parigi, dove i paesi presero un accordo globale per ridurre le emissioni di carbonio che riscaldano il pianeta.
Le dichiarazioni di Jose Arispe
Uno dei principali architetti del Perù e consulente dell’Unione Internazionale degli Architetti Jose Arispe disse:
“Ci rivolgiamo al passato per vedere come la civiltà è stata organizzata 5.000 anni fa, pensando al loro impegno per la natura, alla loro visione cosmica”.
Egli rimase molto stupito delle imprese ingegneristiche dell’antica città di Caral, in particolar modo di come venivano usati i condotti che fornivano aria ai fuochi usati nelle cerimonie religiose, mantenendoli costantemente accesi.
Il sistema si basa su ciò che i fisici ora chiamano effetto Venturi, la riduzione della pressione quando un fluido scorre attraverso uno spazio ristretto.
Arispe inoltre dichiarò:
“Stiamo riscoprendo il lavoro di architetti e ingegneri all’epoca, quando non c’erano strumenti come la livella o il filo a piombo. È alta ingegneria”.
Gli edifici della città e la società di Caral
Gli edifici della città, che si trova in un’area sismicamente attiva, presentano anche fondamenta flessibili chiamate “shicras” che assomigliano a grandi ceste piene di pietre, una tecnica per ridurre al minimo i danni del terremoto.
Gli abitanti di Caral apparentemente non avevano armi né mura cittadine per tenere lontani i popoli vicini, avevano una cultura pacifica.
Costruirono la città su un terreno arido, in modo da preservare un terreno fertile per l’agricoltura.
Infatti Caral si trova nella Supe Valley, una regione semi-arida a circa 200 chilometri a nord di Lima, nell’entroterra dell’Oceano Pacifico.
Questa società era molto interessata a svilupparsi in armonia con la natura.
Non occuparono mai la valle, non si stabilirono su terreni produttivi. per quell’antica popolazione come affermato dall’archeologa Ruth Shady i campi fertili erano divinità.
Nota: L’archeologa peruviana Ruth Shady, ha condotto i primi scavi a Caral nel 1996 e ha portato il sito all’attenzione del mondo.
La città di Caral
L’orizzonte è dominato da sette piramidi di pietra che sembrano illuminarsi al sole.
La città è costruita intorno a due piazze circolari sommerse e gli scavi indicano che c’erano mercati regolari che attiravano commercianti da una vasta regione.
I pescatori e gli agricoltori scambiavano le loro merci con flauti fatti di ossa di condor o con conchiglie provenienti dall’Ecuador moderno per realizzare collane.
La città potrebbe anche essere stata il luogo di nascita del quechua, che divenne la lingua del successivo impero Inca ed è ancora vivo oggi.
Caral fu colpita da una lunga siccità intorno al 1800 a.C., costringendo i residenti ad abbandonare l’area. Dopo che se ne furono andati, la città fu sepolta nella sabbia.
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