Il mistero del disco di Nebra, risalente a 4000 anni fa
Il disco di Nebra consiste nella più antica raffigurazione cosmica mai ritrovata, al punto che per molti anni lo stesso oggetto ha fatto dubitare sull’autenticità.
Nel 2013 il disco è diventato uno dei più importanti reperti archeologici del XX secolo, infatti è entrato a far parte del registro dell’UNESCO “Memory of the World”.
Il ritrovamento
Il disco è stato trovato vicino la città di Nebra in Germania (da cui prende il nome), fu scoperto da due cacciatori di tesori su una collinetta alta poco più di 250 metri.
Dopo essere passato attraverso diverse mani, il reperto fu messo in vendita al mercato nero da due ricettatori, nel 2002, grazie ad una “trappola” organizzata dall’archeologo Harald Meller, il disco fu acquisito dallo stato tedesco a cui ancora oggi appartiene per diritto.
Nota: L’autenticità del disco fu attestata da un team di archeologi, che si avvalsero anche della collaborazione di un geologo.
La rappresentazione del disco di Nebra
Il disco di Nebra, oggi custodito al Museo preistorico di Halle, consiste nella più antica rappresentazione della volta celeste.
Realizzato in bronzo, ha un diametro di circa 30 cm e un peso di circa 2,2 kg. E’ stato datato ad un periodo compreso tra il 1700 e il 2100 a.C.
Su di esso risaltano preziosi intarsi in oro, che raffigurano particolari corpi celesti come la luna piena, la falce di luna crescente, e le Pleiadi attorniate da altre stelle.
Secondo studiosi e archeologi, i costruttori del disco fissarono sullo stesso, il momento in cui le Pleiadi compaiono a ovest, nei mesi di marzo e ottobre, arco di tempo in cui si compivano i lavori agricoli, dalla semina fino al raccolto.
Nota: Le Pleiadi sono un ammasso aperto visibile nella costellazione del Toro, distanti a circa 440 anni luce. Conta diverse stelle visibili a occhio nudo, in ambienti cittadini solo quattro o cinque delle stelle più brillanti sono visibili, da un luogo più buio se ne possono contare dodici. Tutte le sue componenti sono circondate da leggere nebulose a riflessione, osservabili specialmente in fotografie a lunga esposizione prese con telescopi di dimensioni ragguardevoli. Per ulteriori info vai su WIKIPEDIA.
Successivamente, al disco furono aggiunti i due archi dell’orizzonte che, evidenziando il sorgere e il tramontare del sole nei solstizi d’estate e d’inverno, trasformarono il disco in un vero e proprio calendario dell’anno solare.
Infine, probabilmente per motivi estetici e religiosi, fu aggiunta la barca solare, che simboleggia il percorso del sole nelle ore notturne, da occidente ad oriente.
Una ricerca del 2007 evidenzia la somiglianza tra le raffigurazioni del disco con quelle che ornavano i tamburi degli sciamani.
Le origini del disco di Nebra
Le origini di questo misterioso reperto sono tutt’oggi incerte, comunque secondo gli archeologi il disco fu opera di una civiltà europea, che molto probabilmente lo offrì in dono agli dei, seppellendolo nella sommità della collina circa 4000 anni fa.
Nota: Il disco di Nebra è stato trovato a circa 20 km dal Cerchio di Goseck, un osservatorio astronomico risalente al V millennio aC. Il cerchio di Goseck è una struttura neolitica sita presso Goseck, Burgenlandkreis, Sassonia-Anhalt, Germania. È costituito da un insieme di fossati concentrici di 75 metri di diametro e da due palizzate sempre circolari con entrate in punti ben definiti.
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