Nelson Mandela e l’aneddoto della cena al ristorante con il suo carceriere

Nelson Mandela fu uno degli uomini più importanti nella lotta alle discriminazioni razziali nel mondo e in particolare nello Stato del Sudafrica, sua terra natìa.

Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013) è stato un politico e attivista sudafricano, presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999.

Antagonista, con il predecessore Frederik de Klerk, dell’apartheid e insieme a questi insignito del premio Nobel per la pace nel 1993, Mandela fu il primo presidente sudafricano non bianco a ricoprire tale carica; attivista per i diritti civili e avvocato, aveva scontato 27 anni di carcere per la sua lotta al segregazionismo razziale.

Fu liberato dal carcere nel 1990 su ordine dello stesso Presidente sudafricano Frederik Klerk in risposta alle crescenti proteste dell’African National Congress e su pressione della Comunità internazionale.

Mandela in vita è diventato un’icona della lotta contro le ingiustizie sociali, esiste giusto un aneddoto, in particolare, per disegnare nel dettaglio la sua figura, questo riguarda l’incontro al ristorante con un suo carceriere.

L’incontro al ristorante di Mandela con il suo carceriere

“Dopo essere diventato presidente, ho chiesto alla mia scorta di andare a pranzo in un ristorante. Ci siamo seduti e ognuno di noi ha chiesto ciò che ha voluto.

Sul tavolo davanti, c’era un uomo che aspettava di essere servito. Quando è stato servito, ho detto a uno dei miei soldati: vai a chiedere a quel signore di unirsi a noi. Il soldato è andato e gli ha trasmesso il mio invito. L’uomo si è alzato, ha preso il suo piatto e si è seduto proprio accanto a me.

Mentre mangiava le sue mani tremavano costantemente e non alzava la testa dal suo cibo. Quando abbiamo finito, mi ha salutato senza guardarmi, gli ho dato la mano e se n’è andato.

Il soldato mi ha detto:
Madiba quell’uomo doveva essere molto malato, visto che le sue mani non smettevano di tremare mentre mangiava.-

No, assolutamente! la ragione del suo tremore è un’altra.

Allora gli ho detto:
Quell’uomo era il custode della prigione dove sono stato. Dopo che mi torturava, urlavo e piangevo chiedendo un po ‘ d’acqua e lui veniva mi umiliava, rideva di me e invece di darmi acqua, urinava nella mia testa.
Non è malato, aveva paura che io, ora presidente del Sudafrica, lo mandassi in carcere e gli facessi quello che mi ha fatto lui. Ma io non sono così, questa condotta non fa parte del mio carattere, né della mia etica.

′′Le menti che cercano vendetta distruggono gli stati, mentre quelle che cercano la riconciliazione costruiscono nazioni. Uscendo dalla porta verso la mia libertà, sapevo che se non mi fossi lasciato alle spalle tutta la rabbia, l’odio e il risentimento, sarei ancora prigioniero.”

Nelson Mandela.

Per ulteriori info su Nelson Mandela clicca QUI

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