Prodotto il primo filetto di manzo di kobe sintetico, ricavato da cellule staminali

Realizzato il primo filetto di manzo di Kobe sintetico e stampato in 3D, lavoro da attribuire ad alcuni scienziati giapponesi dell’Università di Osaka.

Il team di scienziati per produrre il primo filetto di Kobe sintetico hanno utilizzato cellule staminali isolate dalla carne del pregiatissimo manzo giapponese. Dopo, grazie alla stampa in 3D, hanno ricreato un tessuto che somiglia in tutto e per tutto alla carne convenzionale, fatta di muscoli e grasso veri.

Nota sul manzo di Kobe: Il manzo di Kobe è una specialità gastronomica giapponese conosciuta in tutto il mondo. Questo bovino allevato nella prefettura di Hyōgo, presenta un manto nero ed è molto famoso per le particolarità della sua carne, infatti il Kobe è rinomato per il sapore, la tenerezza e la struttura grassa e ben marezzata. Normalmente può essere preparato alla griglia o su piastra.

Il manzo di Kobe è un marchio registrato, depositato in Giappone dall’Associazione per la promozione, distribuzione e marketing della carne di Kobe. Per essere chiamato “di Kobe”, un bovino deve avere le seguenti caratteristiche:

deve appartenere alla razza bovina di Tajima ed essere nato nella prefettura di Hyōgo;
l’allevatore deve far parte della federazione della prefettura di Hyōgo;
deve essere una mucca vergine (scottona), un manzo o un bue;
deve essere macellato al mattatoio di Kobe, Nishinomiya, Sanda, Kakogawa o Himeji nella prefettura di Hyōgo;
deve avere un rapporto di marezzatura di 6º livello o superiore;
il peso lordo del manzo deve essere di 470 chilogrammi o inferiore.

La leggenda vuole che l’alimento principale del manzo sia il grano, insieme alla birra, e che questo venga massaggiato con del sakè. Alla diffusione di questa leggenda ha contribuito anche una scena del film Mondo cane del 1962, ma di tutto ciò non si trova alcun riscontro nella realtà. I bovini vengono effettivamente spazzolati, ma soprattutto per tenerli puliti.

*Il manzo di Kobe può arrivare a costare fino a 1000 euro al chilogrammo.

FONTE: wikipedia

L’obbiettivo del lavoro

L’obiettivo dello studio ha il compito di aprire nuovi orizzonti per la produzione di carne sintetica, quasi identica alla carne vera ma più sostenibile anche dal punto di vista etico.
L’impresa da quanto dichiarato dal team di scienziati, è stata particolarmente difficile, specialmente quando si parla di ricostruire un tessuto dalla consistenza della carne stessa.

Per riuscire nell’impresa gli scienziati sono partiti da due tipi di cellule staminali muscolari e derivate dal tessuto adiposo, queste poi si sono differenziate nelle varie cellule che costituiscono la carne sintetica.

Le fibre muscolari, il grasso e i vasi sanguigni sono stati poi ordinati e stampati in 3D seguendo la struttura della carne vera.

Dong-Hee Kang, autore principale dello studio ha spiegato:

Utilizzando la struttura istologica del manzo Wagyu come modello, abbiamo sviluppato un metodo di stampa 3D in grado di produrre strutture complesse come fibre muscolari, grasso e vasi sangui.

Gli scienziati hanno poi spiegato che migliorando questa tecnologia, si potrà addirittura arrivare a personalizzare i tagli di carne, creando bistecche sintetiche più o meno grasse per adattarle al gusto dei consumatori o per renderle più salutari.

web site: BorderlineZ

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