Il rapimento alieno di Antonio Villas Boas (la dichiarazione)
Questo quasi certamente è uno dei casi di rapimento alieno più noti, inoltre l’abduction che riguarda Antonio Villas Boas del 1957 e anche il primo caso documentato nella storia che riguarda l’ufologia moderna.
Il rapimento di Antonio Villas Boas
In molti al giorno d’oggi considerano la storia del rapimento di Antonio Villas Boas poco più che una semplice bufala, nonostante l’uomo, secondo quanto riportato, ha tenuto fede alla sua testimonianza per tutta la durata della sua vita.
“Mi chiamo Antonio Villas Boas, ho ventitrè anni e di professione faccio il contadino. Vivo con la mia famiglia in una Azienda Agricola che appartiene alla nostra famiglia. È situata vicino alla città di Sao Francisco de Salles, nello Stato di Minas Gerais, vicino al confine con lo Stato di Sao Paulo.
Ho due fratelli e tre sorelle, e viviamo tutti assieme nell’Azienda di famiglia; un altro fratello e una sorella sono morti. Tutti i membri maschi della famiglia lavorano alla fattoria. Ci sono molti campi e piantagioni di nostra proprietà che devono essere coltivati.
Abbiamo un trattore con motore a benzina di marca internazionale che usiamo in due turni, uno diurno e l’altro notturno
quando i campi devono essere seminati. I lavoratori della fattoria li impieghiamo al lavoro durante il giorno. Di notte sono io che lavoro soprattutto solo o con uno dei miei fratelli.
Non sono sposato e sono in buona salute, lavoro duro e tengo un corso per corrispondenza, e quando posso studio. È stato un sacrificio venire a Rio de Janeiro, per via dell’urgente lavoro ancora da fare alla fattoria. Ma ho pensato che il mio dovere fosse quello di riferire sugli avvenimenti insoliti in cui sono stato coinvolto. Farò tutto quello che lei pensa sia giusto e corretto e sono anche pronto a fare una dichiarazione alle Autorità …”
E così che comincia la misteriosa storia raccontata Antonio Villas Boas, reduce di una presunta abduction avvenuta il 15 ottobre del 1957 e registrata come il primo rapimento di UFO dell’età moderna.
Il rapimento di Antonio Villas Boas
Antonio era un 23enne brasiliano e a quanto pare il 15 ottobre del 1957 fu rapito da entità intelligenti extraterrestri.
Il ricercatore Bruce Rux racconta:
” Antonio Villas Boas era riluttante a raccontare la sua storia, ma poi é stato convinto da Dott. Olavo T. Fontes, Professore di Medicina alla Scuola Nazionale di Medicina del Brasile ed anche da un rappresentante dell’APRO, a raccontare pubblicamente ciò che è successo, e lo ha fatto il 22 febbraio dell’anno seguente davanti allo stesso Dott. Olavo T. Fontes, al giornalista Joas Martins, e ad un’agente dell’intelligence militare brasiliana (SSB). Antonio V. Boas, dopo gli esami gli è stato diagnosticato sofferenza da avvelenamento da radiazioni …
… fra i sintomi c’erano:
dolori diffusi in tutto il corpo, nausea, mal di testa, perdita di appetito, arrossamento e bruciore con lacrimazioni agli occhi, lesioni cutanee etc.”
L’inizio di tutto
La vicenda che riguarda Antonio Villas Boas prende piede 10 giorni prima del suo presunto rapimento alieno, ossia il 5 ottobre.
“Quella sera, abbiamo avuto visite, ragione per la quale siamo andati a dormire soltanto dopo le 23:00, ben dopo l’ora solita. Ero nella mia camera, assieme a mio fratello João…
… Faceva molto caldo quella notte e, dunque, abbiamo aperto la finestra, che dà sul terrazzo, quando improvvisamente vedo una luce brillante, che illuminava tutto l’ambiente. Era una luce molto più chiara di quella del chiaro di luna, ed essi non sono riusciti a comprenderne la sua origine e provenienza, solamente che veniva dall’alto, come se un forte proiettore avesse diretto la sua luce verso terra illuminando tutta la nostra azienda agricola…
…Tuttavia, la nel cielo, non ho potuto distinguere niente di preciso. Ho chiamato mio fratello, perché anche lui potesse vedere questa luce, ma, non interessato e pigro come solo lui sa essere, non si è disturbato ad alzarsi ed ha trovato meglio dormire. In seguito, ho chiuso le persiane e tutti e due siamo andati a dormire. Ciononostante, questa luce non mi usciva dalla testa e non mi lasciava chiudere gli occhi di modo che, sentendo una curiosità immensa, sono ritornato ad alzarmi e ad aprire le persiane, per vedere ciò che avveniva là fuori…
… La luce continuava invariata, a restare al suo posto. Sono restato ad osservare questa luce, quando improvvisamente, si è spostata avvicinandosi alla mia finestra. Spaventato, ho chiuso le veneziane, con così grande rumore che ho svegliato mio fratello João che nel frattempo si era addormentato. All’interno della stanza, io e mio fratello abbiamo guardato con sorpresa come la luce luminosa ha giocato per un po’ attraverso le persiane è entrata anche attraverso il tetto, penetrando tra le fessure delle tegole. Alla fine, la luce è scomparsa e non é più ritornata.”
Il giorno prima del rapimento
Boas dichiara:
“… tra le 21:30 e le 22:00, non posso essere sicuro dell’ora esatta, perché non portavo orologi con me. Ho lavorato con il trattore, in società con un altro dei miei fratelli. Improvvisamente, a trecento piedi (circa 150 metri) al di sopra delle nostre teste scorgiamo una luce molto chiara, penetrante, al punto da avere male agli occhi. Quando lo abbiamo visto, per la prima volta, era grande e tondo, come una ruota di carro, alla fine del campo che dava a nord, in cui ariamo la terra.
… Era di un rosso-chiaro ed ha illuminato un grande settore. Distinguiamo qualcosa all’interno della luce, che si muove, improvvisamente ed ultra-velocemente, a sud dall’altra parte del campo, dove è rimasto immobile. Sono corso dietro alla luce, che allora, si è messa a girare per i campi. Mi sono messo a correrle dietro, ma mi sfuggiva sempre. Allora, abbiamo abbandonato l’inseguimento ed abbiamo raggiunto gli altri fratelli…
… Per un po’ di minuti la luce è stata immobile, a distanza, sembrava emettere raggi intermittenti, in tutte le direzioni, e che mi hanno fatto pensare ai raggi del sole quando sorge. In seguito, è scomparso così improvvisamente da aver avuto l’impressione che fosse stato spento. Tuttavia, non ho realmente la certezza assoluta di queste cose, Non sono abbastanza sicuro se questo è ciò che è successo effettivamente, perché non ricordo se ho tenuto lo sguardo sempre nella stessa direzione. Forse per pochi secondi ho gettato lo sguardo altrove, e può essere che si sia sollevato e sia scomparso prima che abbia avuto il tempo di rigirarmi.”
L’abduction
Il 15 ottobre avviene il vero e proprio contatto con il relativo rapimento di Antonio da parte di presunte entità extraterrestri.
“Il giorno seguente, il 15 ottobre, ho lavorato da solo con il trattore. Era una notte fredda con il cielo notturno e chiaro, cosparso di stelle. Precisamente alle 01:00 ho visto una stella rossa, d’aspetto uguale ad una di queste grandi stelle ben chiare nel cielo…
… Tuttavia, ho percepito che non si trattava di una stella, infatti è aumentato gradualmente di dimensione e sembrava dirigersi nella mia direzione. All’interno di questa luce per alcuni secondi, si è intravisto un oggetto brillante, dalla forma di un uovo allungato con delle caratteristiche tecniche e dalla velocità incredibile…
… Il suo approccio era così rapido che già era sul trattore, prima ancora che io potessi ragionare su ciò che avrei dovuto fare. L’UFO si è fermato improvvisamente a 100 metri circa, rimanendo immobile alcuni istanti, poi è sceso fino a 50 m sopra la mia testa. Il trattore ed il campo sono stati illuminati, come immersi in una completa luce del giorno…
… La luce dei fari del mio trattore è stata completamente oscurata da questa luminosità penetrante, rosso-chiaro. Ho sentito un timore orribile, di cui non potevo avere idea di ciò che sarebbe successo. Volevo fuggire con il trattore, ma, in confronto con la velocità di quest’oggetto, la sua marcia era lenta ed tutti i miei sforzi per accelerarlo sono stati inutili…
… Saltare dal trattore e cercare di fuggire a piedi, correndo nella terra recentemente arata, avrei solo rischiato di rompermi una gamba. Tanto che sono restato là, uno due minuti, esitante, senza sapere cosa fare, poi la luce ha cominciato a muoversi e si è fermata a 10-15 m dinanzi al mio trattore, per posarsi lentamente al suolo…
… Si è avvicinato a me, sempre più,fino a quando ho potuto distinguere che si trattava di una macchina fuori dal comune, quasi rotonda, con delle piccole luci rosse disposte su tutta la circonferenza. Nella parte anteriore che si trovava nella mia direzione, c’era un faro enorme rosso, lo stesso che mi aveva oscurato la vista, quando l’oggetto è sceso da sopra. Ora distinguevo chiaramente i contorni della macchina; sembrava un uovo allungato, e presentava tre pennacchi, uno in mezzo gli altri due su ogni lato. Erano tre pennacchi o protuberanze metalliche, che finivano arrotondati a punta, non ho potuto distinguere il suo colore, a causa della forte luce rossa, nel quale erano immersi. In cima, sopra l’oggetto vi era qualcosa che girava ad un’alta velocità, che a sua volta, emetteva della luce rossa, fluorescente…
… Nel momento in cui la macchina ha decelerato, per posarsi a terra, le rotazioni della cupola rotatoria, sono diminuiti e la luce è cambiata da rosso a verde. A questo punto, la parte giratoria era come un piatto, o come una cupola appiattita.
D’altronde, questa parte rotatoria non si è mai fermata, per lo meno, si manteneva in rotazione permanente, anche dopo che l’oggetto volante si trovava al suolo. La maggioranza di questi dettagli li ho osservati un po’ più tardi perché sin dall’inizio, sono stato troppo nervoso per percepirli. E quando, a qualche metro dal suolo, la parte bassa dell’oggetto si è aperta e sono usciti tre appoggi metallici, ho perso le ultime risorse del mio autocontrollo. Evidentemente erano usciti i “sostegni d’atterraggio”. Ma non ero disposto ad attendere un solo istante di più, tale evento…
…Durante tutto questo tempo, il motore del trattore era acceso e, allora, ho messo piede sull’acceleratore, l’ho deviato dall’oggetto volante, che si trovava dinanzi al trattore, ed ho provato a fuggire, ma fatti alcuni metri, il motore si è fermato ed i fari si sono spenti. Non capivo il perché, il motore era funzionante ed i fari funzionavano. Ho provato a partire, ma il motore non rispondeva. Prevedendo il peggio, sono saltato giù dal trattore, giusto dietro l’oggetto e sono corso via. Tuttavia, poco più in là, un minuscolo essere sconosciuto, che mi arrivava a mala appena all’altezza delle mie spalle, ha preso il mio braccio per trattenermi…
…Gli ho dato una spinta, che gli ha fatto perdere l’equilibrio, liberando nel contempo il mio braccio e facendolo cadere all’indietro., Ho provato ancora a correre, quando, istantaneamente, tre altri esseri mi hanno preso alle spalle e ai lati, tenendomi le braccia e le gambe e sollevandomi dal suolo, senza la possibilità di divincolarmi o difendermi. Ho provato a scalciare, ma mi hanno tenuto ben fermo. Ho gridato aiuto, li ho maledetti ed ho imposto loro che mi lasciassero andare. Inoltre i miei rapitori dovevano essere stati stupiti o curiosi per le mie grida, perché fino a che non siamo saliti sull’oggetto volante, ogni volta che aprivo la bocca per gridare, mi osservavano in viso, senza, tuttavia, rilasciare la presa con il quale mi tenevano fermo…
…Mi hanno portato in questa maniera fino all’oggetto volante, che era posto a 10 m sopra il suolo, sui supporti metallici già descritti. Nella parte posteriore dell’oggetto volante c’era una porta, che si apriva completamente e che fungeva da pensilina e che dava su una scala di metallo, dello stesso metallo argentato delle pareti dello scafo, e che scendeva al suolo. I miei rapitori hanno avuto difficoltà a farmi salire questa scala, che poteva essere usata al massimo da due persone, uno accanto all’altro e inoltre questa non era stabile, equilibrandosi fortemente, ad ogni mio tentativo di liberarmi dai miei rapitori. Su ogni lato della scala vi era un corrimano, dello spessore di una impugnatura di spazzola, alla quale mi afferravo ad ogni passo per evitare di salire, questo costringeva i miei rapitori a fermarsi ogni volta, per togliermi le mani dal corrimano. Ciò nonostante, anche il corrimano era mobile e quando in seguito, sono sceso con questa scala, ho avuto l’impressione che fossero legati con una catena…
… Mi lasiarono in un piccola stanza quadrata. Inizialmente mi hanno lasciato per terra. La porta d’entrata, unita con la scala si è sollevata e si è chiusa. L’interno era illuminato come se fosse stata la luce del giorno, ma, anche in questa luce brillante, non si percepiva il punto della porta che è stata completamente integrata alla parete…
.. Uno dei cinque essere presenti ha indicato con la mano una porta aperta e mi ha fatto capire che dovevo seguirlo, ho obbedito, d’altronde non avevo altra scelta. Continuiamo allora, per questa stanza semi-ovale, più grande di quell’altra. Le pareti splendevano come nella stanza precedente. Credo che ci trovavamo nel settore centrale dell’oggetto volante, perché nel mezzo vi era una colonna rotonda, apparentemente massiccia, il cui diametro diminuiva nel suo mezzo…
…I soli mobili esistenti erano una tavola, dai disegni strani e diverse sedie girevoli, sembravano le nostre sedie dei banconi da bar. Tutti gli oggetti erano di metallo. La tavola e le sedie avevano uno solo piede, nel centro, e il tavolo era fermamente fissato alla base, e nelle sedie, il piede poteva appoggiarsi a tre rafforzamenti orizzontali a scala, con un anello mobile ed intarsiato attorno ai fianchi. Inoltre, le sedie si potevano muovere su tutti i lati…
… Gli esseri stranieri hanno continuato a tenermi ed, evidentemente parlavano al mio cospetto. Quando dico “parlavano” è bene sottolineare che ciò che intendo dire è che non hanno niente a che vedere con i suoni umani. Né posso imitare la loro voce o parole. Tutti e cinque uniti, hanno iniziato a spogliarmi. Mi sono difeso meglio che ho potuto, ho gridato, mi sono divincolato. Per un attimo si sono fermati, mi hanno osservato ed hanno provato a farmi comprendere che volevano passare per gente istruita. Tuttavia, hanno continuato a spogliarmi, fino a che sono rimasto completamente nudo. Nonostante le mie proteste violente, le mie forti discussioni durante tutto questo processo, non sono arrivati a ferirmi, né a strapparmi una qualunque parte del mio abito…
…Uno degli esseri si è avvicinato a me, tenendo qualcosa nella mano che mi sembrava una specie di spugna, con la quale è passato con un liquido su tutto il mio corpo. Era una spugna ben morbida, non una di quelle spugne comuni, ed il liquido era chiaro ed inodore, tuttavia più viscoso dell’acqua…
…Ho pensato che fosse una specie di olio, ma non poteva esserlo perché la mia pelle non era né unta né grassa, inoltre, quando hanno passato questo liquido sul mio corpo, ho sentito un freddo intenso, anche perché, all’interno dell’oggetto volante la temperatura era sufficientemente bassa.
…Intanto, tre degli mi hanno sospinto per una porta, dalla parte opposta a quella dalla quale sono entrato. Uno di loro ha toccato qualcosa, al centro della porta che in seguito, si è aperta dai due lati, come una porta scorrevole…
…Al di sopra, vi era una specie di iscrizione, lettere luminose verdi come pannelli indicatori. Gli effetti di luce di queste lettere luminose, attaccati alla porta per mezzo cm in rilievo erano completamente diversi da qualunque dei simboli o caratteri che conosco. Ho cercato di registrarli nella mia memoria, ma, purtroppo non ci sono riuscito…
…In compagnia di due degli esseri stranieri, sono entrato in una piccola stanza quadrata, illuminata come le altre stanze, la porta si è chiusa dietro di me, ma quando mi sono girato per osservare, nulla aveva la forma di una porta, soltanto una parete, uguale alle altre. Improvvisamente, la parete ha cominciato ad aprirsi e, dalla porta sono entrati due esseri, tenevano nelle mani due tubi di gomma rossi, sufficientemente spessi, e ciascuno misurava più di un metro…
…Uno di questi tubi era collegato un recipiente di vetro, a forma di calice, dall’altra parte vi era invece una specie di beccuccio che sembrava una ventosa, che hanno messo sulla mia faccia, al di sotto del mento, dove ancora ho una macchia scura, che mi è rimasta come una cicatrice…
… Dopo avermi messo il tubo di gomma, ho visto come il calice si è riempito, lentamente, del mio sangue, fino alla metà. Là, allora, si sono fermati; hanno tolto il tubo di gomma e lo hanno sostituito con l’altro. Ho subito un nuovo prelievo di sangue, questa volta dall’altro lato del mento e questa volta, il calice era pieno, fino al bordo. Finito il prelievo, gli uomini hanno tolto il tubo di gomma ed anche da questa parte, il mio viso è rimasto ferito col medesimo prurito e bruciore di prima.
… Finito il prelievo gli esseri sono usciti richiudendo la porta dietro di loro dopo di che sono rimasto solo in questa stanza. Per circa un’ora, nessuno si è preoccupato di me. In questa sala non c’erano mobili, a parte una specie di letto, senza materasso, né coperte, dopo tutto quel che avevo passato, mi sono sentito stanco, e quindi mi sono seduto su questo letto.
Nello stesso momento, ho sentito un forte odore, sconosciuto, che mi ha causato delle nausee…
La descrizione dei presunti esseri extraterrestri
Non mancano neppure le descrizioni degli esseri che Antonio Villas Boas ha descritto fin nei minimi dettagli.
“…I cinque esseri vestivano una blusa grigia molto aderente e spessa, molto morbida in alcuni punti, attaccata con cinghie nere. Per coprirsi la testa ed il collo, utilizzavano un casco dello stesso colore, ma di un materiale più rinforzato dietro, con strette cinghie di metallo. Questo casco copriva tutta la testa, lasciando aperti soltanto gli occhi, che ho potuto distinguere attraverso qualcosa che sembrava un paio di occhiali rotondi…
…Al di sopra degli occhi, il casco aveva due volte l’altezza di una fronte normale. Probabilmente, sulla testa, al di sotto del casco, utilizzavano qualcosa che era invisibile dall’esterno. A partire dalla metà della testa, scendendo per i fianchi ed entrando nella blusa, all’altezza dei fianchi, ho osservato tre tubi rotondi, d’argento, del quale non so dire se erano di gomma o di metallo. Il tubo centrale scendeva dalla colonna vertebrale a sinistra, e a destra scendevano gli altri due tubi, fino a 10 cm al di sotto delle ascelle. Non vi era nessuna depressione o ammasso, che indicava un collegamento tra questi tubi ed un recipiente o uno strumento, nascosto al di sotto della blusa.
…La blusa non aveva né tasche, né bottoni. I pantaloni erano lunghi e attillati e continuavano in una specie di scarpe, senza tuttavia vedere dove finiva il pantalone e dove cominciava la scarpa o stivaletto. Tuttavia, le suole delle scarpe avevano da 4 a 7 cm di spessore, erano ben diversi dalle nostre scarpe. Le scarpe erano leggermente incurvate in cima.
…Gli esseri si muovevano abili e rapidi …
…Erano tutti della mia altezza (circa 1,64 cm), forse un po’ meno a causa di quei caschi , tranne uno, che non arrivava neanche all’altezza del mio mento. Erano fisicamente forti, ma non al punto di averne timore, credo che in un incontro di lotta su una base uguale non avrei dubbi ad affrontare qualunque di questi esseri…”.
Presunto sesso dentro l’astronave con un’aliena
A quanto pare Antonio durante l’abduction fece del sesso con un’entità aliena femmina di seguito le sue dichiarazioni:
“ … un rumore nella porta ha interrotto le mie meditazioni. Mi sono girato e vedo una giovane donna avvicinarsi. Lentamente mi veniva incontro. Era completamente nuda, svestita come me. Sono rimasto perplesso e, apparentemente, essa ha trovato divertente l’espressione sul mio viso…
… Era molto bella, completamente diversa dalle altre donne che conosco. I suoi capelli erano morbidi e biondi, quasi del colore del platino che le scendevano giù dalla nuca, con la riga in mezzo. Aveva grandi occhi blu, a mandorla. Il suo naso era diritto. Il contorno del suo viso era diverso, con gli zigomi alti e prominenti, le conferiva a suo modo un aspetto eterogeneo, lasciano il viso molto più ampio di quello degli indiani sud-americani e, con il mento dalla forma di un triangolo, le sue labbra erano molto magre, quasi invisibili e le sue orecchie erano esattamente come quelle delle nostre donne terrestre…
… Aveva il corpo grazioso come le nostre comuni giovani donne, con i seni ben formati, fermi ed alti, dalle dimensione fini. I suoi fianchi erano larghi, le gambe lunghe, i piedi piccoli, le mani fini e le unghie normali. Era di statura piccola, e la sua testa arrivava a mala pena alle mie spalle. Questa giovane donna si è avvicinata a me, in silenzio; mi ha osservato con i suoi grandi occhi, che esprimevano una attesa, dicendo che attendeva qualcosa da me. Improvvisamente, mi ha stretto ed ha iniziato a sfregare il suo viso sul mio, tanto che premeva il suo corpo contro il mio. Aveva la pelle bianca come le nostre mogli bionde e le braccia piene di efelidi. Ho sentito soltanto l’odore del suo corpo, tipicamente femminile, senza alcuno profumo nella pelle o nei peli. La porta è ritornata a chiudersi…
…Restato solo con questa giovane donna, che non mi ha lasciato il minimo dubbio riguardo ai suoi desideri, sono stato fortemente eccitato. Considerando la situazione nella quale mi trovavo, questo sembra una cosa poco improbabile, ma credo che questo sia stato a causa del liquido che hanno passato sul mio corpo. Io so soltanto che non sono riuscito più a frenare il mio appetito sessuale…
… ho finito con il non pensare più a nulla, non ho più rifiutato le avance della giovane donna e le sue carezze. È stato un atto normale e si è comportata come qualsiasi altra donna, anche dopo molte ripetizioni dell’atto.
In seguito, si è stancata ed ha respirato con difficoltà…
… Poco dopo che i nostri corpi si sono separati, la porta si è aperta e uno degli stranieri ha chiamato la giovane donna. Prima di uscire dalla sala, si è girata verso di me, indicando prima il suo ventre, in seguito con una specie di sorriso, il cielo. In seguito, è uscita…
… Ho interpretato questo gesto come se volesse dirmi che presto sarei diventato padre e che sarebbe ritornata e che sarei potuto andare a vivere con lei nello spazio. Ancora oggi sono enormemente preoccupato e pieno di paura, al solo pensiero che se ritornassero e mi rapissero nuovamente, sarei definitivamente perso. In nessun modo sarei pronto a separarmi dalla mia famiglia ed abbandonare la mia terra…
… A questo punto, uno degli stranieri m’ha ridato i miei abiti, con cui mi sono rivestito. Ho ritrovato tutti i miei effetti personali tranne il mio accendino che potrebbe anche essere caduto al suolo, durante la lotta corporale con i miei rapitori. Torniamo nell’altra stanza dove tre dei membri dell’equipaggio si trovavano seduti sulle sedie girevoli…
… Quello che era venuto a prendermi, ha raggiunto gli altri e mi ha lasciato solo. Finché “parlavano”, ho cercato di registrare nella memoria tutti i dettagli del mio incontro ed osservare minuziosamente tutto quanto avveniva. In quest’ottica, ho intravisto sul tavolo, accanto ai rapitori, all’interno di una scatola quadrata, con una copertura di vetro, un disco, somigliante ad una sveglia; c’era un’indicatore, ma al posto dei numeri c’era una marcatura nera…
…Non so a cosa serviva ciò, ma è cosi che l’ho visto. Mi sono avvicinato un poco alla volta e l’ho tirato giù dalla tavola con le due mani. Era pesante, almeno 2 kg, tuttavia non mi hanno dato il tempo, di osservarlo da vicino, perché nello spazio di un secondo, uno degli uomini mi ha spinto di lato, togliendomi la scatola dalle mie mani e furioso è tornato a metterla al suo posto. Mi sono ritirato fino alla parete più vicina e sono rimasto immobile, in silenzio…
… Infine, uno degli stranieri si è alzato e mi ha fatto un segno come per seguirlo fino alla porta d’entrata, già aperta e con la scala già rilasciata. Sceso dalla nave spaziale uno degli alieni mi ha fatto come una specie di saluto prima di ripartire.”
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