La storia di Vladimir Putin

Chi è veramente Vladimir Putin? Quale figura si nasconde oltre l’etichetta di guerrafondaio e dittatore descritta dai media? E’ veramente un cattivo, che ha osato attaccare senza nessun motivo lUcraina? Non entrerò troppo nel merito, penso solo che il Presidente della Russia, probabilmente sia una delle figure più enigmatiche e poco conosciute dei nostri tempi.

Da molti anni sulla figura di Putin sono stati scritti centinaia di libri e girati una miriade di documentari, dove puntualmente (tranne alcuni casi) viene descritto, come un leader autoritario con un passato da spia (del KGB) che esercita il suo potere al pari o quasi di un tiranno.

Si vocifera che nessuno mai lo abbia visto scherzare o ridere, i più fortunati al massimo hanno intravisto il suo sorriso serioso.

La storia di Vladimir Putin

Vladimir Putin nacque nel 1952 a Leningrado, di origini molto modeste viveva in una kommunalka, un’abitazione tipica dell’Unione Sovietica dove più famiglie condividevano gli spazi a disposizione.

Il padre del giovane Vladimir  era una sommergibilista della marina militare russa, sua madre era una semplice operaia, il nonno invece lavorò come cuoco in una dacia per Lenin e Stalin.

Nota: la dacia è un’abitazione tipica russa situata in campagna e di solito posseduta dagli abitanti delle grandi città che la usano per trascorrervi le vacanze o per affittarle ad altri villeggianti.

Vladimir si laureò in legge a San Pietroburgo e fu arruolato alla fine degli studi nel KGB come ufficiale dei servizi segreti sovietici con il grado di tenente colonnello dal 1975 al 1991.

Visse dal 1985 al 1990 a Dresda, nella Repubblica Democratica Tedesca e ha operato presso la Stasi (i servizi segreti della Germania dell’Est) utilizzando un’identità di interprete come copertura.

Putin in Germania alla caduta del Muro

Durante i “nervosi”  giorni che seguirono la caduta del noto Muro di Berlino (9 novembre 1989), Vladimir rimase nell’edificio del KGB a Dresda (sito accanto a quello della Stasi), in quel periodo fu molto impegnato personalmente a distruggere un’enorme quantità di documenti che facevano parte di un’archivio top secret, ciò per impedire ai manifestanti di entrarne in possesso.

Il 5 dicembre del 1989 una folla inferocita assaltò e distrusse la sede della Stasi per poi minacciare quella del KGB che come detto si trovava accanto.

All’interno della sede del KGB chiesero tempestivamente aiuto al vicino distaccamento militare, ma purtroppo la risposta fu negativa in assenza di ordini diretti da Mosca.

A questo punto l’ufficiale di grado superiore della sede si diede alla fuga, Putin rimase come secondo, a questo punto uscì in cortile armato di sola pistola, si qualificò come interprete e spiegò che quello era territorio sovietico, convincendo la folla a rinunziare a scavalcare il muro di cinta che proteggeva la sede del KGB.

Quel giorno alla folla inferocita Putin gridò:

“Ho 12 pallottole. Una la lascio per me. Ma compiendo il mio dovere, dovrò sparare”.

Collasso del regime della Germania Est

Dopo il collasso del regime della Germania Est, Putin fu richiamato in Unione Sovietica e fece ritorno a Leningrado, dove, da giugno del 1991, fu inserito nella sezione Affari internazionali dell’Università Statale.

Putin rassegnò le proprie dimissioni dai servizi di sicurezza il 20 agosto 1991 durante il fallito colpo di Stato, supportato dal KGB, contro Gorbačëv.

Dal 1996 si trasferì a Mosca ed entrò nello staff del Presidente Boris Eltsin. Dopo essere stato a capo del Consiglio di Sicurezza Federale (ex KGB) e a capo del Consiglio di Sicurezza Russo, assunse la carica di primo ministro nell’agosto del 1999. Divenne ad interim capo dello Stato dopo le dimissioni a sorpresa di Eltsin nella notte di Capodanno.

Alle elezioni del marzo 2000 fu confermato alla guida del Paese con il 53% dei consensi.

vladimir putin

Vladimir Putin adolescente nel 1965 – img. da wikipedia

Cosa fece Putin per la Russia

Vladimir Putin durante la sua ascesa:

  • puntò al risanamento economico tramite la privatizzazione di importanti imprese statali
  • attuò riforme nell’ambito pensionistico, bancario e fiscale
  • la sua campagna contro la corruzione ampliò il suo consenso e colpì oligarchi come Berezovskij, Gusinskij e Chodorkovskij
  • dal punto di vista geopolitico puntò a riconquistare la posizione di leadership nell’area asiatica ed eurasiatica della Russia
  • diede via libera ai militari di mettere a ferro e fuoco la Cecenia per “stanare i terroristi fin nelle latrine”.

Dopo l’11 settembre

Dopo l’attacco dell’11 settembre agli Stati Uniti da parte dei fondamentalisti islamici, Putin non si creò problemi a sostenere George W. Bush nella lotta al terrorismo internazionale.

Ciò nonostante si oppose all’intervento armato della coalizione angloamericana in Iraq contro il regime del noto dittatore Saddam Hussein, allo stesso modo si oppose  alle operazioni contro Muhammar Gheddafi in Libia durante le Primavere Arabe.

Elezioni del 2004

Nel 2004 venne rieletto, ma stavolta con il 71,2% delle preferenze visto che mancava una vera opposizione. La sua campagna elettorale puntò alla lotta al terrorismo e sulla ripresa economica.

Alle elezioni del 2008 salì alla guida del Paese Dmitrij Medvedev, ciò nonostante Putin continuò a ricoprire un ruolo di primo piano nella politica estera come primo ministro.

Alle presidenziali del 2012 tornò ad essere eletto presidente con il 60% delle preferenze come a quelle del 2018. Fu proprio a cavallo di questi anni che scoppia il conflitto con l’Ucraina esattamente nel 2014, dovuto al progressivo avvicinamento di Kiev all’Occidente (Nato e Unione Europea).

Controversie e accuse dell’Occidente contro Putin

Al momento le principale accuse mosse dall’Occidente indicano che Putin abbia esercitato uno smisurato potere ininterrotto, azzerando le opposizioni, perseguitando le voci di dissenso, tra le accuse si dice che abbia fatto avvelenare gli oppositori, inoltre ha provato a destabilizzare le democrazie occidentali tramite gli apparati informatici.

La sua ideologia è stata definita imperialista e panslavista.

Accuse di autoritarismo

Secondo Freedom House e altre organizzazioni no-profit, oltre che per gli oppositori politici, Putin è un uomo politico autoritario e oligarchico, con contorni dittatoriali.

Putin e il suo governo vengono accusati anche di numerose violazioni dei diritti umani, soprattutto in Cecenia, nonché di limitare la libertà d’espressione.

Accuse pesanti sono state rivolte a Putin dall’ex agente sovietico Aleksandr Litvinenko, morto per avvelenamento da polonio 210 a Londra nel 2006, secondo Litvinenko stesso a causa di un attentato perpetrato da agenti segreti russi. Ciò sarebbe confermato dalle conclusioni della relazione dell’Alta corte di Londra il 21 gennaio 2016, sulla base di documenti segreti, i cui contenuti non sono stati resi noti pubblicamente. Ma Putin ha sempre respinto le accuse.

Benché accusato anche di aver favorito oppure addirittura ordinato omicidi di dissidenti, Putin ha ribadito più volte la sua contrarietà alla pena di morte anche per gravi crimini (richiesta da circa il 72% dei russi, secondo alcuni sondaggi), per il Presidente Russo lo Stato non può sottrarre a Dio il diritto di togliere la vita.

Accuse di malversazione

Putin è stato accusato da alcuni dei suoi avversari politici di peculato per l’eccessiva quantità di beni mobili e immobili a sua disposizione a spese dello Stato.

Sempre secondo gli accusatori, il politico russo avrebbe fatto edificare una residenza personale, più grande del Cremlino di Mosca, a Gelendžik, sul mar Nero, costata secondo alcuni un miliardo di euro la cui direzione dei lavori sarebbe stata affidata a un architetto italiano, ma non hanno fornito alcun elemento di prova a sostegno di tale affermazione.

Altre accuse arrivano da un imprenditore statunitense che, davanti alle autorità degli USA, ha stimato il patrimonio personale di Putin in 200 miliardi di dollari: cifra che, se fosse confermata, lo renderebbe l’uomo più ricco al mondo.

Accuse di omofobia

Le leggi approvate dalla Duma nel 2013 su proposta di parlamentari del partito di Putin, Russia Unita, e sostenute dalla Chiesa ortodossa russa, furono definite “omofobe” dagli oppositori.

La Russia ricevette, inoltre, critiche anche aspre da alcuni Stati esteri nel momento in cui promulgò una legge che vieta la “propaganda” tramite qualsiasi materiale (riviste e materiale informativo e di prevenzione) “di relazioni sessuali non tradizionali” rivolta a minori.

Putin si è tuttavia pronunciato in maniera esplicita sugli omosessuali affermando di rispettare il loro orientamento ma di voler far fronte a un calo demografico dichiarando:

“La Russia ha un problema demografico, io ho il dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole”.

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