Il Mistero della Batteria di Baghdad: Un Enigma dell’Antichità
Tra le varie ed importanti scoperte archeologiche, poche suscitano tanto fascino e dibattito quanto la cosiddetta “Batteria di Baghdad”. Questo antico manufatto, rinvenuto nei pressi di Baghdad, in Iraq, è al centro di un enigma che continua a intrigare studiosi e appassionati di storia antica.
Scoperta e Descrizione
La Batteria di Baghdad è costituita da una serie di oggetti risalenti al periodo parto-sasanide, che va approssimativamente dal 250 a.C. al 650 d.C. Gli oggetti consistono in recipienti di terracotta a forma di vaso, contenenti un cilindro di metallo – spesso identificato come un cilindro di ferro – e un tappo di rame. Questa struttura ha portato alcuni studiosi a ipotizzare che gli oggetti potessero essere utilizzati come primitive batterie elettriche.
L’ipotesi della batteria è stata avanzata sulla base dell’idea che riempiendo i recipienti con una soluzione elettrolitica, come ad esempio l’aceto, gli oggetti potrebbero generare una corrente elettrica attraverso una reazione chimica. Questa corrente potrebbe essere stata utilizzata per scopi vari, come l’elettroplaccatura o per alimentare dispositivi elettrici primitivi.
Nota: La Batteria di Baghdad fu scoperta negli anni ’30 del XX secolo dall’archeologo tedesco Wilhelm König durante scavi nella zona di Khujut Rabu, vicino a Baghdad, in Iraq. König notò questi strani oggetti mentre esplorava un sito archeologico sasanide e li identificò come recipienti di terracotta con elementi metallici all’interno.
Quanta energia poteva erogare la Batteria di Bagdad?
Non esiste una stima precisa sulla potenza esatta che la presunta “Batteria di Baghdad” avrebbe potuto generare, poiché non ci sono prove concrete del suo utilizzo come semplice batteria elettrica. Tuttavia, gli studi e le ipotesi hanno suggerito che, se fosse stata effettivamente utilizzata come una sorta di batteria, la quantità di energia prodotta sarebbe stata relativamente bassa.
Alcuni esperimenti condotti da ricercatori e studiosi hanno dimostrato che oggetti simili, basati sulla struttura della Batteria di Baghdad, potrebbero generare una tensione di alcuni volt. Tuttavia, questa quantità di energia sarebbe stata insufficiente per alimentare dispositivi elettrici moderni.
È importante sottolineare che molte delle ipotesi sull’uso della Batteria di Baghdad sono ancora oggetto di dibattito e che alcune teorie suggeriscono che gli oggetti potrebbero essere stati utilizzati per scopi diversi dall’elettricità. Pertanto, la potenza che potrebbe essere stata generata da questi oggetti rimane ancora un argomento teorico.
Infatti molti studiosi oggi, contestano questa interpretazione, sottolineando la mancanza di prove concrete dell’uso di dispositivi elettrici nell’antichità. Alcuni infatti suggeriscono che tali oggetti potrebbero essere stati utilizzati come semplici lampade o contenitori per reliquie religiose.
Test sulla batteria
Nella famosa serie televisiva inglese “Arthur C. Clarke’s Mysterious World” del 1980, l’egittologo Arne Eggebrecht riuscì a creare una riproduzione fedele della batteria, dopo averla riempita di succo d’uva, vide che il meccanismo riusciva a produrre circa 0,5 volt di elettricità, dimostrando che avrebbe potuto placcare una statuetta di argento in circa due ore utilizzando una soluzione di cianuro d’oro.
Inoltre nel marzo del 2005, nel programma televisivo MythBusters furono collegate tra loro 10 Batterie di Baghdad costruite a mano e stavolta riempite di succo di limone come elettrolita, queste riuscirono a generare una tensione continua di circa 4 volt.
Detto ciò, è possibile che l’antico manufatto fosse realmente una sorta di batteria antica?
Nota: la serie di 10 celle collegate fra loro aveva abbastanza potenza da placcare un piccolo oggetto
Teorie alternative sulla batteria di Baghdad
Esistono teorie alternative che associano la Batteria di Baghdad e altri artefatti antichi a concetti come antiche civiltà aliene o tecnologie avanzate del passato. Queste teorie, spesso classificate come “archeologia misteriosa” o “pseudoarcheologia”, non sono supportate dalla comunità scientifica accademica e sono considerate ipotesi non verificabili o non scientifiche.
Le teorie che sostengono un’origine aliena o una tecnologia avanzata del passato sono generalmente considerate speculative perché mancano di prove empiriche o basi scientifiche solide. Si ci basa solo sul fatto secondo cui questa potenziale batteria antica è troppo complessa se si relaziona al periodo in cui è stata creata:
- Complessità Tecnologica: Alcuni sostengono che la complessità di certi manufatti antichi, come la Batteria di Baghdad, sia troppo avanzata per essere stata raggiunta dagli antichi popoli con le loro conoscenze e tecnologie. Di conseguenza, alcuni speculano che questa complessità potrebbe essere stata ottenuta grazie all’intervento o alla guida di entità extraterrestri o antiche civiltà sconosciute super avanzate.
- Mancanza di Spiegazioni Convenzionali: Poiché non esistono spiegazioni definitive sull’uso della Batteria di Baghdad e di altri manufatti simili, alcune persone considerano plausibile l’idea che questi oggetti potrebbero essere stati parte di tecnologie avanzate non comprese dalle civiltà antiche, e che queste conoscenze potrebbero essere state trasmesse o acquisite da fonti extraterrestri.
Conclusioni
Il mistero della Batteria di Baghdad rimane ancora in gran parte irrisolto. Mentre alcuni continuano a sostenere l’ipotesi della batteria, altri cercano spiegazioni alternative. Gli studiosi continuano a investigare e a condurre ricerche per gettare luce su questo enigma dell’antichità.
In ultima analisi, la Batteria di Baghdad rappresenta un intrigante punto di incontro tra storia, archeologia e tecnologia, un enigma che continua a stimolare la curiosità di coloro che si avventurano nel passato remoto dell’umanità. La sua vera natura potrebbe rimanere avvolta nel mistero per sempre, o forse, un giorno, sarà svelata attraverso ulteriori scoperte e ricerche.
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