Chi c’era Prima degli Egizi? Il Mistero dell’Antico Egitto
Nel cuore dell’antico Egitto, si cela un enigma avvolto nel mistero, un mistero che innesca una specifica domanda, che in molti cercano di spiegare ma senza riuscirci concretamente. Chi erano coloro che camminarono sulle sabbie d’Egitto prima dei Faraoni?

Introduzione
In barba all’archeologia ufficiale, molti appassionati e anche veri e propri studiosi, si sono sempre chiesti come sia stato possibile che la civiltà egizia in un brevissimo lasso di tempo sia riuscita a realizzare strutture così all’avanguardia da mettere in crisi anche i più grandi ingegneri dell’era moderna.
In effetti sono molte le cose che fanno pensare che l’esplorazione delle radici della civiltà egizia, riveli tracce intriganti di una presenza precedente, suggerendo che i fondatori della grande civiltà si siano appoggiati a conoscenze e tecnologie ereditate da chi li ha preceduti. Detto questo non voglio per forza andare a disturbare la potenziale influenza aliena come spesso succede e in molti sostengono, penso però concretamente, che i primi piedini a calpestare la sabbia dell’affascinate Piana di Giza e zone limitrofe, non siano stati necessariamente i Faraoni che oggi conosciamo. Quindi chi c’era prima degli egizi?
L’ipotesi di una presenza antecedente, una civiltà o una cultura perduta che ha lasciato il proprio segno nel deserto prima dell’ascesa degli egizi, guida gli studiosi verso un territorio di speculazione e meraviglia. Forse, nel cuore dell’antico Egitto, si cela un passato ancora più antico e misterioso di quanto avessimo mai immaginato, un enigma che da sempre attende pazientemente di essere svelato dalle sabbie del tempo.
Chi c’era prima degli Egizi? Alcuni misteri
Il mistero della Piramide di Cheope

Conosciuta anche come la Grande Piramide di Giza, è uno dei monumenti più iconici e misteriosi dell’antico Egitto. La sua imponenza e precisione costruttiva hanno affascinato generazioni di studiosi, dando vita a una serie di teorie e relative teorie e speculazioni riguardo alla sua origine e al popolo che l’ha eretta.
Numerose sono le ragioni per cui alcuni ritengono che la Piramide di Cheope potrebbe essere stata costruita da una civiltà più antica di quella egizia. Uno dei principali argomenti a sostegno di questa teoria è la complessità ingegneristica della piramide stessa. La sua costruzione richiedeva una conoscenza avanzata di geometria, astronomia e ingegneria, insieme a risorse e manodopera significative. Alcuni ritengono che l’antico Egitto, nella sua fase iniziale di sviluppo, non avesse le risorse o la tecnologia necessarie per erigere una struttura così monumentale e sofisticata.
Inoltre, ci sono elementi nella struttura e nella disposizione della Piramide di Cheope che sembrano suggerire una conoscenza avanzata delle scienze astronomiche. Ad esempio, l’allineamento preciso della piramide con le stelle e il fatto che le sue dimensioni riflettano proporzioni matematiche complesse hanno portato alcuni a ipotizzare che gli architetti della piramide possedessero una conoscenza astronomica che va oltre quella comunemente attribuita agli antichi egizi.
Questa civiltà ipotetica avrebbe potuto esistere migliaia di anni prima dell’ascesa dei faraoni egizi, portando con sé un patrimonio di conoscenze e tecnologie avanzate che sono state poi trasmesse alla cultura egizia.
La maggior parte degli egittologi e degli archeologi ritiene che la Piramide di Cheope sia stata costruita durante l’Antico Regno dell’Egitto, intorno al 2500 a.C., sotto la guida del faraone Cheope (o Khufu).
La teoria di Robert Bauval e Graham Hancock – L’allineamento delle piramidi con le stelle
Robert Bauval e Graham Hancock sono due autori e ricercatori famosi nel campo dell’archeologia alternativa e della storia antica. Tra le loro teorie più note figura quella relativa alla Piramide di Cheope e alla sua possibile connessione con una civiltà più antica di quella egizia.

La teoria proposta da Bauval e Hancock è conosciuta come “teoria dell’allineamento delle stelle” o “teoria della correlazione astronomica”. Essi suggeriscono che la disposizione delle tre principali piramidi di Giza – la Piramide di Cheope, la Piramide di Chefren e la Piramide di Micerino – rifletta l’immagine delle tre stelle della cintura di Orione nella costellazione di Orione. Questo allineamento sarebbe stato intenzionale e avrebbe avuto significati simbolici e cosmici per i costruttori delle piramidi.
Secondo questa teoria, la datazione dell’allineamento delle stelle della cintura di Orione risale a un periodo molto più antico di quello tradizionalmente attribuito alla costruzione delle piramidi, indicando una possibile influenza da parte di una civiltà antecedente o una conoscenza ereditata da una civiltà perduta. Bauval e Hancock sostengono che questo allineamento astronomico sarebbe stato un messaggio criptico o un segno di conoscenza avanzata lasciato dai costruttori delle piramidi per le generazioni future.
Tuttavia, questa teoria è stata oggetto di critica da parte di numerosi studiosi e archeologi, che contestano sia l’accuratezza dell’allineamento stellare proposto sia l’ipotesi di una civiltà più antica che avrebbe influenzato la costruzione delle piramidi. Molti ritengono che la teoria dell’allineamento delle stelle sia basata su interpretazioni selettive dei dati e non supportata da prove solide.
Nonostante le critiche, le teorie di Bauval e Hancock hanno contribuito a stimolare il dibattito e l’interesse pubblico per il mistero delle piramidi e dell’antico Egitto. La loro ricerca continua a essere oggetto di discussione e ha influenzato il modo in cui molti vedono e interpretano il patrimonio monumentale dell’antico Egitto.
Il mistero della Piramide a gradoni di Djoser
Un’altro punto oscuro potrebbe essere l’iconica “Piramide a gradoni di Djoser” che a parer mio emerge come un punto di riferimento cruciale nella nostra comprensione della storia egizia. Questa particolare piuramide fu costruita sotto l’egida del faraone Djoser e concepita dal genio architettonico di Imhotep intorno al 2630 a.C., questa struttura monumentale è stata a lungo considerata il simbolo stesso della grandezza egizia. Tuttavia, alcune scoperte archeologiche hanno sollevato interrogativi sulle origini di tale magnificenza.
Attraverso l’applicazione del sofisticato metodo della “Luminescenza Stimolata Otticamente (OSL)” da parte del Dipartimento di Archeometria dell’Università dell’Egeo, emergono prove sorprendenti. Il tempio di Qasr-el-Sagha, con la sua roccia calcarea risalente fino al 5550 a.C., getta un’ombra di incertezza sulla cronologia tradizionale. Questo tempio, potenzialmente antecedente di oltre 3000 anni alla Piramide di Djoser, suggerisce un passato profondo e misterioso che precede l’avvento della civiltà egizia.
Nota: Il metodo della “Luminescenza Stimolata Otticamente” (OSL) è una tecnica di datazione utilizzata in archeologia e geologia per determinare l’età di sedimenti, rocce o manufatti che contengono minerali luminescenti, come il quarzo o il feldspato. Questa tecnica si basa sul principio che i minerali luminescenti accumulano energia nel corso del tempo attraverso l’esposizione alla radiazione ionizzante proveniente dalle rocce circostanti o dalla luce solare. Quando i minerali luminescenti vengono sepolti o coperti da sedimenti, l’assorbimento di energia ionizzante cessa e i minerali iniziano a rilasciare lentamente l’energia accumulata sotto forma di luminescenza. Misurando la quantità di luce emessa dai minerali quando vengono stimolati da una fonte di luce esterna, è possibile determinare quanto tempo è trascorso dall’ultimo evento di esposizione alla luce o al calore.
Il mistero del Granito rosso della Piramide di Micerino
Un altro tipico punto oscuro che riguarda la terra dei faraoni è il famoso granito rosso che adorna la base della facciata della Piccola Piramide, attribuita a Micerino, infatti questa rivela un’antichità ancor più straordinaria.
Le analisi OSL indicano una possibile datazione fino al 4400 a.C., spingendo il confine temporale della sua creazione a quasi 2000 anni prima della Piramide di Djoser. Queste scoperte hanno sollevano domande ancora più sconcertanti di chi abbia eretto realmente queste maestose strutture.
Altri dubbi e misteri sulla Piccola Piramide di Micerino
Riguardo alla Piccola Piramide esistono anche altre teorie alternative e misteri associati, infatti nonostante questa piramide sia meno imponente delle sue controparti, presenta ancora numerosi enigmi che intrigano gli studiosi e gli appassionati di archeologia. Ecco alcune delle teorie alternative e dei misteri associati a questa struttura:
- Struttura incompiuta: Alcuni studiosi suggeriscono che la Piramide di Micerino potrebbe essere stata originariamente progettata per essere molto più grande, ma che la sua costruzione fu interrotta prematuramente. Questa teoria si basa sul fatto che la piramide sembra essere incompleta rispetto alle altre due piramidi di Giza, con un nucleo interno che non è stato rivestito con pietra come le facciate esterne.
- Scopo e utilizzo: Il vero scopo e l’utilizzo della Piramide di Micerino rimangono oggetto di speculazione. Mentre le piramidi di Cheope e Chefren (ufficialmente) sono state considerate tombe per i rispettivi faraoni, non è chiaro se la Piramide di Micerino sia stata destinata anch’essa a essere una tomba reale o se avesse un’altra funzione, come un luogo di culto o un monumento simbolico.
- Strutture interne sconosciute: Come molte antiche strutture, la Piramide di Micerino cela molte segreti al suo interno. Nonostante diverse esplorazioni e studi, non si conosce ancora appieno la struttura interna della piramide e cosa potrebbe essere nascosto al suo interno. Alcuni ritengono che ci possano essere camere o corridoi non ancora scoperti che potrebbero rivelare nuove informazioni sulla sua costruzione e il suo scopo.
L’enigma millenario della Grande Sfinge di Giza: Tra Realtà e Speculazioni
Nel cuore del deserto egiziano, accanto alle maestose Piramidi di Giza, come tutti sappiamo si erge anche una delle più enigmatiche e iconiche strutture del mondo antico: la Grande Sfinge. Avvolta nel mistero e circondata da varie teorie, questa imponente statua di leone con testa umana continua a suscitare domande e ipotesi, dividendo gli studiosi tra la verità ufficiale e le congetture più audaci.

Il Punto di Vista Ufficiale
Secondo gli archeologi e gli egittologi, la Grande Sfinge è stata scolpita durante il Regno Antico dell’Egitto, presumibilmente intorno al 2500 a.C., durante il regno del faraone Chefren. Questa imponente statua, alta oltre 20 metri e lunga circa 73 metri, è stata scavata nella roccia calcarea della necropoli di Giza e rappresenta il sovrano con la testa di un uomo e il corpo di un leone, simboleggiando la potenza regale e la sapienza divina.
La Sfinge è stata tradizionalmente interpretata come un guardiano della necropoli, custode delle piramidi e dei loro tesori. Gli studiosi ritengono che la sua posizione di guardia al di fuori della Piramide di Chefren abbia avuto un significato simbolico e rituale nell’antico Egitto, rappresentando la protezione del re defunto e il suo passaggio nell’aldilà.
Gli studi archeologici e le indagini geologiche hanno rivelato che la Grande Sfinge ha subito danni significativi nel corso dei millenni a causa dell’erosione e dei danni causati dall’uomo. L’erosione causata dal vento e dal clima desertico ha eroso le caratteristiche della statua, mentre l’uso di materiali moderni per restaurare la Sfinge ha sollevato controversie riguardo alla sua autenticità e integrità storica.
Le Teorie alternative
Tuttavia, non tutti accettano il punto di vista ufficiale, infatti molte teorie non ufficiali circondano la Grande Sfinge, alimentando il mistero che la circonda. Alcuni studiosi e ricercatori avanzano ipotesi audaci e controverse riguardo alla sua origine e al suo scopo.
Una delle teorie più controverse suggerisce che la Grande Sfinge potrebbe essere molto più antica di quanto suggeriscono le prove ufficiali. Alcuni sostenitori di questa teoria, tra cui il già citato autore e ricercatore Graham Hancock, ipotizzano che la Sfinge possa risalire a un’epoca precedente al Regno Antico, forse addirittura alla civiltà perduta di Atlantide. Questa teoria si basa sull’analisi di anomalie geologiche e sulla somiglianza della Sfinge con le costellazioni astronomiche, suggerendo una conoscenza avanzata delle scienze astronomiche da parte degli antichi costruttori.
Altri sostengono che la Grande Sfinge potrebbe essere stata originariamente scolpita con una testa di leone, e non umana, suggerendo una raffigurazione di un dio leone o una divinità solare. Questa interpretazione alternativa apre la porta a una varietà di speculazioni riguardo al suo significato religioso e cosmico nell’antico pantheon egizio.
In effetti se si guarda bene la Sfinge (specialmente dall’alto) si nota subito che le proporzioni della testa della non sono esattamente in linea con quelle del corpo. Questa discrepanza è stata oggetto di osservazioni e dibattiti da parte degli studiosi e degli archeologi.
Le proporzioni irregolari della testa rispetto al corpo sono state notate da molti osservatori nel corso dei secoli. La testa appare leggermente troppo piccola rispetto alle dimensioni massicce del corpo, dando l’impressione di una testa relativamente piccola montata su un corpo massiccio.
Alcuni studiosi suggeriscono che la testa potrebbe essere stata scolpita e modellata ripetutamente nel corso del tempo, causando una perdita di materia e una riduzione delle dimensioni originali, magari all’origine era una vera testa di leone, poi con l’arrivo degli egizi fu scolpita la testa del faraone.
Altri suggeriscono che la testa potrebbe essere stata progettata in questo modo per creare un effetto visivo ottico, enfatizzando la grandezza e la maestosità del corpo della Sfinge.
Tuttavia, nonostante le varie ipotesi, non c’è consenso definitivo su perché le proporzioni della testa e del corpo della Sfinge siano così differenti. Questo rimane uno dei misteri non risolti associati a questa straordinaria statua e continua a suscitare interesse da parte degli studiosi e dei visitatori di tutto il mondo.
Conclusioni
Potremmo parlare all’infinito, riportando nero su bianco i molti punti oscuri e misteriosi che interessano la civiltà egizia, ma questo è solo un semplice articolo, quindi penso che già fa riflettere molto. In conclusione, la Terra dei Faraoni continua a essere un tesoro di misteri e enigmi che affascinano e intrigano gli studiosi e gli appassionati di storia di tutto il mondo. Dalle imponenti piramidi di Giza alla misteriosa Grande Sfinge, dalle sofisticate conoscenze astronomiche ai riti di mummificazione, l’antica civiltà egizia ci lascia un’eredità di domande senza risposta e speculazioni affascinanti.
Nonostante i progressi nella ricerca e nelle scoperte archeologiche, molti dei misteri dell’Egitto rimangono intatti, invitandoci a continuare a esplorare e a cercare di svelare i segreti nascosti nelle sabbie del tempo. La loro intrinseca complessità e il loro fascino senza tempo ci ricordano quanto sia affascinante e misterioso il passato dell’umanità, e ci invitano a mantenere viva la curiosità e l’interesse per le meraviglie dell’antico mondo egizio.
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