Videogiochi Maledetti: Le Leggende Urbane più Inquietanti
L’universo dei videogiochi non è solo un luogo di divertimento e avventura, ma anche il terreno fertile per misteri e leggende urbane che hanno affascinato e spaventato generazioni di giocatori. Da arcane storie di giochi scomparsi a macabre maledizioni che colpirebbero i giocatori, ecco un viaggio nei casi più noti di videogiochi reputati “maledetti”.

Polybius: Il Mito dell’Arcade Maledetto
La leggenda di Polybius è tra le più celebri nel mondo del gaming. Si dice che questo arcade game sia apparso misteriosamente in alcune sale giochi di Portland, Oregon, nel 1981. Il gioco avrebbe causato strani effetti sui giocatori, come amnesia, incubi, e comportamenti anomali, portando addirittura alcuni al suicidio. Secondo i racconti, uomini in nero visitavano le sale giochi per raccogliere dati sulle reazioni dei giocatori, suggerendo un oscuro esperimento governativo.
Nonostante la sua fama, non esistono prove concrete che Polybius sia mai esistito. Nessun cabinet del gioco è mai stato trovato e non ci sono registrazioni ufficiali di un tale titolo. La maggior parte degli esperti concorda che Polybius sia una pura leggenda metropolitana, probabilmente nata dalla combinazione di paranoie legate alla Guerra Fredda e alla cultura dei videogiochi.
Nota: si vocifera che Polybius sia stato sviluppato da una presunta casa tedesca chiamata Sinneslöschen.
Berserk: Morti Misteriose in Sala Giochi
Berserk è un arcade game del 1980 noto per essere stato associato a due decessi. Nel 1981, Jeff Dailey, un diciottenne, morì di infarto subito dopo aver giocato a Berserk e aver inserito il suo punteggio nella classifica. Due anni dopo, Peter Bukowski, un ragazzo di diciassette anni, subì un infarto fatale dopo una sessione di gioco, anch’egli poco dopo aver registrato il suo punteggio.
Le morti di Dailey e Bukowski sono documentate, ma non ci sono prove che il gioco stesso abbia causato direttamente gli infarti. Le connessioni tra Berserk e questi tragici eventi sono probabilmente coincidenze amplificate dal fascino oscuro che circonda il mondo degli arcade.
Lavender Town Syndrome: La Musica Inquietante di Pokémon
Nel 1996, le versioni giapponesi originali di Pokémon Rosso e Blu includevano la famosa Lavender Town, una località caratterizzata da una musica particolarmente cupa e inquietante. La leggenda narra che questa melodia abbia causato numerosi suicidi e malattie nei bambini a causa delle frequenze alte e disturbanti.
Anche qui non ci sono prove concrete a supporto di questa storia. Tuttavia, la musica di Lavender Town è stata modificata nelle versioni successive del gioco, forse in risposta alle preoccupazioni sollevate dai genitori e dai media. Anche se la Lavender Town Syndrome è probabilmente una leggenda urbana, rimane una delle storie più persistenti nel fandom di Pokémon.
Madden Curse: La Maledizione della Copertina
Dal 1999, la copertina annuale degli atleti della serie Madden NFL è stata associata a una “maledizione” che colpirebbe gli stessi atleti raffigurati nel gioco, causandogli infortuni o cattive prestazioni nella stagione successiva. Molti atleti hanno effettivamente subito infortuni o hanno visto un declino nelle loro carriere poco dopo l’uscita del gioco.
Sebbene molti di essi abbiano avuto annate sfortunate, logicamente non c’è prova scientifica di una connessione causale tra la copertina di Madden e le loro performance. La “Madden Curse” è probabilmente un caso di selezione dei casi più eclatanti e coincidenze, amplificato dalla natura superstiziosa degli sportivi e dei fan.
Killswitch: Il Gioco che si Autodistrugge
Si dice che Killswitch fosse un gioco sviluppato dalla società sovietica Karvina Corporation nel 1989. Il gioco era unico in quanto si autodistruggeva dopo essere stato completato, cancellando ogni traccia della sua esistenza. La leggenda narra che solo pochi esemplari furono prodotti e venduti, e che uno di questi sia stato acquistato su eBay per migliaia di dollari.
Non ci sono prove concrete dell’esistenza di Killswitch. Nessuna copia del gioco è mai stata trovata e non esistono registrazioni ufficiali della Karvina Corporation. Come molte leggende urbane, la storia di Killswitch sembra essere un prodotto della creatività collettiva e del fascino per l’ignoto.
Conclusioni
I videogiochi, con la loro capacità di immergere i giocatori in mondi alternativi, sono il terreno ideale per la nascita di leggende urbane e miti inquietanti. Sebbene la maggior parte di queste storie manchi di prove concrete, continuano a vivere nella cultura popolare, alimentando la nostra fascinazione per l’inspiegabile. Che si tratti di esperimenti governativi, maledizioni sportive o giochi autodistruggenti, i racconti di videogiochi maledetti ci ricordano quanto potente possa essere l’immaginazione umana e il desiderio di trovare misteri anche nei luoghi più improbabili.
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