Atlit Yam: un’antica città sommersa del Neolitico
Al largo della costa mediterranea di Israele, nelle acque poco profonde vicino alla città di Atlit, si nasconde uno dei più affascinanti siti archeologici del mondo: il villaggio sommerso di Atlit Yam. Questo antico insediamento risale a circa 9.000 anni fa, durante il Neolitico, ed è considerato uno dei più antichi esempi di insediamenti costieri dell’umanità. Scoperto nel 1984, Atlit Yam continua a offrire straordinarie informazioni sulla vita delle comunità preistoriche, le loro tecnologie, credenze e l’interazione con l’ambiente naturale.
Scoperta e Storia
Il sito di Atlit Yam venne scoperto casualmente da un archeologo subacqueo, Ehud Galili, mentre esplorava le acque al largo della costa di Atlit, in Israele. Il villaggio si trova a circa 10 metri di profondità sotto la superficie del mare, sommerso a seguito di un innalzamento del livello delle acque alla fine dell’ultima era glaciale, un fenomeno che interessò molte aree costiere del mondo.
Le ricerche archeologiche sul sito hanno rivelato che l’insediamento risale a un periodo compreso tra il 6900 e il 6300 a.C. Atlit Yam si trovava in origine lungo una piana costiera fertile e ben irrigata, ideale per le attività umane. Tuttavia, con il passare del tempo, i cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello del mare causato dallo scioglimento dei ghiacciai spinsero il villaggio a scomparire sotto le acque, lasciando dietro di sé un’impronta indelebile di una civiltà perduta.
Struttura dell’insediamento
Gli scavi subacquei hanno portato alla luce un villaggio sorprendentemente ben conservato, composto da numerosi edifici, strutture pubbliche e strumenti di uso quotidiano. Le abitazioni di Atlit Yam erano in gran parte costruite con materiali naturali come pietra e legno, e presentavano una pianta sia circolare che rettangolare. Le case circolari sembrano essere state utilizzate come abitazioni principali, mentre quelle rettangolari erano probabilmente riservate a scopi speciali o per la conservazione delle riserve alimentari.
Una delle scoperte più affascinanti è rappresentata dai pozzi per l’acqua dolce. Questi pozzi profondi erano costruiti con grandi pietre e rappresentavano una fonte essenziale di approvvigionamento idrico per la popolazione. Quando il livello del mare iniziò a salire, i pozzi furono progressivamente abbandonati e infine riempiti di sabbia e detriti.
Monumenti e riti
Tra le scoperte di maggior interesse nel sito di Atlit Yam vi è un cerchio megalitico formato da sette grandi pietre erette, ciascuna pesante fino a 600 chilogrammi (prima foto in alto). Queste pietre, posizionate in un cerchio con un diametro di circa 2,5 metri, sono state interpretate come un possibile sito rituale o religioso. Alcune di esse presentano cavità che potrebbero essere state utilizzate per raccogliere liquidi durante cerimonie sacre.
Il cerchio megalitico è uno dei più antichi monumenti di questo genere mai ritrovati e fornisce importanti indizi sulle pratiche spirituali e simboliche delle popolazioni neolitiche.
Economia e attività quotidiane
Gli abitanti di Atlit Yam vivevano di una combinazione di agricoltura, allevamento e pesca. Gli scavi hanno rivelato semi di grano, orzo e legumi, che dimostrano l’esistenza di un’agricoltura organizzata. Sono stati rinvenuti anche ossa di animali domestici come bovini, capre e pecore, il che suggerisce che gli abitanti allevassero bestiame per carne, latte e lana.
La pesca era un’attività altrettanto importante per la comunità. Gli archeologi hanno scoperto reti da pesca fatte di fibra vegetale e resti di pesci appartenenti a diverse specie marine. Questi reperti indicano che gli abitanti del villaggio avevano sviluppato tecniche sofisticate per sfruttare le risorse marine, e che il mare rappresentava una fonte vitale di cibo.
Scheletri e salute
Uno degli aspetti più singolari di Atlit Yam è la presenza di scheletri umani ben conservati. Tra i resti rinvenuti ci sono quelli di un uomo e una donna, sepolti insieme, e almeno dieci altri individui, alcuni dei quali sepolti con oggetti personali, suggerendo l’importanza di determinate pratiche funerarie.
Un esame approfondito di questi scheletri ha rivelato una scoperta eccezionale: alcune delle ossa mostrano chiari segni di tubercolosi, rendendole una delle prime evidenze conosciute di questa malattia nell’uomo. Questa scoperta ha aperto nuovi orizzonti nello studio delle antiche malattie e della loro diffusione nelle società neolitiche, e suggerisce che la convivenza stretta in comunità agricole abbia favorito la diffusione di infezioni tra gli esseri umani e gli animali.
Cause dell’abbandono e sommersione
Il villaggio di Atlit Yam fu abbandonato e alla fine sommerso principalmente a causa di un innalzamento rapido del livello del mare. Ciò avvenne alla fine dell’ultima era glaciale, quando lo scioglimento dei ghiacciai fece aumentare il livello degli oceani in tutto il mondo. Gli studi geologici indicano che la zona costiera subì probabilmente anche uno tsunami o una serie di eventi sismici, che potrebbero aver accelerato il processo di sommersione.
La combinazione di questi fattori naturali spinse gradualmente gli abitanti a evacuare il villaggio, lasciando indietro le loro case, attrezzi e manufatti, che rimasero sepolti sotto l’acqua fino alla loro riscoperta moderna.
Importanza archeologica e scientifica
Atlit Yam rappresenta un sito di enorme valore scientifico e archeologico per la comprensione della vita neolitica. Essendo uno dei pochissimi villaggi neolitici costieri sommersi ben conservati, fornisce un quadro dettagliato della vita quotidiana, delle credenze spirituali e delle risposte alle sfide ambientali dei nostri antenati.
Le scoperte effettuate ad Atlit Yam non solo arricchiscono la nostra conoscenza del Neolitico, ma sollevano anche domande importanti sulla capacità umana di adattarsi ai cambiamenti climatici e ambientali. Le pratiche agricole, l’allevamento e la gestione delle risorse marine suggeriscono una comunità sofisticata e ben organizzata, che riuscì a prosperare in un ambiente in continuo mutamento fino a quando gli eventi naturali non la costrinsero a spostarsi.
Conclusione
Atlit Yam, con le sue case, monumenti e resti umani ben conservati, offre una straordinaria finestra sulla vita delle comunità preistoriche. La scoperta del villaggio non solo ha permesso di comprendere meglio le antiche popolazioni del Mediterraneo orientale, ma ha anche evidenziato come l’umanità abbia sempre dovuto affrontare e adattarsi a cambiamenti climatici e ambientali.
Oggi, Atlit Yam resta uno dei siti archeologici subacquei più importanti e misteriosi del mondo, continuando a fornire nuove scoperte e rivelazioni su un passato sommerso, ma mai dimenticato.
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