L’Oricalco trovato a Gela, il legendario metallo di Atlantide
Nel dicembre 2014, una squadra di subacquei italiani scoprì una nave antica naufragata al largo della costa di Gela, una città situata sulla costa meridionale della Sicilia. Questo relitto risaliva a circa 2600 anni fa, all’epoca dell’antica Grecia. Sul fondale marino, i subacquei trovarono una serie di lingotti di metallo particolarmente rari e interessanti, che furono subito identificati come “oricalco”, un metallo leggendario che secondo la tradizione era molto pregiato e si trovava sull’isola di Atlantide.
L’oricalco era menzionato già nell’antichità da fonti come Platone, il quale lo descriveva nei suoi dialoghi, in particolare nel “Crizia”, come un metallo che copriva le mura della mitica città di Atlantide e veniva utilizzato per oggetti di lusso. Nell’antichità, l’oricalco era considerato quasi alla pari dell’oro in termini di valore.
Tuttavia, per molti secoli il vero significato e la composizione dell’oricalco sono rimasti un mistero. Alcuni storici credevano che fosse un metallo mitologico, mentre altri pensavano che potesse essere una lega metallica simile al bronzo o all’ottone, composta prevalentemente da rame e zinco.
I Lingotti di Oricalco di Gela
Nel relitto scoperto a Gela furono rinvenuti ben 39 lingotti di oricalco. Gli esperti, dopo analisi chimiche e metallurgiche, confermarono che i lingotti erano costituiti principalmente da una lega di rame (75-80%) e zinco (15-20%), con piccole quantità di nichel, piombo e ferro. Queste analisi confermarono l’ipotesi che l’oricalco fosse una forma di ottone antica, una lega di rame e zinco.
La scoperta dei lingotti di oricalco a Gela ha una grande importanza storica, in quanto rappresenta una prova tangibile dell’uso di questo raro metallo nell’antichità. Inoltre, il ritrovamento di questo carico prezioso su una nave naufragata indica l’esistenza di un commercio fiorente e internazionale di metalli pregiati nel Mediterraneo antico, tra la Sicilia e le altre civiltà, come quella fenicia e greca.
Il Relitto
La nave su cui sono stati trovati i lingotti era probabilmente una nave mercantile proveniente dall’antica Grecia, che trasportava beni di lusso verso le colonie greche in Sicilia o altrove nel Mediterraneo. Si ritiene che sia affondata a causa di una tempesta mentre cercava di raggiungere la costa.
In conclusione, la scoperta dei lingotti di oricalco a Gela ha fornito nuove informazioni su una delle leghe più misteriose e affascinanti della storia antica e ha contribuito a gettare nuova luce sui traffici commerciali che attraversavano il Mediterraneo in epoca greca.
Le Implicazioni Storiche e Archeologiche
La scoperta dei lingotti di oricalco al largo della costa di Gela non solo ha aggiunto un tassello importante alla comprensione dei traffici commerciali antichi, ma ha anche alimentato il dibattito sull’origine e sull’utilizzo di questo metallo, considerato leggendario. Prima di questo ritrovamento, l’oricalco era per lo più oggetto di teorie e supposizioni, essendo menzionato raramente e in modo ambiguo nelle fonti antiche. La leggenda legata a Platone e alla mitica Atlantide contribuì a creare un alone di mistero attorno a questo metallo. Tuttavia, grazie ai test moderni e agli studi approfonditi, oggi possiamo attribuire un significato più concreto e scientifico all’oricalco.
La Lega e il Processo di Fabbricazione
L’analisi chimica dei lingotti ha rivelato che l’oricalco è una lega composta principalmente da rame e zinco, simile all’ottone. Tuttavia, la composizione rileva anche la presenza di tracce di altri elementi, come nichel, piombo e ferro. Questo tipo di composizione suggerisce un alto grado di conoscenza metallurgica già nel VII-VI secolo a.C., periodo a cui risale il carico della nave di Gela.
Il processo di fabbricazione dell’oricalco richiedeva la capacità di fondere e legare il rame con lo zinco in proporzioni precise, il che rende questo metallo simile al nostro ottone moderno, ma con una valenza mitologica e simbolica più forte. Nell’antichità, questa lega era probabilmente difficile da produrre, rendendo l’oricalco più raro e prezioso. La sua brillantezza dorata, simile a quella dell’oro, lo rendeva un metallo particolarmente ricercato per la produzione di ornamenti, monete e oggetti rituali.
La presenza di oricalco su una nave mercantile suggerisce che questo metallo fosse parte di un commercio di lusso, probabilmente destinato a clienti facoltosi o usato per la creazione di oggetti di grande valore. Considerando che l’ottone e altre leghe di rame erano utilizzate anche per la fabbricazione di monete, è possibile che questi lingotti fossero destinati alle zecche di città-stato della Grecia o delle colonie greche in Sicilia.
La Mitologia e il Simbolismo dell’Oricalco
L’oricalco non è solo un metallo raro, ma è anche profondamente radicato nella mitologia. Come accennato Platone lo descrive nei suoi dialoghi “Crizia” e “Timeo” come un metallo prezioso utilizzato dagli abitanti della leggendaria Atlantide per decorare i loro templi e palazzi. Secondo Platone, l’oricalco, dopo l’oro, era il materiale più prezioso nell’antica Atlantide. Alcuni storici ritengono che Platone abbia utilizzato la descrizione dell’oricalco e della città per rappresentare una società ideale, in cui la brillantezza e la perfezione del metallo riflettevano il valore morale e la prosperità degli abitanti.
Questa associazione con Atlantide, una civiltà mitologica sommersa, ha alimentato numerose teorie speculative nel corso dei secoli. Alcuni studiosi hanno suggerito che l’oricalco fosse un metallo prodotto unicamente sull’isola perduta, mentre altri lo consideravano un’invenzione simbolica. La scoperta dei lingotti di Gela, però, sembra ridare una dimensione concreta a quello che Platone descriveva, dimostrando che un metallo chiamato oricalco esisteva realmente e veniva prodotto e commercializzato.
Il Relitto: Un Tesoro di Informazioni
Il relitto stesso è un’importante fonte di conoscenza per gli archeologi. Risalente al VI secolo a.C., la nave rappresenta uno dei migliori esempi di navi mercantili greche naufragate. Non solo il carico di oricalco è straordinario, ma anche altri oggetti rinvenuti a bordo della nave forniscono dettagli preziosi sulla vita commerciale e sulla tecnologia navale dell’epoca.
Gli archeologi marini hanno individuato nel relitto ceramiche e anfore che confermano i legami commerciali tra le città-stato greche e le colonie siciliane, così come la rotta commerciale tra la Grecia e l’Occidente. L’individuazione del carico, composto da beni di lusso, suggerisce che la nave stesse trasportando merci destinate alle élite delle colonie siciliane o, in alternativa, stesse tornando verso la madrepatria greca dopo aver completato una fase di scambio.
Il Futuro delle Ricerche
Dopo il ritrovamento dei lingotti, le ricerche subacquee intorno al relitto di Gela continuano, con l’obiettivo di mappare completamente la nave e il suo carico. Le tecnologie moderne permettono di esplorare con maggiore dettaglio il sito archeologico sommerso, e gli archeologi sperano di fare ulteriori scoperte che possano chiarire le rotte commerciali dell’epoca e l’importanza dell’oricalco nel Mediterraneo antico.
Conclusioni
La scoperta dei lingotti di oricalco al largo di Gela rappresenta uno degli eventi più significativi nell’archeologia subacquea degli ultimi decenni. Questo ritrovamento non solo ha confermato l’esistenza di un metallo che per secoli è stato considerato leggendario, ma ha anche fornito nuove informazioni sui traffici commerciali e sulla metallurgia del mondo greco e mediterraneo antico.
Gela, come altre colonie greche in Sicilia, si rivela ancora una volta un luogo cruciale per comprendere i rapporti economici e culturali tra le antiche civiltà. Il ritrovamento dei lingotti di oricalco conferisce al sito un valore ancora più grande, testimoniando la ricchezza e la complessità dei contatti commerciali e culturali che legavano il Mediterraneo nell’antichità.
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