Gangkhar Puensum: Il mistero della Montagna Inesplorata
Nel cuore dell’Himalaya, al confine tra il Bhutan e la Cina, si erge Gangkhar Puensum, una delle vette più imponenti e misteriose del pianeta. Con un’altezza stimata di 7.570 metri, è la montagna più alta del mondo che non è mai stata scalata, un titolo che continua a tenere nonostante gli innumerevoli tentativi di alpinisti di tutto il mondo. La sua inaccessibilità non è solo dovuta alle difficoltà tecniche e alle avverse condizioni climatiche, ma anche alle convinzioni religiose e culturali che avvolgono questa montagna in un’aura di sacralità e mistero.

Geografia e Caratteristiche
Gangkhar Puensum è situata nella catena montuosa dell’Himalaya orientale, lungo il confine settentrionale del Bhutan, una regione estremamente remota e difficile da raggiungere. Il nome “Gangkhar Puensum” può essere tradotto dal dialetto locale come “Vetta Bianca dei Tre Fratelli Spirituali”, a indicare la sua posizione nel pantheon delle divinità montane himalayane. Le sue cime innevate, le pareti rocciose e i ghiacciai che la circondano sono quasi inaccessibili e fanno di Gangkhar Puensum una delle montagne più enigmatiche del mondo.
Nonostante la sua posizione relativamente remota, la montagna è stata mappata con precisione solo di recente, con stime della sua altezza che variavano considerevolmente prima dell’avvento delle moderne tecnologie di mappatura. La regione intorno a Gangkhar Puensum è un vero e proprio paradiso per la biodiversità, con una varietà unica di flora e fauna, molti dei quali endemici dell’Himalaya.
Un Mondo Sconosciuto e Sacro
Gangkhar Puensum non è solo un’impresa alpinistica, ma anche un simbolo culturale e spirituale. Nel Bhutan, le montagne più alte sono considerate sacre, dimora delle divinità locali, e per questo motivo sono protette e rispettate. Questa credenza è particolarmente forte attorno a Gangkhar Puensum, ritenuta un luogo abitato da spiriti e divinità ancestrali.
Nel 1994, il governo bhutanese ha imposto un divieto ufficiale di scalare tutte le montagne sopra i 6.000 metri, proprio per rispettare queste credenze religiose. Questo divieto ha sigillato definitivamente il destino di Gangkhar Puensum, che rimane un enigma irrisolto nel mondo dell’alpinismo. Inoltre, anche senza il divieto, la montagna presenta sfide logistiche e fisiche enormi: accessibilità limitata, condizioni meteorologiche imprevedibili e la mancanza di mappe dettagliate della regione rendono la sua conquista quasi impossibile.
Tentativi di Scalata
Nonostante il rispetto religioso che la circonda, Gangkhar Puensum ha attratto alpinisti e avventurieri fin dagli anni ‘80. Il primo tentativo documentato di scalata risale al 1985, quando una spedizione britannica provò a conquistare la vetta. Tuttavia, le condizioni meteorologiche estreme e la difficoltà del terreno resero l’impresa impossibile. Anche altri tentativi, compresi quelli da parte di spedizioni giapponesi e coreane, fallirono poco dopo.
Nel 1998, una spedizione giapponese ottenne il permesso dalla Cina per tentare la scalata dalla parte cinese del confine, ma l’impresa fu respinta per questioni territoriali tra Bhutan e Cina, rendendo la montagna ancora più inaccessibile.
Nonostante questi tentativi, Gangkhar Puensum rimane vergine, priva di ogni conquista umana, e l’imposizione dei divieti del governo bhutanese ha posto fine a qualsiasi ulteriore esplorazione legale della montagna.
Leggende e Misteri
Oltre alla sfida alpinistica, Gangkhar Puensum è avvolta da numerose leggende. Secondo la mitologia locale, la montagna è protetta da spiriti che impediscono agli esseri umani di raggiungerne la vetta. Alcuni esploratori che hanno tentato di scalarla riferiscono di eventi inspiegabili, come suoni misteriosi o la comparsa improvvisa di condizioni atmosferiche estreme, spesso attribuiti a queste entità soprannaturali.
La montagna è anche associata alla religione buddhista tantrica, che vede le alte vette himalayane come il luogo di dimora delle divinità protettrici del Bhutan. Gangkhar Puensum, in particolare, è considerata sacra per il popolo bhutanese, che vede il monte come un luogo di potere spirituale, e un’area che deve essere rispettata e non profanata dall’uomo.
Aspetti Politici e Culturali
Un altro fattore che contribuisce alla sua inaccessibilità è la posizione geografica e politica della montagna. Gangkhar Puensum si trova lungo il confine conteso tra il Bhutan e la Cina, un’area soggetta a dispute territoriali da decenni. La mancanza di confini definiti tra i due Paesi ha creato tensioni, rendendo ancora più difficile ottenere permessi per accedervi.
Oltre alle considerazioni politiche, il Bhutan ha mantenuto una politica di turismo sostenibile estremamente rigida. Il Paese segue il principio di “Felicità Interna Lorda” (FIL), che privilegia il benessere dei cittadini e la conservazione dell’ambiente piuttosto che lo sviluppo economico sfrenato. Questo approccio ha portato il Bhutan a limitare fortemente il numero di turisti ammessi, e nel caso di Gangkhar Puensum, a vietare del tutto l’esplorazione, preservando così l’integrità spirituale e naturale della montagna.
Il Futuro di Gangkhar Puensum
La domanda che si pongono molti alpinisti e appassionati di montagna è se Gangkhar Puensum resterà per sempre impenetrabile o se in futuro ci sarà un cambiamento delle politiche che permetterà un nuovo tentativo di scalata. Per il momento, sembra improbabile che il governo bhutanese rimuova il divieto di scalare le sue vette sacre, soprattutto in considerazione della forte influenza delle tradizioni spirituali nel Paese.
Tuttavia, alcuni ritengono che la tecnologia potrebbe fornire nuovi mezzi di esplorazione, come l’uso di droni o immagini satellitari per mappare la regione e studiarne le caratteristiche, senza necessariamente infrangere il divieto di accesso fisico alla montagna.
Conclusione
Gangkhar Puensum rappresenta una delle ultime grandi sfide dell’alpinismo mondiale, non solo per la sua difficoltà tecnica e geografica, ma anche per le complessità culturali e politiche che la circondano. È una montagna che racchiude in sé il mistero, il rispetto e l’impenetrabilità del mondo naturale, sfidando la volontà dell’uomo di conquistarla. Fino a quando le sue cime rimarranno inviolate, Gangkhar Puensum continuerà a essere simbolo di un luogo che appartiene non agli uomini, ma agli spiriti e agli dei.
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