Le Fate di Cottingley (Inghilterra, 1917)

Fate di Cottingley
Immagine di fantasia delle Fate di Cottingley generata tramite AI

Le Fate di Cottingley

Le Protagoniste: Elsie Wright e Frances Griffiths

Secondo la vicenda nel 1917, Frances Griffiths, di nove anni, e sua cugina Elsie Wright, sedicenne, vivevano insieme a Cottingley, dove Frances si era trasferita temporaneamente con la famiglia. Le due bambine trascorrevano molto tempo all’aperto, spesso vicino a un ruscello nei pressi della casa di Elsie, un luogo che divenne lo scenario principale della loro storia. Frances e Elsie affermavano di aver visto delle fate danzare vicino all’acqua e cominciarono a raccontare di questi incontri fantastici ai loro genitori.

Le Prime Fotografie

Nel luglio del 1917, le ragazze presero in prestito la macchina fotografica del padre di Elsie, Arthur Wright, e scattarono la prima delle celebri foto, che mostrava Frances seduta su una riva con alcune piccole figure alate davanti a lei, apparentemente fate danzanti. Due mesi dopo, scattarono una seconda foto che ritraeva Elsie con un folletto.

Il padre di Elsie, un fotografo dilettante, era inizialmente scettico riguardo alle immagini e pensava che fossero un abile scherzo delle ragazze. Tuttavia, sua moglie Polly era più propensa a credere che le fotografie fossero genuine. Le foto furono poi presentate alla Theosophical Society, un’organizzazione interessata allo studio del soprannaturale e della spiritualità, che prese a cuore il caso.

Elsie e Frances – foto: Arthur Wright

Il Coinvolgimento di Arthur Conan Doyle

Il caso delle Fate di Cottingley divenne celebre quando Arthur Conan Doyle, il famoso autore di Sherlock Holmes, venne coinvolto nel 1920. Doyle, che era molto interessato allo spiritismo e al soprannaturale, considerava le fotografie delle fate come una prova convincente dell’esistenza di un mondo magico e spirituale.

Doyle commissionò a un esperto di fotografia, Harold Snelling, un’analisi delle immagini per verificarne l’autenticità. Snelling concluse che le fotografie non mostravano segni evidenti di falsificazione o manipolazione, il che sembrava avvalorare l’ipotesi che le immagini fossero autentiche. Un altro esperto, il fotografo Edward Gardner, sostenne anch’egli che le foto fossero autentiche, contribuendo a rafforzare la posizione di Doyle.

Conan Doyle pubblicò un articolo sul caso nella rivista The Strand Magazine, suscitando grande interesse pubblico. Successivamente, incluse la storia nel suo libro The Coming of the Fairies (1922), dove descriveva in dettaglio le fotografie e la sua convinzione che le fate fossero reali.

Arthur Conan Doyle – foto: George Grantham Bain Collection (wikipedia)

Le Cinque Fotografie Originali

Nel corso degli anni, le ragazze produssero in totale cinque fotografie delle fate:

  1. “Frances e le Fate” (1917): mostra Frances seduta sul prato con quattro fate che sembrano danzare di fronte a lei.
  2. “Elsie con un Folletto” (1917): ritrae Elsie mentre si trova accanto a un piccolo folletto alato.
  3. “Frances con un Folletto Saltellante” (1920): una fata alata appare mentre salta vicino a Frances.
  4. “La Fata che Offre una Posata” (1920): una figura fatata che sembra offrire un piccolo oggetto simile a una posata.
  5. “La Fata che si Riposa” (1920): ritrae una fata che riposa su una pianta, con le ali aperte.

Le fotografie mostrano tutte creature alate con abiti leggeri e svolazzanti, rappresentate come piccole figure luminose che sembrano interagire con le bambine.

I presunti scatti originali e non modificati

Il Crescente Scetticismo

Nonostante il supporto di Doyle, molte persone rimasero scettiche riguardo alla veridicità delle fotografie. Alcuni esperti iniziarono a esaminare le immagini più attentamente, sostenendo che le figure sembravano avere un aspetto “piatto”, come se fossero ritagli di carta. In effetti, a un esame più approfondito, alcuni notavano che i contorni delle fate apparivano sospetti e che la postura delle bambine suggeriva che stessero posando per un trucco fotografico.

Il famoso illusionista Harry Houdini, che era un fervente oppositore del paranormale e degli inganni soprannaturali, espresse forti dubbi sull’autenticità delle fotografie, considerandole un chiaro esempio di manipolazione.

La Confessione di Elsie e Frances

Solo nel 1983, molti anni dopo i fatti, le due cugine confessarono che le fotografie erano in realtà un falso. Elsie rivelò che avevano utilizzato figure di carta ritagliate da un libro di disegni e le avevano fissate con degli spilli per farle apparire sospese in aria. Le figure furono ritagliate da illustrazioni di un libro chiamato Princess Mary’s Gift Book, pubblicato nel 1914, e colorate a mano per sembrare più realistiche.

Frances, tuttavia, mantenne la convinzione che una delle foto fosse autentica e che almeno in quell’occasione avessero effettivamente fotografato una vera fata. Nonostante la confessione, il caso continuò a suscitare dibattiti: alcune persone erano disposte a credere che almeno una parte delle foto fosse genuina, mentre altre vedevano la confessione come la prova definitiva della falsificazione.

Impatto Culturale e Eredità delle Fate di Cottingley

Le Fate di Cottingley rimangono un caso emblematico nella storia del soprannaturale e dell’illusione. Questa vicenda riflette l’interesse e il fascino che molti nutrivano per il mondo spirituale e il desiderio di credere nel soprannaturale, soprattutto in un’epoca in cui il mondo stava subendo profondi cambiamenti sociali e scientifici.

Il caso ha influenzato anche la cultura popolare, ispirando film, libri e programmi televisivi. Tra i film più noti vi è FairyTale: A True Story (1997), che narra una versione romanzata della vicenda. Le fotografie originali sono state esposte in varie mostre, inclusa una presso il Victoria and Albert Museum di Londra, e sono state oggetto di analisi continue da parte di storici del folklore e del paranormale.

Conclusione

Il caso delle Fate di Cottingley è un esempio classico di come una storia possa catturare l’immaginazione collettiva e diventare un fenomeno culturale. Anche se si è rivelato un falso, rimane un interessante episodio della storia del paranormale, che solleva questioni su credulità, inganno e il desiderio umano di credere in qualcosa di magico. Le fotografie delle fate sono diventate un simbolo dell’incontro tra la fantasia e la realtà, mostrando come, a volte, il bisogno di meraviglia e mistero possa portare a credere all’incredibile.

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