Il Grande Reset: Teoria di un’antica civiltà perduta
La teoria del “Grande Reset” è una delle più affascinanti e dibattute negli ambienti di archeologia alternativa. Secondo questa ipotesi, in un passato remoto, l’umanità avrebbe già raggiunto livelli di progresso tecnologico e culturale straordinariamente avanzati, persino superiori a quelli delle civiltà classiche come quella egiziana o greca. Tuttavia, per qualche ragione, una catastrofe avrebbe “azzerato” questa civiltà, portando alla perdita totale della sua conoscenza e delle sue tracce. La storia avrebbe quindi visto una “ripartenza”, con la civiltà e il progresso che sono ricominciati da zero. Vediamo in dettaglio cosa sostiene questa teoria, su quali prove si basa e quali critiche le vengono mosse dalla comunità scientifica.
La teoria del Grande Reset
Il “Grande Reset” immagina che l’umanità, molto tempo prima delle civiltà conosciute, avesse sviluppato una tecnologia e una struttura sociale comparabili (o addirittura superiori) a quelle moderne. Questa civiltà avanzata sarebbe però scomparsa in seguito a un evento catastrofico: alcuni ipotizzano una guerra nucleare primordiale, altri un disastro naturale su scala globale come un diluvio universale, un’inversione dei poli magnetici della Terra, o una massiccia eruzione vulcanica. Questo evento avrebbe portato alla distruzione quasi completa di tutte le testimonianze materiali e culturali di questa antica civiltà, facendo ripartire l’umanità in uno stato primitivo.
Le “Prove” della Teoria del Grande Reset
I sostenitori del “Grande Reset” puntano a diversi indizi per supportare la loro teoria, facendo spesso riferimento a elementi enigmatici della storia e dell’archeologia tradizionale che sembrano resistere alle spiegazioni convenzionali.
Megaliti e costruzioni antiche
Monumenti come le Piramidi egizie, Stonehenge in Inghilterra, le rovine di Puma Punku in Bolivia, il complesso di Göbekli Tepe in Turchia e altre costruzioni megalitiche sparse in varie parti del mondo vengono spesso citati come “prove” dell’esistenza di conoscenze avanzate. Secondo i teorici del “Grande Reset”, queste costruzioni sarebbero troppo complesse e precise per essere state realizzate con i semplici strumenti e tecniche a disposizione delle civiltà antiche. Alcuni ritengono addirittura che siano i resti delle opere di una civiltà tecnologicamente avanzata capace di manipolare pietre gigantesche con facilità.
Nota: Gobekli Tepe, un sito vecchio di circa 12 mila anni, nel sud-est della Turchia, è uno dei siti megalitici più significativi al mondo. Oggi tutti i tipi di studiosi, a partire da quelli ufficiali fino ad arrivare a quelli alternativi, viene considerato uno dei più grandi enigmi archeologici mai scoperti. Il fitto mistero che avvolge questa antica città è andato così oltre, che molti archeologi, oggi etichettati dai relativi colleghi come pseudo-archeologi, pensano che Gobekli Tepe è la prova inequivocabile che dimostra l’esistenza di un’antichissima e misteriosa e sconosciuta civiltà ormai perduta, ma non finisce qui, c’è chi pensa che le origini dell’enigmatico sito archeologico siano addirittura di origine aliena.
Antichi testi e miti
In molte culture troviamo miti che parlano di civiltà scomparse e di cataclismi epocali. Il mito di Atlantide narrato da Platone, ad esempio, descrive una civiltà avanzata e prospera distrutta in un solo giorno e una sola notte. Anche l’India presenta racconti come quello del Mahabharata, che parla di armi di distruzione potentissime simili a quelle nucleari. I teorici del “Grande Reset” ritengono che questi racconti potrebbero essere l’eco di una storia dimenticata, tramandata oralmente per millenni.
Antichi strumenti e anomalie tecnologiche
Esistono alcuni artefatti che sembrano anacronistici rispetto al periodo storico a cui appartengono. Tra questi si trova il cosiddetto “meccanismo di Antikythera“, un complesso congegno in bronzo recuperato da un relitto greco antico che sembra funzionare come un sofisticato calcolatore astronomico, molto avanzato per l’epoca (datato intorno al 100 aC). I sostenitori della teoria del Grande Reset ritengono che esistano altri oggetti come questo, i cosiddetti “ooparts” (Out of Place Artifacts), che potrebbero suggerire una conoscenza tecnologica perduta.
Nota: Il Meccanismo di Anticitera è costituito da complessi ingranaggi in rame, fortemente corrosi dal tempo e da incisioni. Le indagini e lo studio del meccanismo, nel tempo hanno permesso di appurare che si tratta di un complesso congegno a orologeria che riproduce il moto dei pianeti attorno al Sole e anche le fasi della Luna. Fu per questo che all’inizio il congegno fu classificato come un oopart (oggetto fuori dal tempo).
Conoscenze astronomiche e allineamenti perfetti
Molte strutture antiche sembrano avere allineamenti astronomici precisi. Le piramidi di Giza, ad esempio, sono allineate in modo quasi perfetto con i punti cardinali, e alcuni sostengono che rispecchierebbero la disposizione della Cintura di Orione. Alcuni teorici vedono in queste conoscenze astronomiche avanzate la prova che un’antica civiltà possiede una comprensione del cosmo e delle sue leggi ben maggiore di quanto tradizionalmente accettato.
Fu Robert Bauval ha formulare la teoria sull’allineamento delle piramidi di Giza alla cintura di Orione nel 1983, noto come Teoria della Correlazione di Orione. L’intuizione di Bauval è partita dall’osservazione di come le tre piramidi di Giza — Cheope, Chefren e Micerino — non fossero perfettamente allineate tra loro. La piramide di Micerino è leggermente spostata rispetto alle altre due, una disposizione che sembrava casuale o dovuta a fattori di costruzione.
Bauval, appassionato di astronomia e ingegneria, notò che questa disposizione irregolare delle piramidi corrispondeva alla configurazione delle tre stelle della cintura della costellazione di Orione, in particolare al rapporto di luminosità tra di esse: Alnitak (la più luminosa e più a sinistra), Alnilam e Mintaka (la più debole e leggermente spostata rispetto alle altre). L’intuizione gli venne osservando una mappa stellare: la somiglianza con le piramidi di Giza lo spinse a ipotizzare che gli antichi egizi fossero intenzionalmente orientati le piramidi secondo questo schema per rappresentare la cintura di Orione.
Secondo Bauval, la cintura di Orione aveva un significato simbolico importante per gli egizi, in quanto associato alla figura del dio Osiride, il dio della morte e della rinascita, profondamente venerato nell’antico Egitto. La corrispondenza tra la posizione delle piramidi e la cintura di Orione, dunque, non sarebbe casuale, ma un tentativo di rispecchiare nel mondo terreno una configurazione stellare carica di significato spirituale e cosmologico.
Ipotesi sugli Eventi Catastrofici
La teoria del Grande Reset richiede, per essere coerente, la presenza di un evento catastrofico che sia in grado di distruggere una civiltà globale e di cancellarne quasi tutte le tracce. Alcune delle principali ipotesi avanzate includono:
Diluvio Universale : Un evento di tipo “diluvio universale” è riportato in diverse mitologie, dai racconti della Bibbia alle leggende sumere. Alcuni credono che possa rappresentare il ricordo di un evento reale, come lo scioglimento dei ghiacci alla fine dell’ultima era glaciale, che causò innalzamenti repentini dei mari e devastazioni globali.
Impatto di un asteroide : Alcuni sostengono che un grande impatto di un asteroide potrebbe aver causato la distruzione di una civiltà antica, creando un disastro sulla scala planetaria. Eventi come il cosiddetto “Evento del Dryas recente” (circa 12.800 anni fa) hanno visto drastici cambiamenti climatici che potrebbero essere stati innescati da impatti cometari.
L’Evento del Dryas Recente (o Younger Dryas ) fu un periodo climatico che si verifica alla fine dell’ultima era glaciale, circa tra 12.900 e 11.700 anni fa. È caratterizzato da un improvviso e drastico ritorno a condizioni climatiche fredde in gran parte dell’emisfero nord, interrompendo il riscaldamento graduale che stava portando il pianeta fuori dall’ultima era glaciale. Durante il Dryas Recente, le temperature scesero improvvisamente, specialmente in Nord America, Europa e Asia settentrionale, dove si stima una riduzione della temperatura media fino a 10 gradi Celsius rispetto al periodo interglaciale che stava iniziando.
Inversione dei Poli Magnetici : Secondo questa ipotesi, un’inversione dei poli magnetici della Terra potrebbe aver sconvolto il clima e causato disastri naturali su larga scala, portando al collasso di una potenziale civiltà avanzata.
Le Critiche della Comunità Scientifica
La comunità scientifica tradizionale non accetta la teoria del “Grande Reset”, considerando che le prove sono insufficienti o che non esistano affatto. Le principali obiezioni sono le seguenti:
Assenza di prove dirette : Non esistono tracce concrete, come resti di infrastrutture, macchinari avanzati o altre prove tangibili che dimostrino l’esistenza di una civiltà avanzata precedente. La scoperta di artefatti come il meccanismo di Antikythera rappresenta solo conoscenze molto avanzate per l’epoca, ma non una tecnologia incomprensibile o anacronistica.
Progressione tecnologica lineare : Gli archeologi sostengono che la tecnologia umana sia progredita in modo lineare e progressivo, dai primi strumenti di pietra fino alle moderne tecnologie. Non ci sono salti improvvisati o incongruenze nella sequenza di sviluppo documentata.
Spiegazioni razionali per le opere megalitiche : Gli archeologi insistono sul fatto che molte delle opere antiche, come le piramidi o Stonehenge, potevano essere costruite senza l’uso di tecnologie avanzate, sfruttando l’ingegno e una grande quantità di manodopera. Ma secondo il mio modesto parere in questo caso la spiegazione ufficiale è piena di lacune e incongruenze.
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Interpretazione dei miti : I miti e le leggende sono spesso interpretati dai sostenitori del Grande Reset come testimonianze di eventi reali, mentre gli storici e gli antropologi vedono in essi semplici simbolismi, metafore o spiegazioni mitiche di fenomeni naturali.
Studiosi che hanno ipotizzato la Teoria del Grande Reset
Molti ricercatori indipendenti e alcuni studiosi non accademici sostengono questa idea, ipotizzando che cataclismi globali abbiano sviluppato civiltà avanzate precedenti alla nostra, come Atlantide o altre civiltà sconosciute.
Di seguito qualche cenno dei principali studiosi e autori che appoggiano questa teoria.
1. Il dottor Graham Hancock
- Libri principali : Impronte degli dei , Maghi degli dei , America Before
- Teoria : Hancock propone che una civiltà avanzata sia esistita decine di migliaia di anni fa, ma sia stata distrutta da un cataclisma globale (forse causato dall’impatto della cometa). I suoi libri esplorano luoghi antichi come Göbekli Tepe, le Piramidi di Giza e altre strutture megalitiche, suggerendo che potrebbero essere le tracce di una civiltà più antica e tecnologicamente avanzata. Hancock è tra i più noti e prolifici scrittori di questa teoria, anche se spesso criticato dalla comunità scientifica tradizionale.
2. Randall Carlson
- Opere e contributi : Ricercatore e conferenziere su podcast e video online, collaborazioni con Graham Hancock.
- Teoria : Carlson, geologo e studioso di storia naturale, sostiene l’idea che grandi cataclismi hanno ciclicamente colpito la Terra, distruggendo civiltà antiche. Esplora la possibilità che gli impatti delle comete o le variazioni climatiche drammatiche abbiano spazzato via la civiltà evoluta. Carlson è noto per i suoi studi sui cicli cataclismici della Terra e su come questi potrebbero coincidere con miti e leggende antiche di distruzione.
3. Zecharia Sitchin
- Libri principali : Il 12° Pianeta (Il Pianeta degli Dei), serie di libri The Earth Chronicles
- Teoria : Sebbene le teorie di Sitchin si focalizzino principalmente sugli interventi extraterrestri (gli Anunnaki), egli suggerisce anche che catastrofi globali possono aver modificato la civiltà umana in passato. Sitchin è noto per la sua interpretazione dei testi sumeri e per l’ipotesi di civiltà avanzate antichissime. Tuttavia, la sua opera è considerata controversa per le interpretazioni non ortodosse dei testi antichi.
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4. Roberto Sacco
- Libri principali : Forgotten Civilization , Voices of the Rocks
- Teoria : Schoch è un geologo che ha proposto una datazione più antica della sfinge egizia, sostenendo che l’erosione sia dovuta a piogge intense molto antecedenti alla civiltà egizia ufficialmente riconosciuta. Nelle sue ricerche, Schoch suggerisce che cataclismi climatici o geologici potranno aver spazzato via civiltà avanzate. Le sue teorie si concentrano su un evento solare estremo, come un’espulsione di massa coronale, che avrebbe potuto devastare una civiltà antica.
5. Immanuel Velikovsky
- Libri principali : Mondi in collisione , Ere nel caos
- Teoria : Sebbene non proponga l’esistenza di una civiltà avanzata antecedente, Velikovsky ha influenzato il campo delle catastrofi globali. Sosteneva che eventi astronomici come collisioni di corpi celesti hanno avuto un impatto catastrofico sulla Terra, alterando drasticamente la storia umana e causando estinzioni e sconvolgimenti globali. Le sue idee sono state critiche e considerate pseudoscientifiche, ma hanno ispirato molte teorie catastrofiste.
6. Il poeta Charles Hapgood
- Libri principali : Earth’s Shifting Crust , Path of the Pole
- Teoria : Hapgood propone la teoria dello spostamento della crosta terrestre, secondo la quale lo spostamento improvviso della crosta terrestre avrebbe causato sconvolgimenti globali, cambiando la posizione dei poli e provocando disastri climatici. Hapgood ha influenzato molti ricercatori alternativi, che utilizzano la sua teoria per spiegare la distruzione di ipotetiche civiltà antiche come Atlantide.
7. Giovanni Antonio Ovest
- Contributi : Collaborazioni con Robert Schoch sul tema dell’antica Sfinge.
- Teoria : West è stato un egittologo autodidatta che, insieme a Schoch, ha sostenuto che la Sfinge sia molto più antica di quanto affermato dall’archeologia tradizionale. Ha ipotizzato che possa rappresentare una traccia di una civiltà avanzata precedente agli Egizi. Le sue teorie includono l’idea che eventi catastrofici hanno influenzato la storia delle civiltà.
8. Il figlio di David Hatcher
- Libri principali : Città perdute e antichi misteri del Sud America , Tecnologia degli dei
- Teoria : Childress è noto per il suo interesse verso civiltà perdute e tecnologie antiche. Nei suoi libri esplora l’ipotesi che civiltà avanzate siano esistite e siano state distrutte da cataclismi globali. Propone che molte delle tecnologie e delle conoscenze di queste civiltà siano andate perse o siano state mantenute solo in miti e leggende.
Molte delle teorie sopra elencate sono critiche dall’archeologia e dalla geologia tradizionale. Gli studiosi mainstream ritengono che la maggior parte delle prove proposte sia interpretata in modo selettivo e non rigoroso, e spesso manca di verifiche empiriche solide.
Nonostante ciò queste teorie continuano a suscitare grande interesse grazie alla loro capacità di sfidare la narrativa storica convenzionale. Per molti, rappresentano anche una riflessione sulle riserve della civiltà moderna in un contesto di cambiamenti climatici e rischi globali.
Conclusione
La teoria del Grande Reset resta un’ipotesi affascinante e ha trovato ampio spazio in opere di narrativa, documentari alternativi e discussioni online. Tuttavia, mancano prove scientifiche dirette a supporto di questa teoria, e molti degli “indizi” addotti dai suoi sostenitori possono essere spiegati attraverso le conoscenze archeologiche e storiche esistenti. L’interesse per questa teoria, comunque, sottolinea la curiosità dell’umanità per i misteri del passato e il desiderio di scoprire di più su civiltà perdute e sugli antichi segreti del nostro pianeta.
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