AARO incongruenza e ambiguità, riflessioni

AARO

L’intenzione dichiarata dell’AARO

La nascita dell’AARO è il risultato diretto di una crescente pressione pubblica, accademica e politica verso una maggiore trasparenza sugli avvistamenti UFO/UAP. L’ufficio è stato istituito dal Dipartimento della Difesa (DoD) degli Stati Uniti nel 2022, in risposta a rapporti sempre più numerosi e dettagliati di fenomeni inspiegabili. Il Congresso americano, tramite il National Defense Authorization Act (NDAA) , ha formalizzato la richiesta di un organismo centralizzato per investigare tali eventi, focalizzandosi principalmente sui potenziali rischi per la sicurezza nazionale.

Tra gli obiettivi ufficiali dell’AARO vi sono:

  1. Analisi scientifica e militare : studiare i dati sugli UAP per determinarne la natura (naturale, artificiale o altro).
  2. Mitigazione del rischio : valutare il potenziale pericolo per la sicurezza aerea e nazionale.
  3. Coordinamento inter-agenzia : collaborare con diverse agenzie governative, come la NASA e l’intelligence.
  4. Trasparenza pubblica : comunicare al pubblico e condividere i progressi in modo responsabile, mantenendo la sicurezza operativa e bla bla bla …

A prima vista, queste intenzioni sembrano promettenti. Tuttavia, se ci concentriamo a fare un’analisi approfondita, si sollevano dubbi sulle reali motivazioni dell’AARO, soprattutto considerando il contesto storico e alcune incongruenze nell’approccio. Tutto quello che verrà, fa parte del mio pensiero personale e quindi deve essere preso con le pinze.

Le possibili intenzioni reali

1. Uno strumento per il controllo narrativo?

L’AARO potrebbe essere stato istituito principalmente per centralizzare il flusso di informazioni sull’UAP. Storicamente, i governi hanno spesso mantenuto una posizione ambigua sugli UFO, oscillando tra smentite e dichiarazioni di interesse. L’AARO, pur dichiarandosi trasparente, potrebbe servire a controllare e filtrare le informazioni, riducendo la possibilità che materiali sensibili o informazioni non conformi alla narrativa ufficiale trapelino al pubblico.

  • La gestione dei dati : l’AARO possiede l’autorità di classificare determinati rapporti sugli UAP come sensibili, escludendoli dalla discussione pubblica. Questo controllo limita in maniera del tutto inaccettabile la trasparenza.
  • Riduzione dell’accesso diretto agli esperti indipendenti : accentrando le indagini sugli UAP, l’AARO potrebbe rendere più difficile per ricercatori esterni accedere a dati grezzi, riducendo la capacità di analisi indipendente.

2. Deviazione dall’effettiva ricerca sugli UFO?

Un’altra possibilità è che l’AARO rappresenta una manovra politica per deviare l’attenzione del pubblico dalla ricerca autentica. Dichiarare di prendere sul serio gli UAP potrebbe placare i cittadini e i ricercatori, ma l’impegno effettivo potrebbe essere minimo, se non addirittura controproducente.

Ad esempio:

  • Indagini inconcludenti : Se l’AARO pubblicasse rapporti senza nuove scoperte significative, potrebbe sminuire il fenomeno agli occhi del pubblico.
  • Approccio altamente burocratico : L’ufficio potrebbe concentrarsi eccessivamente su formalità e standard scientifici, rallentando l’analisi dei casi e riducendo la percezione della loro importanza.

3. Preparazione di una narrazione futura?

Da considerare anche il fatto (possibile probabilità) che l’AARO potrebbe essere parte di una strategia per preparare il pubblico a future rivelazioni parziali. Se vi fosse la volontà di rendere noti i dati sugli UFO/UAP, l’AARO permetterebbe di farlo in modo graduale e controllato, magari per evitare il caos a livello globale.

In parole più semplici attraverso l’AARO, il governo potrebbe selezionare accuratamente quali informazioni condividere, mantenendo il controllo sull’interpretazione pubblica. In un contesto ipotetico di contatto extraterrestre o tecnologia avanzata, l’AARO potrebbe preparare la narrativa per minimizzare il panico o manipolare l’opinione pubblica.

Le incongruenze del nuovo sito AARO

Come accennato e come tutti ben sappiamo il sito ufficiale dell’AARO è stato presentato come un portale trasparente per il pubblico. Tuttavia, se ci pensiamo bene si solleva sempre quella che impropriamente definisco “tutto fumo e niente arrosto”:

Nonostante l’AARO affermi di trattare centinaia di casi, il sito attualmente non offre che una manciata ridicola di casi, inoltre non esiste l’accesso a rapporti dettagliati di alto profilo. Molti dei casi elencati sembrano essere spiegabili attraverso fenomeni naturali o tecnologie convenzionali, mentre gli avvistamenti più controversi (come quelli documentati dai piloti militari) ricevono scarsa attenzione, di molti altri importanti casi non c’è proprio traccia, vengono evitati come la peste.

Approccio superficiale ai dati

Il sito offre una sezione dedicata alle segnalazioni di UAP da parte del pubblico, ma il sistema per inviare i rapporti sembra troppo semplicistico. Non è chiaro come l’AARO intenda verificare queste segnalazioni, né come queste verranno integrate nei database ufficiali.

  • Assenza di dati grezzi : Non vi è alcuna opzione per accedere a video, fotografie o registrazioni radar grezze, elementi cruciali per l’analisi indipendente.
  • Rapporti declassificati poco utili : I pochi rapporti pubblicati sono spesso generici, privi di dettagli tecnici utili.

Il linguaggio utilizzato sul sito dell’AARO è fortemente burocratico e orientato alla sicurezza nazionale. Questo può indicare una priorità verso gli interessi militari piuttosto che verso una ricerca aperta e imparziale.

  • Focus sulla “minaccia” : Il sito sottolinea frequentemente il potenziale rischio degli UAP, riducendo la possibilità di discutere apertamente fenomeni che potrebbero non rappresentare alcun pericolo.
  • Nessuna menzione di ipotesi extraterrestre : Sebbene sia comprensibile che un’organizzazione scientifica non salti a conclusioni, l’omissione totale dell’ipotesi extraterrestre sembra riduttiva, considerando la portata del fenomeno.

L’AARO inoltre ha dichiarato di collaborare con la NASA e altre organizzazioni, ma il sito non offre dettagli su come avviene questa collaborazione. Inoltre, manca una piattaforma per il coinvolgimento della comunità scientifica internazionale o per accedere ai risultati delle analisi condivise con altre agenzie.

Criticità nell’approccio globale

Nonostante i progressi ufficiali, vi sono alcune preoccupazioni chiave sull’efficacia e l’autenticità dell’AARO, come ad esempio la mancanza di una visione realmente interdisciplinare.

Il fenomeno UFO/UAP richiede un approccio che combina scienze fisiche, astronomia, psicologia, sociologia e molte altre discipline. Tuttavia, l’AARO sembra essere dominato da un approccio militare e tecnologico, limitando la comprensione complessiva.

Nonostante le promesse di apertura, la natura altamente classificata di molti dati riduce la possibilità di una reale trasparenza. La mancata pubblicazione di casi significativi e la lentezza nella declassificazione aumentano il sospetto di una gestione opaca.

L’AARO opera sotto il controllo del Dipartimento della Difesa, un organismo notoriamente riservato e spesso coinvolto in programmi classificazione. Questo suscita dubbi sull’indipendenza e sull’effettiva volontà di indagare il fenomeno senza secondi fini.

Se gli UAP includono tecnologie avanzate di natura terrestre (es. droni di potenza straniere), l’AARO potrebbe avere interesse a proteggere tali informazioni per ragioni di sicurezza nazionale, piuttosto che condividerle apertamente.


Conclusione

L’AARO rappresenta un’evoluzione interessante nella gestione degli UAP, ma il suo vero ruolo rimane ambiguo. Pur essendo un passo positivo per riconoscere ufficialmente il fenomeno, le incongruenze nell’approccio, la scarsa trasparenza e l’influenza militare sollevano dubbi sulle sue reali intenzioni. Potrebbe essere un mezzo per guadagnare tempo, gestire la narrativa pubblica o limitare la portata delle indagini.

Per una reale comprensione del fenomeno UFO/UAP, sarà fondamentale monitorare attentamente le attività future dell’AARO e la qualità delle informazioni rese pubbliche.

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