Operazione Gladio e la Strategia della Tensione
L’Operazione Gladio rappresenta uno degli episodi più controversi e discussi della storia europea contemporanea, intrecciandosi con il contesto della Guerra Fredda, della lotta al comunismo e delle strategie politiche segrete che hanno condizionato la vita democratica di molti paesi occidentali, in particolare l’Italia.
Gladio, era il nome in codice della parte italiana di una vasta rete di strutture paramilitari segrete coordinate dalla NATO e, più precisamente, dalla CIA e dai servizi segreti occidentali. Questa rete, denominata Stay Behind, aveva l’obiettivo ufficiale di contrastare una possibile invasione sovietica in Europa occidentale, ma il suo operato ha sollevato accuse di manipolazione politica e coinvolgimento in eventi violenti legati alla cosiddetta “strategia della tensione”.
Origini dell’Operazione Gladio
L’Operazione Gladio nacque in un contesto storico segnato dalla contrapposizione tra il blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti e quello orientale dominato dall’Unione Sovietica. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il rischio percepito di un’espansione comunista spinse le potenze occidentali a prepararsi per una possibile invasione da parte dell’URSS. In questo scenario, gli Stati Uniti, insieme alla NATO, svilupparono il programma Stay Behind, volto a creare una rete di resistenza clandestina che potesse agire in caso di occupazione nemica.
In Italia, Gladio venne istituita ufficialmente nel 1956, ma le sue attività sembrano risalire già al periodo immediatamente successivo alla guerra. L’organizzazione era composta da cellule segrete, armate e addestrate, pronte a entrare in azione per sabotaggi, operazioni di guerriglia e intelligence. La supervisione era affidata al Servizio Informazioni Difesa (SID) e successivamente al Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare (SISMI).
Struttura e Attività
La rete di Gladio era composta da centinaia di membri, selezionati principalmente tra militari, ex partigiani, e individui legati a gruppi di destra. Questi individui ricevevano un addestramento militare, spesso in collaborazione con le forze armate statunitensi e britanniche. Armi ed equipaggiamenti venivano nascosti in depositi segreti sparsi per il territorio italiano, molti dei quali scoperti solo decenni dopo.
Il mandato ufficiale di Gladio era la resistenza a un’invasione esterna, ma col tempo sono emersi sospetti e accuse secondo cui l’organizzazione avrebbe avuto un ruolo anche nella manipolazione politica interna. Documenti e testimonianze hanno suggerito che Gladio fosse coinvolta in attività volte a destabilizzare governi e movimenti di sinistra, contribuendo indirettamente o direttamente ad alimentare il clima di paura durante la strategia della tensione.
Ma in cosa consiste esattamente questa strategia della tensione?
La Strategia della Tensione
La strategia della tensione è un termine che descrive una serie di eventi violenti, tra cui attentati, omicidi e attacchi terroristici, avvenuti in Italia tra gli anni ’60 e ’80. Questi eventi miravano a creare un clima di instabilità sociale e politica per giustificare misure autoritarie e frenare l’ascesa di forze politiche di sinistra, in particolare del Partito Comunista Italiano (PCI).
L’Operazione Gladio è stata più volte collegata a episodi specifici di questa strategia, anche se le prove dirette rimangono scarse e spesso controverse. Tra i casi più emblematici vi sono:
La Strage di Piazza Fontana (1969): un attentato dinamitardo a Milano che causò 17 morti e oltre 80 feriti. Questo episodio è stato considerato l’inizio della strategia della tensione. Alcune indagini hanno suggerito il coinvolgimento di ambienti di estrema destra e servizi segreti deviati, che potrebbero aver avuto stretti legami con Gladio.
La Strage di Bologna (1980): Questo è l’attentato più grave della storia repubblicana italiana, con 85 morti e oltre 200 feriti. Anche in questo caso, le indagini hanno indicato responsabilità di gruppi neofascisti e complicità di alcuni apparati dello Stato.
L’omicidio di Aldo Moro (1978): Sebbene attribuito ufficialmente alle Brigate Rosse, il caso Moro ha sollevato interrogativi su possibili interferenze di Gladio o di altri gruppi Stay Behind per impedire il compromesso storico tra Democrazia Cristiana e PCI.
Nota: Le Brigate Rosse sono state un’organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra nata intorno al 1970. Il suo obbiettivo primario era quello di fare propaganda e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Di matrice marxista-leninista, è stato il più potente, il più numeroso e il più longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistente in Europa occidentale.
La Scoperta di Gladio
L’esistenza di Gladio rimase segreta fino al 1990, quando il primo ministro Giulio Andreotti ammise pubblicamente l’esistenza dell’organizzazione durante un’audizione parlamentare. Questa rivelazione sollevò un’ondata di polemiche, portando all’apertura di inchieste sia a livello nazionale che europeo. La scoperta suscitò scalpore non solo per le implicazioni politiche interne, ma anche per il coinvolgimento diretto di paesi stranieri, in particolare gli Stati Uniti e il Regno Unito.
Andreotti sostenne che Gladio non fosse mai stata utilizzata per scopi interni, ma molte testimonianze e documenti contraddicono questa versione. Ad esempio, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga dichiarò che l’organizzazione era stata creata con il consenso delle massime autorità politiche italiane, ma non negò la possibilità di abusi o deviazioni del suo mandato originario.
La scoperta di Gladio alimentò un acceso dibattito sul rapporto tra democrazia e segreti di Stato. Da un lato, i sostenitori dell’organizzazione sottolinearono la necessità di tali strutture nel contesto della Guerra Fredda, considerandole una misura preventiva contro il pericolo comunista. Dall’altro lato, i critici accusarono Gladio di aver minato la sovranità democratica italiana e di aver contribuito a un clima di paura e repressione.
A livello internazionale, l’Operazione Gladio sollevò interrogativi su iniziative analoghe in altri paesi europei. La rete Stay Behind, infatti, era attiva anche in Germania, Francia, Belgio, e altri stati della NATO, ma in nessun caso emersero prove di un coinvolgimento così diretto nelle dinamiche politiche interne come in Italia.
Conclusioni
L’Operazione Gladio rimane uno dei capitoli più oscuri della storia italiana, simbolo delle tensioni e delle ambiguità della Guerra Fredda. Sebbene alcune sue attività possano essere giustificate dal contesto storico, l’accusa di aver interferito nella vita politica interna solleva questioni etiche e legali di grande rilievo.
Il caso di Gladio ci ricorda che la sicurezza nazionale, pur essendo una priorità, non dovrebbe mai essere perseguita a scapito della democrazia e della trasparenza. A distanza di decenni, il dibattito su Gladio continua a dividere storici, politici e cittadini, rappresentando un monito sulla necessità di vigilare affinché gli strumenti dello Stato non vengano mai utilizzati contro i suoi stessi principi fondanti.
web site: BorderlineZ