Bennu e i Mattoni della Vita: La Scoperta che cambia tutto
Il 29 gennaio 2025 è stato annunciato un risultato straordinario nelle ricerche sui campioni dell’asteroide Bennu, raccolti dalla missione OSIRIS-REx della NASA. Gli scienziati hanno confermato la presenza di amminoacidi e di tutte e cinque le basi azotate che compongono il DNA e l’RNA, aprendo nuovi scenari sulla possibilità che gli ingredienti fondamentali per la vita siano arrivati sulla Terra dallo spazio. Questa scoperta ha implicazioni enormi per l’astrobiologia e la comprensione dell’origine della vita, avvalorando la teoria secondo cui asteroidi e comete potrebbero aver seminato sulla Terra i componenti necessari per la biologia.

La Missione OSIRIS-REx e la Raccolta dei Campioni
OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, and Security–Regolith Explorer) è una missione della NASA lanciata nel 2016 con l’obiettivo di studiare Bennu, un asteroide primitivo ricco di carbonio, e riportare sulla Terra campioni della sua superficie.
Dopo aver raggiunto l’asteroide nel 2018 e averlo studiato per due anni, il veicolo spaziale ha eseguito con successo il prelievo di materiale nel 2020, raccogliendo circa 250 grammi di polveri e frammenti rocciosi. Questi campioni sono stati trasportati sulla Terra e sono atterrati nel deserto dello Utah il 24 settembre 2023.
Dopo il recupero, il materiale è stato analizzato in laboratori di tutto il mondo, con particolare attenzione da parte della NASA e di istituti di ricerca come l’Università dell’Arizona e il Goddard Space Flight Center. I risultati preliminari sono stati pubblicati su riviste scientifiche come Nature e Nature Astronomy nel gennaio 2025.
Cosa è Stato Trovato nei Campioni di Bennu?
Le analisi sui campioni di Bennu hanno rivelato la presenza di una varietà di composti organici e chimici fondamentali per la vita. Tra i ritrovamenti più importanti troviamo:
- Amminoacidi – Sono i mattoni delle proteine, componenti essenziali di tutti gli organismi viventi. Il fatto che siano presenti su un asteroide primitivo dimostra che la chimica prebiotica è diffusa nel Sistema Solare.
- Basi azotate del DNA e RNA – Nei campioni sono state individuate adenina, guanina, citosina, timina e uracile, le cinque basi nucleotidiche che formano il codice genetico della vita sulla Terra.
- Carbonio in forma organica complessa – Indica che Bennu ha conservato materiali primitivi da oltre 4,5 miliardi di anni, testimoniando le condizioni chimiche che esistevano nel Sistema Solare primordiale.
- Argille idrate – Minerali che contengono acqua, suggerendo che Bennu abbia avuto interazioni con l’acqua nel suo passato.
- Solfuri e magnetite – Elementi importanti per le reazioni chimiche prebiotiche, simili a quelle che potrebbero aver portato alla nascita della vita sulla Terra.
Questi risultati confermano che Bennu è un corpo celeste primitivo e incontaminato, rimasto quasi inalterato dai tempi della formazione del Sistema Solare.
Cosa Significa Questa Scoperta per la Teoria della Panspermia?
La scoperta di amminoacidi e basi azotate su Bennu supporta una delle teorie più affascinanti sull’origine della vita: la panspermia. Secondo questa ipotesi, i mattoni della vita potrebbero non essersi formati esclusivamente sulla Terra, ma essere stati trasportati dallo spazio attraverso asteroidi, comete e meteoriti.
La panspermia suggerisce che:
- La chimica prebiotica è diffusa nell’universo – Se molecole organiche complesse possono formarsi spontaneamente sugli asteroidi, potrebbero essere comuni in altri sistemi stellari.
- Asteroidi e comete potrebbero aver “inseminato” la Terra primordiale – Circa 4 miliardi di anni fa, la Terra subì un intenso bombardamento di asteroidi e comete. Se questi corpi celesti contenevano amminoacidi e basi azotate, potrebbero aver contribuito alla nascita della vita.
- Possibile vita extraterrestre basata sugli stessi principi – Se i componenti chimici della vita sono comuni nello spazio, la vita potrebbe essersi sviluppata anche altrove, in forme simili a quelle terrestri.
Bennu e Altri Asteroidi: Un Pattern Ripetuto?
Bennu non è il primo asteroide da cui sono stati prelevati campioni con composti organici. Nel 2020, la missione giapponese Hayabusa2 ha riportato sulla Terra materiale dall’asteroide Ryugu, rivelando la presenza di uracile (una delle basi dell’RNA) e altre molecole organiche.
Il fatto che due asteroidi distinti contengano gli stessi ingredienti della vita suggerisce che queste sostanze siano comuni nei corpi celesti primitivi del Sistema Solare. Questo rafforza l’idea che i processi chimici che portano alla formazione della vita possano verificarsi su scala cosmica.
Le Prossime Fasi della Ricerca
Le analisi sui campioni di Bennu sono ancora in corso e continueranno per diversi anni. Gli scienziati cercheranno di determinare:
- Se esistono strutture molecolari ancora più complesse nei campioni, come precursori di proteine o lipidi.
- Quali reazioni chimiche potrebbero aver avuto luogo su Bennu nel corso della sua storia.
- Se gli isotopi presenti nei materiali possono fornire indizi sulle condizioni del Sistema Solare primordiale.
Inoltre, altre missioni spaziali potrebbero esplorare nuovi asteroidi per confermare questi risultati. Tra i progetti futuri ci sono la missione NASA Dragonfly, che esplorerà Titano (una luna di Saturno con una chimica complessa), e il programma Artemis, che potrebbe studiare campioni dalla Luna per comprendere meglio il trasporto di materiali organici nello spazio.
Conclusioni
La scoperta di amminoacidi e basi azotate nei campioni di Bennu è un passo fondamentale nella ricerca sull’origine della vita. Se gli ingredienti base per la biologia possono formarsi naturalmente sugli asteroidi, allora la vita potrebbe essere un fenomeno comune nell’universo.
Le implicazioni di questa scoperta vanno oltre il nostro Sistema Solare: potrebbero significare che la vita, o almeno i suoi mattoni fondamentali, esistono in molte altre parti dell’universo. Bennu potrebbe averci appena dato una chiave per svelare uno dei misteri più profondi dell’umanità: come è iniziata la vita sulla Terra e se siamo davvero soli nello spazio.
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