I Forza Giorgia campane stonate su TikTok

Forza Giorgia

Negli ultimi anni, i social network sono diventati il ​​campo di battaglia della politica, con TikTok che si è trasformato in un’arena fondamentale per la propaganda e la costruzione del consenso. Tra i protagonisti di questa rivoluzione digitale c’è Giorgia Meloni, la cui presenza sulla piattaforma è accompagnata da un fenomeno curioso e apparentemente artificiale: migliaia di commenti identici, ripetitivi e privi di argomentazione, provenienti da profili spesso sospetti o palesemente falsi.

Ma cosa si nasconde dietro questo strano coro di “Forza Giorgia”, “Grande Giorgia” e “Immensa Giorgia”? Si tratta di un entusiasmo spontaneo o di una strategia studiata a tavolino? È davvero il riflesso di un supporto popolare o un’illusione costruita con bot, troll farm e manipolazione algoritmica?

In questo articolo analizzeremo a fondo il fenomeno, smascherando le tecniche di comunicazione digitale e le tattiche di propaganda politica che potrebbero spiegare il comportamento insolito di questi presunti follower. Tutti ormai hanno notato qualcosa di strano nei commenti sui video che riguardano la premier, preparati a scoprire cosa potrebbe esserci dietro.

Il copione ripetitivo dei Forza Giorgia: perché sempre le stesse frasi?

Uno dei segnali più evidenti di anomalie nelle community online è la ripetizione sistematica di frasi brevi, entusiaste e prive di argomentazioni reali. “Forza Giorgia”, “Grande Giorgia”, “Immensa Giorgia” e simili sembrano quasi slogan piuttosto che commenti spontanei. Questo avviene per diverse ragioni:

Le strategie di comunicazione politica digitale spesso sfruttano la creazione di “comunità fedeli”, in cui gli utenti vengono incoraggiati (o addirittura istruiti) a postare determinati messaggi per aumentare la visibilità del personaggio pubblico. In pratica:

  • Creare un’ondata di commenti identici fa sembrare un video virale. L’algoritmo di TikTok favorisce i contenuti con molte interazioni, quindi il ripetersi degli stessi commenti è un metodo per manipolare il sistema.
  • Gli utenti che vedono quei commenti si sentono parte di un gruppo e vengono incentivati ​​a fare lo stesso. Questo crea un effetto a catena.
  • Nei social media, la percezione della popolarità è spesso più importante della popolarità stessa: se tutti scrivono la stessa cosa, si dà l’impressione che esista un consenso unanime.

Strategia di comunicazione politica e marketing virale

Le campagne politiche moderne non si basano solo sui media tradizionali ma anche su tecniche di marketing che prevedono la ripetizione di frasi chiave. Questo avviene perché logicamente gli slogan brevi sono più facili da ricordare e condividere, creano un senso di appartenenza tra i sostenitori, generano polarizzazione, spingendo chi non è d’accordo a rispondere, aumentando l’engagement inoltre sembra funzionare bene con l’algoritmo di TikTok, che favorisce interazioni semplici e rapide.

In sintesi, il fenomeno potrebbe non essere casuale ma il risultato di una strategia ben pianificata.

La questione dei profili falsi: chi sta dietro?

TikTok è infestato da account fake. Alcuni vengono creati per scopi commerciali, altri per propaganda politica. Il fatto che molti di questi profili siano anonimi o abbiano pochissima attività solleva domande.

Una pratica diffusa nella propaganda digitale è l’uso di bot: account automatici programmati per commentare e interagire in massa. Segnali tipici dei bot sono ad esempio i profili senza foto o immagini con generiche, nome utente composto da numeri e lettere casuali, nessun contenuto postato o attività minima, commenti ripetitivi e privi di variazioni.

Se i commenti pro-Meloni su TikTok seguono questa struttura, è probabile che ci sia un utilizzo massiccio di bot per gonfiare artificialmente il supporto online e non è escluso che entrino in gioco troll umani per dare alcune varianti.

Le “troll farms” sono gruppi di persone (spesso pagate) che lavorano per creare consenso online a favore di un determinato personaggio politico. Esistono prove che le organizzazioni di questo tipo hanno influenzato le elezioni in vari paesi, come Russia e Stati Uniti. Anche in Italia potrebbero esserci gruppi organizzati che lavorano per creare un’immagine di sostegno unanime verso Meloni. Una delle domande più importanti da farsi è la seguente, i troll chi li paga e con quali soldi? La risposta penso sia ovvia.

Da considerare anche che oltre a bot e troll esiste una community di supporter molto motivata e coordinata. Spesso, nei gruppi Telegram e WhatsApp, vengono dati ordini precisi su cosa scrivere e dove commentare. Questa porta a ondate di messaggi identici che sembrano sospetti ma in realtà provengono da persone reali.

La particolarità di queste persone che la controparte ha battezzato ” I FOZZA GIOGGIA” ha un unico elemento chiave, l’assenza di discussione o ragionamenti complessi, alcuni perchè sembrano avere una particolare tara mentale mista ad analfabetismo funzionale in quanto chi commenta non cerca mai di spiegare il perché Meloni sarebbe “immensa”, si limita solo a scriverlo. Addirittura alcuni che raramente rispondono, scrivono commenti senza senso, sgrammaticati e privi di contesto. Ma oltre a questo esistono altri fattori.

La comunicazione politica moderna non punta più sull’argomentazione razionale, ma sull’emozione. Gli elettori sono più attratti da frasi brevi e incisive che da spiegazioni lunghe e complesse. Scrivere commenti brevi è più facile e immediato, inoltre la politica attuale si basa più sull’identità e sul “noi contro loro” che sul dibattito razionale.

Se chi commenta iniziasse a spiegare perché Meloni è “immensa”, si aprirebbe uno spazio per il dibattito. Questo potrebbe portare a critiche, smentite e discussioni, cose che la propaganda digitale tende a evitare. Un commento come “Forza Giorgia” è inattaccabile e non apre grosse discussioni.

Molti politici adottano tecniche di “bandwagoning” (effetto gregge), ovvero spingendo le persone a credere che un’idea sia popolare semplicemente mostrando che tutti la supportano. Se su TikTok tutti scrivono “Grande Giorgia”, un utente comune potrebbe pensare: Forse è davvero così apprezzata? Questo è un metodo efficace per creare consenso, anche se il supporto reale è molto più basso.

Conclusione: un consenso reale o un’illusione digitale?

Il fenomeno dei commenti ripetitivi e dei profili sospetti su TikTok intorno a Giorgia Meloni sembra rientrare in un modello più ampio di manipolazione della percezione pubblica. Le spiegazioni più probabili sono gonfiare il supporto online, creare un’illusione di consenso unanime, addestrare Militanti digitali organizzati che seguono istruzioni precise su cosa commentare.

Quindi, il consenso mostrato su TikTok è reale? Difficile dimostrarlo ma facile da intuire. Sicuramente esistono i follower sinceri, ma la quantità di commenti identici e l’uso di profili sospetti suggerisce che buona parte di questo sostegno sia, artificiale.

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