ChatGPT necessita realmente di 50 centrali nucleari per funzionare?

ChatGPT consumo energetico – img. generata tramite IA

Origine del mito delle “50 centrali nucleari”

La frase “ChatGPT ha bisogno di 50 centrali nucleari” è una distorsione nata da una serie di articoli e interviste che parlavano non solo di ChatGPT, ma del consumo energetico dell’intera infrastruttura digitale globale, con una proiezione futura che coinvolge tutta l’IA, i data center e i modelli avanzati di machine learning.

Uno dei riferimenti usati da chi alimenta questa teoria è uno studio di SemiAnalysis e alcune dichiarazioni riportate dal sito JustThink.ai, secondo cui, se le attuali tendenze dell’IA continueranno, potremmo aver bisogno di decine di gigawatt aggiuntivi solo per supportare l’IA nei prossimi 5-10 anni.

Queste proiezioni, però, sono spesso estrapolate fuori contesto: non si riferiscono a ChatGPT da solo, ma all’intero ecosistema IA globale entro il 2030.

ChatGPT consumo energetico reale

Secondo una stima pubblicata da EpochAI, ogni singola richiesta a ChatGPT (basata su GPT-4o) consuma circa 0,3 Wh (wattora). È una cifra irrisoria: per avere un confronto, una lampadina a LED da 10 watt accesa per 1 ora consuma 10 Wh. Dunque, una richiesta a ChatGPT consuma l’equivalente di 1/30 di quell’energia.

Secondo alcune stime del MIT Technology Review, l’utilizzo giornaliero medio di ChatGPT da parte di un singolo utente consuma circa 2-3 Wh – meno di quanto consumi il caricamento completo di uno smartphone. Tuttavia, l’impatto va visto in scala. Secondo dati raccolti nel 2024, ChatGPT potrebbe ricevere circa 200 milioni di richieste al giorno. A quel punto, anche un consumo minimo per ciascuna richiesta porta a:

  • 200.000.000 richieste × 0,3 Wh = 60.000.000 Wh al giorno = 60 MWh/giorno

Un consumo giornaliero di 60 MWh corrisponde all’incirca al consumo giornaliero di una cittadina di circa 2.000-3.000 abitanti.

Consumo annuale stimato

Secondo The Washington Post, ChatGPT consuma circa 40 GWh all’anno, ovvero 40 milioni di kilowattora. Si tratta di una cifra significativa, ma non paragonabile in nessun modo a quella necessaria per 50 centrali nucleari.

Per confronto:

  • Una centrale nucleare di medie dimensioni produce circa 1.000 MW (1 GW) di potenza continua.
  • In un anno, una sola centrale può generare circa 8-9 TWh (terawattora).
  • 50 centrali nucleari producono quindi circa 400 TWh all’anno.

Conclusione: 40 GWh è appena lo 0,01% dell’energia prodotta da 50 centrali nucleari.

Proiezioni future: cosa accadrà entro il 2030?

Mentre l’affermazione delle “50 centrali” è eccessiva per la situazione attuale, il discorso cambia parzialmente quando si parla di scenari futuri. Secondo uno studio dell’IEA (International Energy Agency), entro il 2030 i data center, l’intelligenza artificiale e la blockchain potrebbero consumare fino al 10% della produzione elettrica mondiale, rispetto all’attuale 2-3%.

Un rapporto del 2024 di Digiconomist ha evidenziato come l’espansione dei grandi modelli linguistici (LLM) potrebbe comportare un’esplosione nel consumo energetico. Alcune proiezioni suggeriscono che, se i modelli continuano a crescere esponenzialmente (GPT-5, GPT-6, ecc.), l’impatto energetico globale dell’IA potrebbe richiedere da 5 a 10 GW di potenza continua aggiuntiva.

A questo punto entrano in gioco le centrali:

  • 1 centrale nucleare: circa 1 GW
  • 10 GW = circa 10 grandi centrali (non necessariamente nucleari)

Ma anche in questo scenario estremo, si parla di un fabbisogno aggiuntivo mondiale. Ancora una volta, è cruciale sottolineare che non si tratta solo di ChatGPT, ma dell’intera industria AI: Google Gemini, Claude, Meta LLaMA, modelli open-source, sistemi di visione artificiale, elaborazione del linguaggio naturale, e modelli per le auto autonome.

I data center dietro ChatGPT

ChatGPT è ospitato su infrastrutture di cloud computing, principalmente Microsoft Azure AI. Microsoft ha costruito supercomputer IA dedicati, con decine di migliaia di GPU (NVIDIA H100 e A100), che costituiscono la spina dorsale del funzionamento di GPT-4 e successivi.

Questi supercomputer consumano quantità importanti di energia non solo per i calcoli, ma anche per la refrigerazione, che in molti casi è responsabile di oltre il 30% del consumo totale del data center.

Un singolo data center su larga scala può arrivare a consumare 100-300 MW di potenza continua, l’equivalente del consumo di 100.000 abitazioni.

Oltre all’elettricità, l’IA ha un impatto anche sull’acqua. Secondo una ricerca pubblicata su Nature, una sessione di ChatGPT di 20-25 richieste può consumare fino a 500 ml di acqua, necessaria per raffreddare i server attraverso evaporatori o impianti di refrigerazione a ciclo chiuso.

A livello globale, Microsoft ha consumato 6,4 miliardi di litri d’acqua nel solo 2022 – con un aumento del 34% rispetto all’anno precedente – attribuibile in gran parte allo sviluppo dell’infrastruttura IA di Azure.

Energia nucleare e intelligenza artificiale: un’alleanza?

Microsoft e il caso di Three Mile Island

Nel 2024, Microsoft ha firmato un accordo con Constellation Energy per fornire tutta l’energia elettrica di una centrale nucleare in dismissione (Three Mile Island) ai propri data center IA per i prossimi 20 anni. L’obiettivo: ridurre l’impatto ambientale e garantire una fonte costante, stabile e priva di emissioni di CO₂.

Questo non significa che ChatGPT venga alimentato solo da nucleare, ma è indicativo della direzione in cui si muove il settore: utilizzare fonti stabili e pulite per far fronte all’aumento della domanda.

Nota: Il nucleare, a differenza del solare o dell’eolico, fornisce energia costante 24/7. È ideale per data center che non possono permettersi interruzioni. Inoltre, non emette gas serra. Tuttavia, ha problemi di accettazione pubblica, costi di costruzione elevati, e richiede decenni per l’approvazione e la messa in funzione.

ChatGPT è davvero una minaccia energetica?

Rispondiamo a questa domanda dicendo che tutto ciò dipende dalla prospettiva.

  • Se guardiamo il singolo utente o la singola richiesta, ChatGPT è estremamente efficiente.
  • Se consideriamo la scala globale, la crescita dell’IA sta diventando una sfida energetica, soprattutto perché ogni nuova versione dei modelli tende ad essere più grande e più esigente in termini di hardware e potenza.

La vera minaccia non è l’IA in sé, ma il modello di sviluppo industriale che la supporta, spesso orientato a una crescita infinita.

Disinformazione, media e percezione pubblica

L’affermazione delle “50 centrali nucleari” è un esempio classico di come un dato tecnico, riportato in modo impreciso, possa trasformarsi in disinformazione virale.

Spesso i media cercano titoli sensazionalistici per catturare attenzione, ma senza distinguere tra proiezioni, scenari ipotetici e dati effettivi. Così, un report che parlava della possibilità che entro il 2030 l’intero settore dell’IA possa richiedere una decina di GW, è stato decontestualizzato e trasformato in “ChatGPT consuma più di una nazione intera”.

In realtà, ChatGPT consuma meno energia di molti altri servizi online, come lo streaming video (Netflix, YouTube), i social network o le piattaforme di gioco online.

Conclusione su: ChatGPT consumo energetico

L’affermazione secondo cui ChatGPT avrebbe bisogno di 50 centrali nucleari per funzionare è, alla luce delle evidenze: Tecnicamente infondata, Basata su proiezioni distorte, Stimolante per riflettere sui limiti energetici dell’IA.

Il vero problema non è l’IA di per sé, ma la mancanza di una strategia globale sostenibile per far fronte alla sua crescente diffusione. Le grandi aziende dovranno ripensare l’infrastruttura tecnologica in chiave ecologica, con l’adozione di energie rinnovabili, miglioramenti nell’efficienza dei chip e strategie di raffreddamento a basso impatto ambientale.

Nel frattempo, è fondamentale mantenere un approccio critico, basato su dati concreti, e non lasciarsi influenzare da affermazioni virali non supportate dalla scienza.


Fonti consigliate per approfondire

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