FraudGPT, l’Intelligenza Artificiale Oscura
FraudGPT è un tipo di intelligenza artificiale (IA) “oscura” concepita e promossa per attività illecite, ovvero un “gemello malvagio” di chatbot come ChatGPT. Ma “malvagio” non in senso metaforico: nel senso che la sua funzione dichiarata è assistere criminali informatici nella progettazione e realizzazione di truffe informatiche, phishing, malware, frodi, ecc.

Cos’è FraudGPT, definizione e natura
FraudGPT è un modello di linguaggio generativo (un “LLM” — large language model) che è stato configurato e distribuito senza i filtri di sicurezza/etica tipicamente presenti in modelli “legittimi”. In altre parole: è progettato per ignorare le protezioni che impedirebbero a un chatbot “ufficiale” di aiutare in attività criminali.
Spesso compare come offerta sul dark web, su piattaforme criptate come canali su Telegram, oppure in mercati informali. Alcuni report segnalano che lanci pubblici della sua disponibilità risalgono al luglio 2023. Viene spesso definito come “bot senza limiti, regole, confini” — una “tagline”macchina” che chiarisce l’intento criminale dichiarato.
FraudGPT non aiuta gli utenti a cercare semplicemente assistenza legittima o informazioni, bensì facilitare frodi, phishing, malware, hacking: ovvero permettere anche a persone con scarsa competenza tecnica di realizzare attacchi informatici sofisticati usando l’IA.
Le capacità di FraudGPT
Secondo le fonti che lo descrivono, FraudGPT offre un ampio spettro di funzionalità “maligne”, tra cui:
Generare email di phishing oppure messaggi di testo (SMS, chat) credibili, costruiti in modo da sembrare legittimi, per indurre gli utenti a fornire credenziali, dati personali o finanziari.
Produrre siti web fasulli / pagine di phishing: landing page, pagine di login false, e documenti ingannevoli con grafica convincente che imitano siti legittimi.
Scrivere codice malevolo / malware, in modo che possa essere distribuito agli utenti , ad esempio via allegati o link che installano software dannoso.
Creare strumenti di hacking o “cracking”, cioè tool utili per chi vuole forzare sistemi, sfruttare vulnerabilità, eseguire attacchi.
Generare documenti fraudolenti, fatture false, richieste di pagamento ingannevoli, ovvero supportare frodi economiche o truffe finanziarie.
Automatizzare una parte del “lavoro sporco” di un cyber-criminale: selezionare siti/pagine/gruppi da attaccare, elaborare i contenuti malevoli, “coprire le tracce”.
In sintesi: FraudGPT trasforma molte delle attività che un hacker tradizionale dovrebbe fare manualmente (scrittura phishing, copy e design, codici maligni, distribuzione, ecc.) in operazioni rapide e automatizzabili.
Perché è pericoloso: l’impatto su sicurezza, privacy e criminalità
L’emergere di tool come FraudGPT rappresenta una svolta potenzialmente drammatica nella criminalità informatica, per vari motivi:
In passato, per fare phishing o creare malware servivano competenze tecniche: conoscere il coding, l’informatica, capire come costruire una mail convincente, come ingegnerizzare un sito, come velare malware. FraudGPT, e strumenti analoghi rendono queste azioni accessibili anche a persone con poche o nulle competenze tecniche. Questo abbatte la “barriera di ingresso” al cybercrime: chiunque può provare a frodare o infettare altri.
Un attacco non deve più essere “artigianale” e lento: con FraudGPT si può generare in pochi minuti decine o centinaia di email di phishing, pagine malevole, varianti di attacchi, rendendo molto più difficile per le difese tradizionali tenere il passo.
I testi generati sono spesso coerenti, grammaticalmente corretti, credibili, il che rende più facile ingannare anche utenti attenti. Insieme a pagine fasulle ben costruite, l’illusione di legittimità è più potente.
Poiché FraudGPT è distribuito sul dark web e spesso tramite canali cifrati (come Telegram), chi lo usa può rimanere relativamente anonimo. Questo rende più difficile tracciare e contrastare le sue attività, rispetto ad attacchi manuali più “artigianali” ma visibili.
Fonti di cybersecurity segnalano che FraudGPT viene aggiornato frequentemente, con nuove versioni ogni poche settimane, probabilmente per rendere meno rilevabili le sue capacità malevole e adattarsi a nuovi contesti.
Contesto attuale: perché se ne parla e cosa dicono gli esperti
Negli ultimi 18-24 mesi, tool come FraudGPT (e analoghi come WormGPT) stanno attirando l’attenzione degli specialisti di sicurezza, delle istituzioni e dei media per l’aumento di minacce con queste caratteristiche.
Alcune organizzazioni di sicurezza segnalano che si tratta ormai di una nuova frontiera del cybercrime, dove l’automazione e l’IA rendono più efficaci attacchi su larga scala.
L’uso di IA per generare phishing, malware, frodi evidenzia come i tradizionali strumenti di difesa — antivirus, filtri di spam, controlli manuali — possano risultare inefficaci o superati se non adeguati al “nuovo livello”.
Alcuni enti di sicurezza e governo (come l’agenzia indiana CERT-In) hanno emesso avvisi pubblici sull’uso di FraudGPT e hanno invitato gli utenti a prestare attenzione a link, e-mail e comunicazioni sospette.
In pratica: la consapevolezza del problema cresce, ma la minaccia evolve con grande rapidità.
Perché bisogna considerarlo un serio pericolo
Dal mio punto di vista (e basandomi sulle evidenze raccolte), FraudGPT rappresenta uno dei segnali più allarmanti dell’evoluzione del cybercrime, per motivi che vanno al di là delle singole truffe:
- Rende il mondo digitale più insicuro non solo per utenti individuali, ma anche per aziende, organizzazioni, infrastrutture: con strumenti come FraudGPT, attacchi su larga scala — phishing massivo, frodi, furto di identità, malware — possono essere orchestrati con facilità e anonimato.
- Aumenta la rapidità e la varietà delle minacce: non stiamo più parlando di “virus” o “hacker esperti”, ma di IA generativa che può mutare forma, adattarsi, generare nuovi contenuti in tempo reale — rendendo la difesa molto più complessa.
- Sfida le misure attuali di sicurezza: filtri antispam, antivirus, controlli umani (moderazione, verifica manuale) potrebbero non bastare, perché una mail generata con IA può sembrare genuina e passare inosservata.
- Amplifica il rischio sistemico: se questi strumenti diventano ampiamente disponibili, il numero di attacchi — e potenziali vittime — potrebbe esplodere. Non è solo un problema individuale, ma di società, economia, fiducia digitale.
- Crea dilemmi etici e legali: la facilità con cui un tool del genere può essere diffuso e utilizzato mette in crisi anche il concetto di responsabilità, tracciabilità e regolamentazione dell’IA.
Quali misure possono mitigare il rischio — consigli generali
Approccio critico ai contenuti online — diffida di email, messaggi o siti che chiedono credenziali, soldi, dati sensibili, soprattutto se arrivano da presunti servizi “ufficiali” (banche, piattaforme, istituzioni) ma con URL o messaggi sospetti. Con FraudGPT, l’inganno può essere molto convincente.
Verifica diretta delle comunicazioni — se ricevi email sospette, non cliccare su link: vai al sito ufficiale digitando manualmente l’indirizzo oppure contatta l’ente tramite canali ufficiali.
Aggiornamento e uso di software di sicurezza — antivirus, antimalware, firewall, sistemi di filtro, aggiornamenti del sistema operativo: anche se non garantiscono protezione totale, aumentano drasticamente la probabilità di respingere alcuni attacchi.
Diffusione della consapevolezza — informa amici, familiari, colleghi: molte vittime cadono per inesperienza o eccessiva fiducia. Conoscere l’esistenza di strumenti come FraudGPT aiuta a riconoscere i segnali.
Sostenere regolamentazione ed etica nell’IA — come società, dovremmo chiedere trasparenza, controllo, regolamentazioni su modelli di IA che possano essere usati per criminalità. Questo impone riflessioni etiche oltre che tecniche.
Implicazioni future su FraudGPT
Considerando le tendenze attuali, penso che FraudGPT segni un punto di svolta nella relazione tra intelligenza artificiale e criminalità. Di seguito alcune possibili implicazioni future:
Potremmo vedere un aumento di attacchi ibridi, che combinano social engineering, IA, automazione e phishing altamente personalizzato: per esempio attacchi mirati a persone specifiche, con informazioni precise (ottenute da social media, dati pubblici, leak), generati in modo customizzato dall’IA.
Le difese tradizionali (firewall, antivirus, filtri antispam) potrebbero diventare insufficienti: serviranno strumenti di cybersecurity basati su IA/EIA (IA che combatte IA), ovvero modelli che analizzino comportamenti, anomalie, linguaggio, pattern, per rilevare attacchi generati da IA.
Crescerà l’esigenza di legislazione internazionale e accordi normativi sull’uso dell’IA, specialmente per modelli “open” o distribuiti clandestinamente: non basta dire “vietato usarla per il male”, bisogna strutturare controlli, sanzioni, monitoraggio, e infrastrutture di contrasto.
Aumenterà il divario tra utenti consapevoli e utenti vulnerabili: chi sa riconoscere segnali di phishing/IA-made scam sarà più protetto, chi è meno esperto sarà un bersaglio privilegiato. Questo potrebbe rafforzare disuguaglianze digitali e creare nuovi rischi sociali.
Potenzialmente, si apriranno nuovi scenari di guerra informatica su larga scala, con IA come arma di attacco (phishing massivo, malware, attacchi a infrastrutture), in cui la velocità e la scala superano di molto la capacità di risposta tradizionale.
web site: BorderlineZ
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