Il Caso UFO di Terry Lovelace

Terry Lovelace nasce nel 1954. Dopo la scuola superiore si arruola nell’US Air Force, dove lavora per sei anni come paramedico militare. In seguito si laurea in legge e svolge la professione di procuratore legale e avvocato del governo, mantenendo incarichi pubblici fino al suo pensionamento. La sua carriera si distingue per integrità, affidabilità e assenza di comportamenti controversi.

È solo dopo il pensionamento che Lovelace decide di rendere pubblica la sua esperienza, spinto dalla convinzione che il silenzio, protrattosi per oltre 40 anni, non fosse più giustificabile.

L’Incidente di Devil’s Den (1977)

Nel giugno del 1977, Lovelace e un suo collega dell’Air Force, identificato con lo pseudonimo di “Toby”, decidono di trascorrere un weekend nel Devil’s Den State Park, in Arkansas, una zona remota, scelta appositamente per la sua tranquillità. L’obiettivo era scattare fotografie naturalistiche e godersi la quiete del parco.

Durante la seconda notte di campeggio, i due militari notano nel cielo un oggetto insolito: un triangolo nero di grandi dimensioni, stimato intorno ai 30 metri per lato, sospeso in aria senza produrre rumore. Ai tre angoli erano visibili luci intense, mentre dal centro dell’oggetto si proiettava una colonna luminosa verticale che scendeva verso terra.

“Era chiaro che era diretto nella nostra direzione. E poi, immediatamente è arrivato questo laser. I laser erano relativamente nuovi nel 1977. Li avevo visti in televisione ma mai nella vita reale”

“Mi sono svegliato alle 3:00 del mattino con brillanti luci multicolore, bianche, gialle e arancioni che illuminavano l’interno della nostra tenda. Attraverso una piccola finestra posteriore ho visto che la foresta dietro di noi era illuminata come una partita notturna. Ho notato che i miei vestiti e stivali erano tutti “distorti”.

Lovelace riferisce che entrambi si sentirono improvvisamente molto sonnolenti, come sotto effetto di sedativi, per poi perdere conoscenza. Al risveglio, si trovavano ancora nel campo, ma con segni fisici insoliti: disidratazione, ustioni solari su gran parte del corpo (nonostante fosse notte), e una memoria parzialmente cancellata di quanto avvenuto nelle ore precedenti.

Segni fisici e presunti disturbi post-traumatici riportati

Come accennato entrambi riportarono ustioni sulla pelle, apparentemente incompatibili con le condizioni ambientali. Lovelace lamentava dolori alla gamba e una cicatrice inspiegabile che non ricordava di essersi procurato. Seguirono insonnia, incubi ricorrenti, e flashback. non mancarono episodi di ansia acuta e fobie inspiegabili, in particolare legate all’oscurità e agli ambienti chiusi. Sensazione persistente di essere osservati o seguiti.

Secondo il racconto di Lovelace, nei giorni successivi all’incidente, i due militari furono contattati da ufficiali superiori, sottoposti a interrogatori prolungati e intimati al silenzio con la minaccia di provvedimenti disciplinari. Il comportamento dell’amministrazione militare è compatibile, almeno secondo la testimonianza, con quello già documentato in altri casi UFO, in cui si ipotizza una volontà istituzionale di contenere informazioni sensibili.

Il ritrovamento dell’impianto

Nel 2012, a seguito di un infortunio domestico, Terry si sottopone a una radiografia della gamba destra. Il referto evidenzia la presenza di un corpo estraneo metallico in profondità, compatibile con un microchip di piccole dimensioni.

L’oggetto è regolarmente visibile ai raggi X e appare non mobile, privo di segni visibili di incisione chirurgica. I medici che lo esaminarono confermarono che non vi erano cicatrici esterne né storia clinica di un impianto. Lovelace decise di non rimuovere l’oggetto, per non comprometterne l’integrità o perdere un possibile elemento di prova.

Tale scoperta rappresenta uno degli elementi più documentabili e oggettivi del caso, anche se non dimostra per sé l’origine extraterrestre del corpo metallico. È tuttavia un’anomalia significativa che ha attirato l’attenzione della comunità ufologica più rigorosa.

Terry Lovelace
Le presunte radiografie di Terry Lovelace dove si vede nettamente un corpo estraneo (2012)

Regolazione della memoria: ipnosi regressiva

Nel corso degli anni successivi, Lovelace si sottopose a ipnosi regressiva clinica, condotta da un professionista autorizzato, per cercare di recuperare frammenti mnemonici dell’evento.

Nota: Sebbene la validità dell’ipnosi regressiva sia contestata in ambito scientifico, l’ufologia classica ha storicamente accettato questa metodologia come strumento d’indagine complementare, a patto che venga condotta da professionisti qualificati.

Durante le sessioni, emergono dettagli inquietanti: ricordi di essere sollevato da terra in un raggio di luce, presenza all’interno di una struttura illuminata, compatibile con l’interno di un oggetto artificiale, visione di altre persone umane in stato confusionale, presumibilmente sottoposte a esami, sensazione di essere esaminato clinicamente da figure umanoidi, descritte come senza pelo, con pelle grigia e occhi neri prominenti (elementi ricorrenti nei resoconti di abduction).

Documentazione medica e testimonianze correlate

Lovelace ha fornito, negli anni, diverse radiografie, cartelle cliniche, referti e testimonianze giurate a sostegno delle sue dichiarazioni. Questi materiali sono stati analizzati da ricercatori indipendenti, tra cui il medico e ufologo Dr. Roger Leir (scomparso nel 2014 e molto criticato anche in ambito ufologico), che si era già occupato di presunti impianti alieni.

Nonostante la mancanza di un’indagine forense ufficiale, gli elementi presentati da Lovelace sono coerenti con: esperienze di interferenza fisica reale (presenza di impianto, ustioni, trauma), trauma psicologico coerente con esperienze post-evento, reazioni istituzionali che richiamano altri casi militari classificati o soggetti a segretezza.

Analisi comparativa e inquadramento nel contesto ufologico

Il caso Lovelace si inserisce in una categoria ben definita dell’ufologia classica: quella dei casi di abduction con testimone militare. Casi simili comprendono ad esempio:

  • Il caso Travis Walton (Arizona, 1975): abduction con testimoni multipli.
  • Il caso di Robert Salas e la disattivazione dei missili a Malmstrom AFB (1967).
  • I rapporti sugli impianti esaminati da Leir (oltre 15 casi documentati tra il 1995 e il 2013).

Nel confronto, il caso Lovelace si distingue per:

  • Assenza di desiderio di visibilità iniziale: la storia fu resa pubblica solo 40 anni dopo.
  • Credibilità del testimone: ufficiale di carriera, incensurato, senza passati comportamenti anomali.
  • Documentazione medica verificabile.
  • Dettagli coerenti con la casistica delle abduction classiche.

Criticità e limiti oggettivi

Dal punto di vista di un’indagine razionale, è doveroso sottolineare anche i limiti del caso: mancanza di testimoni indipendenti: a parte il collega Toby, nessun altro ha assistito direttamente all’evento. Assenza di fotografie, video o tracciamenti radar dell’oggetto. Impossibilità di accertare la natura del corpo estraneo senza un’analisi forense diretta. Validità scientifica controversa dell’ipnosi regressiva.

Questi elementi impediscono di classificare il caso come “dimostrato” nel senso tecnico, ma non ne inficiano la coerenza interna né la possibilità che rappresenti un’interferenza reale da parte di entità sconosciute.

Conclusioni

Il caso di Terry Lovelace rappresenta un esempio paradigmatico di ufologia classica razionale, in cui:

  • Il testimone è affidabile, qualificato e privo di motivazioni fantasiose.
  • Vi sono dati fisici (radiografie) che supportano una possibile interferenza concreta.
  • La narrazione si sviluppa in coerenza con decenni di casi simili, secondo una casistica consolidata.

Pur non potendo affermare con certezza assoluta che l’esperienza abbia avuto origine extraterrestre, il caso Lovelace soddisfa numerosi criteri di attendibilità soggettiva e documentale, rendendolo uno dei dossier più robusti nell’ambito delle presunte abduction militari degli anni ’70.

L’ufologia classica non è tenuta a “dimostrare” nel senso scientifico, ma a raccogliere, analizzare e classificare fenomeni anomali in attesa di un’eventuale spiegazione. In questo senso, il caso Lovelace va conservato come testimonianza solida, razionale e non smentita al 100%, meritevole di ulteriori approfondimenti.


Fonti consultabili

  • Terry Lovelace, Incident at Devil’s Den, 2018
  • Interviste pubbliche (Coast to Coast AM, 2018–2021)
  • Radiografie fornite dall’autore in eventi pubblici
  • Articoli su The Black Vault, MUFON Journal
  • Comparative studies on alien implants (Dr. Roger Leir)
  • Documentazione FOIA declassificata su UFO e avvistamenti militari

web site: BorderlineZ

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