Il Triangolo di Bennington: le sparizioni impossibili nel Vermont
Tra il 1945 e il 1950, nella tranquilla area montuosa di Bennington, nel Vermont, si verificò una serie di sparizioni inspiegabili che, ancora oggi, rimangono tra i casi più inquietanti e irrisolti della storia statunitense. Un piccolo villaggio, un’area boschiva apparentemente innocua, un luogo immerso nella quiete rurale, si trasformò in uno dei punti più oscuri della mappa americana, tanto da guadagnarsi il nome di “Bennington Triangle”, un termine coniato decenni dopo per analogia con il più celebre Triangolo delle Bermuda.

Ciò che avvenne tra il 1945 e il 1950 non fu una singola scomparsa accidentale, ma una catena di eventi accomunati da schemi inquietanti: le vittime sparivano improvvisamente nel nulla, non lasciavano tracce né segni di lotta e spesso nello stesso periodo dell’anno e nella stessa zona boschiva, ai piedi del monte Glastenbury.
Le ricerche, massicce e ben organizzate, non portarono mai ad alcun risultato concreto.
Oggi, a più di settant’anni di distanza, il mistero di Bennington rimane intatto, e continua ad alimentare leggende, teorie paranormali e ipotesi di natura ufologica.
Il contesto geografico e storico del Triangolo di Bennington
Per comprendere la portata del fenomeno, occorre partire dal luogo stesso: il monte Glastenbury, una vetta isolata e selvaggia che domina la contea di Bennington, nel sud-ovest del Vermont.
Quest’area, oggi scarsamente popolata, era un tempo una regione di boscaioli e minatori. Alla fine del XIX secolo, le attività industriali crollarono e il villaggio di Glastenbury che si trovava proprio vicino all’area delle sparizioni, fu abbandonato completamente.
Nel 1898, lo Stato del Vermont revocò lo status di comune alla località, dichiarandola zona disabitata.
Da quel momento, il monte Glastenbury e i suoi boschi furono avvolti da un’aura di inquietudine. Gli abitanti delle aree vicine lo consideravano “maledetto”, teatro di fenomeni inspiegabili e di strane sparizioni anche precedenti agli anni ’40.
I nativi americani Abenaki, antichi abitanti della regione, evitavano quella zona, considerandola un luogo sacro e proibito, dove secondo la leggenda “la terra inghiottiva chiunque osasse profanarla”.
La prima scomparsa: Middie Rivers (1945)
La prima sparizione ufficiale della serie avvenne nel novembre del 1945.
La vittima fu Middie Rivers, un uomo di 74 anni, esperto cacciatore e guida locale, che conosceva la zona come le sue tasche. Quel giorno, Rivers accompagnava un gruppo di cacciatori lungo un sentiero ai piedi del monte Glastenbury. Durante il ritorno, prese un piccolo vantaggio sul gruppo per seguire un corso d’acqua, ma non tornò mai più.
Le ricerche durarono settimane: centinaia di volontari e militari perlustrarono i boschi.
Fu trovato solo un singolo bossolo di proiettile da fucile, appartenente a Rivers, ma nessuna traccia del corpo, né indizi di attacco animale o incidente. Un mistero assoluto: come poteva un uomo così esperto scomparire senza lasciare tracce in un luogo che conosceva perfettamente?
La scomparsa di Paula Jean Welden (1946): il caso più famoso
Un anno dopo, nel dicembre del 1946, la giovane Paula Jean Welden, studentessa di 18 anni del Bennington College, decise di fare una passeggiata lungo il Long Trail, un sentiero escursionistico che attraversava proprio la zona di Glastenbury. Fu vista da alcuni testimoni all’imbocco del sentiero, indossava un cappotto rosso brillante. Poi, svanì nel nulla.
Le ricerche furono imponenti: la polizia, l’esercito, cani addestrati, e perfino l’FBI furono coinvolti.
Eppure, non venne trovato nulla: né vestiti, né oggetti, né il corpo.
Il mistero di Paula Welden scosse l’intera opinione pubblica americana e spinse il Vermont a creare una propria polizia statale, poiché al tempo non esisteva un corpo investigativo competente per simili ricerche.
Anche in questo caso, i dettagli sono sconcertanti: il sentiero era frequentato, la zona perlustrata più volte, ma nessuna prova materiale è mai emersa.
Con il passare degli anni, nacquero numerose teorie: omicidio, fuga volontaria, rapimento… ma nessuna di esse trovò riscontro.
Alcuni escursionisti riferirono di luci misteriose nei cieli durante i giorni delle ricerche, un dettaglio che molti appassionati di ufologia hanno successivamente collegato al fenomeno.
Il terzo caso: James Tedford (1949)
Il caso più sconcertante di tutti avvenne il 1° dicembre 1949. James E. Tedford, un veterano della Seconda Guerra Mondiale residente in una casa di riposo a Bennington, stava tornando in autobus dopo aver fatto visita a dei parenti nel Vermont del Nord.
Fu visto seduto nel suo posto da diversi passeggeri durante tutto il tragitto, ma quando il bus arrivò a Bennington, Tedford non c’era più.
Il suo bagaglio era al suo posto, i documenti pure, ma di lui nessuna traccia. L’autobus non aveva mai fatto fermate non previste e nessuno lo vide scendere. Come poteva una persona scomparire letteralmente da un veicolo in movimento?
Il caso di Tedford è spesso citato dagli studiosi di fenomeni anomali come uno degli esempi più forti di scomparsa inspiegabile in circostanze “impossibili”. Alcuni lo collegano a fenomeni dimensionali o a un presunto campo magnetico anomalo che influenzerebbe l’area del Bennington Triangle.
La tragedia del piccolo Paul Jepson (1950)
Il 12 ottobre 1950, la zona fu teatro di un altro evento tragico. Il piccolo Paul Jepson, di appena otto anni, scomparve mentre si trovava con la madre, custode di una discarica locale. La donna lo lasciò per pochi minuti nel camion, ma al suo ritorno il bambino era sparito.
Ancora una volta, le ricerche furono immediate e massicce. I cani da ricerca seguirono le tracce fino a un punto preciso del sentiero… dove anche quelle si interrompevano bruscamente, come se il bambino si fosse volatilizzato. Curiosamente, quel punto si trovava non lontano dal luogo dove era scomparsa Paula Welden quattro anni prima.
Alcuni testimoni raccontarono di aver visto una figura luminosa nei boschi la sera stessa.
Un particolare inquietante: il bambino indossava un giubbotto rosso, proprio come Paula Welden.
Molti, in seguito, videro in questo dettaglio un possibile elemento simbolico o anomalo collegato alle sparizioni.
Il caso finale: Frieda Langer (1950)
L’ultima scomparsa documentata fu quella di Frieda Langer, una donna di 53 anni, escursionista esperta, avvenuta il 28 ottobre 1950.
Era in compagnia di un cugino nei boschi di Glastenbury, quando scivolò in un torrente e decise di tornare al campo base per cambiarsi. Non arrivò mai.
Dopo mesi di ricerche, nel maggio 1951, il suo corpo venne finalmente ritrovato… ma in una zona che era già stata perlustata più volte, e in condizioni tali da impedire l’identificazione della causa di morte. Fu l’unico corpo mai recuperato tra tutte le vittime del mistero di Bennington.
Il ritrovamento alimentò teorie secondo cui il cadavere era stato “restituito” o spostato successivamente, come se qualcuno o qualcosa lo avesse “rimesso” intenzionalmente nel luogo.
Il concetto di “Bennington Triangle”
Con il passare degli anni, giornalisti e ricercatori cominciarono a notare somiglianze inquietanti tra queste sparizioni. Fu l’autore Joseph A. Citro, esperto di folklore del New England, a coniare il termine “Bennington Triangle” negli anni ’80.
Citro descrisse l’area compresa tra Glastenbury Mountain, Bennington e Woodford come un triangolo energetico anomalo, caratterizzato da:
- sparizioni umane inspiegabili,
- anomalie magnetiche,
- avvistamenti di luci e oggetti volanti non identificati,
- strani rumori o eco che disorientavano gli escursionisti,
- e perfino presunte creature umanoidi o criptozoologiche avvistate nei boschi.
Molti residenti hanno raccontato nel tempo episodi di telefoni e bussole impazzite, animali scomparsi improvvisamente, e la sensazione di essere osservati da presenze invisibili. Tutto ciò ha reso Bennington un luogo di culto per chi studia il paranormale.
Le teorie: tra realtà e ipotesi alternative
Di fronte a una serie di eventi così inspiegabili, le teorie non potevano che moltiplicarsi.
Ecco le principali:
La spiegazione più razionale è che le vittime siano cadute in crepacci o siano state trascinate da animali. Tuttavia, questa ipotesi non spiega l’assenza totale di corpi o tracce di sangue, né il caso di Tedford scomparso sull’autobus.
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato la presenza di un assassino seriale attivo nell’area. Ma i profili delle vittime (donne, uomini, bambini, anziani) e l’arco temporale (cinque anni) rendono poco credibile l’idea di un unico responsabile umano.
Una teoria più estrema suggerisce che l’area contenga vortici magnetici naturali o distorsioni dimensionali, simili a quelle del Triangolo delle Bermuda. Questo spiegherebbe le sparizioni improvvise e l’impossibilità di ritrovare i corpi. Alcuni fisici indipendenti hanno segnalato anomalie elettromagnetiche nella zona di Glastenbury, ma nessuna indagine ufficiale lo ha mai confermato.
Gli avvistamenti di luci notturne anomale nel periodo delle sparizioni hanno spinto molti ufologi a collegare Bennington a fenomeni di rapimento extraterrestre. Secondo questa ipotesi, l’area agirebbe come una “zona di contatto”, un punto energetico dove il velo tra dimensioni sarebbe più sottile, permettendo agli UFO di manifestarsi o prelevare soggetti.
Influenze spirituali e maledizioni antiche
Le leggende native degli Abenaki parlano di una maledizione ancestrale che grava sul monte Glastenbury: chi osa avventurarsi troppo oltre, “non torna più indietro”.
Secondo questa visione, il luogo sarebbe una sorta di porta tra mondi, o un “territorio di spiriti guardiani” che difendono la montagna da intrusioni umane.
Bennington oggi: il silenzio dei boschi
Oggi, Bennington è una cittadina pacifica e turistica, ma i suoi boschi conservano un silenzio denso e inquietante. Molti escursionisti affermano di sentire voci o passi quando camminano lungo i vecchi sentieri, e alcuni raccontano di essere stati disorientati improvvisamente, pur conoscendo la direzione.
Negli anni sono nati gruppi di ricerca indipendenti, documentari e libri che hanno tentato di dare risposte, ma il mistero rimane. Persino il National Park Service sconsiglia di avventurarsi da soli in alcune zone del monte Glastenbury.
Conclusione: un enigma sospeso nel tempo
Il mistero delle sparizioni di Bennington rappresenta uno dei casi più affascinanti e spaventosi del XX secolo. Cinque persone svanite nel nulla in un arco di cinque anni, nello stesso luogo, con modalità simili e nessuna traccia concreta. Un pattern troppo preciso per essere casuale, ma troppo assurdo per essere spiegato razionalmente.
Che cosa accade davvero nei boschi di Glastenbury? Si tratta di un antico male che risiede nella terra? Di un portale dimensionale naturale? Di un campo energetico anomalo che distorce la percezione e la realtà stessa? O, più semplicemente, di coincidenze e sfortune che l’immaginazione collettiva ha trasformato in leggenda? Forse la verità è un intreccio di tutti questi elementi?
Il Triangolo di Bennington come ogni mistero degno di questo nome, continuerà a vivere finché qualcuno cercherà di risolverlo.
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