La Tomba Aliena di Tula, Verità Archeologica o Costruzione Mitologica?
Nel cuore del Messico, tra le rovine dell’antica città tolteca di Tula, è recentemente emersa una notizia che ha rapidamente guadagnato trazione nel mondo dell’ufologia e del mistero: il presunto ritrovamento di una tomba aliena. Alcuni video diffusi sui social media mostrerebbero reperti con tratti extraterrestri, statue umanoidi con occhi a mandorla, crani allungati e incisioni che raffigurano ciò che sembrano astronavi. Il clamore ha richiamato l’attenzione globale, ma quanto c’è di vero dietro questi racconti?

Il contesto storico-archeologico: Tula, culla dei Toltechi
Tula, conosciuta anche come Tollan, si trova nello stato di Hidalgo, in Messico, ed è uno dei principali siti archeologici della civiltà tolteca, fiorita tra il X e il XII secolo. I Toltechi furono una cultura precolombiana sofisticata, che precedette gli Aztechi e influenzò profondamente la loro visione religiosa e simbolica del mondo.
L’area archeologica di Tula è celebre per:
- I suoi colossali Atlantes, statue di guerrieri alte più di 4 metri, poste in cima al Tempio T.
- Le piramidi a gradoni dedicate a Quetzalcoatl, il serpente piumato.
- Il Coatepantli, il “muro dei serpenti”, e bassorilievi che raffigurano aquile, giaguari e rituali sacrificali.
- Strutture cerimoniali come il campo da gioco della pelota e il Palazzo Bruciato.
Gli scavi ufficiali condotti dal Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH) nel sito hanno portato alla luce sepolture rituali, tra cui tombe infantili con evidenti segni di sacrificio. Le vittime, spesso bambini, erano offerte al dio Tlaloc, in rituali finalizzati a propiziare la pioggia e la fertilità.
Questi scavi sono stati documentati in pubblicazioni accademiche e mostrano una cultura complessa, con una forte simbologia cosmica ma completamente umana e coerente con le culture mesoamericane.
L’origine della leggenda: la “tomba aliena”
La leggenda della “tomba aliena” comincia a circolare in modo virale nel 2023 e 2024 attraverso video caricati su YouTube, TikTok e Reddit. Alcuni canali, tra cui “Alien Carvings”, “Star Aztlan” e pagine locali, diffondono contenuti nei quali si vedono scavi condotti in zone desertiche, presumibilmente nei pressi di Tula, ritrovamenti di sarcofagi con bassorilievi di esseri dalla testa allungata e occhi grandi, reperti fluorescenti” che brillerebbero sotto luce UV e cronache di presunte analisi scientifiche che datano i reperti a oltre 15.000 anni fa.
I promotori di queste teorie, tra cui il controverso ricercatore David Ávila Roldán, sostengono che si tratti di prove di una civiltà preistorica collegata a visitatori extraterrestri, e affermano di avere il sostegno di esperti internazionali.
Secondo fonti verificate, i presunti scavi non sono avvenuti all’interno del perimetro ufficiale del sito archeologico di Tula, ma nella comunità di La Mora, una zona periferica priva di tutela da parte dell’INAH. Questo dettaglio è fondamentale: qualsiasi scavo non condotto sotto supervisione statale in Messico è da considerarsi illegale e privo di validità archeologica.
In particolare, gli scavi mostrati nei video hanno avuto luogo in terreni privati, in alcuni casi finanziati da donazioni raccolte online, o da individui con interessi turistici e commerciali.
Analisi dei presunti reperti alieni
I reperti mostrati nei video includono:
- Statue umanoidi alte circa 30-40 cm con teste simili a quelle dei “Grigi”.
- Bassorilievi che sembrano raffigurare navicelle spaziali o portali stellari.
- Simboli simili a geroglifici astratti, interpretati come “codici stellari”.
- Resine che si illuminano sotto UV, suggerendo una “tecnologia sconosciuta”.
- Materiali moderni: diversi artigiani locali hanno riconosciuto nei video l’uso di materiali moderni come resina, colla fluorescente, stampi in silicone e tecniche artigianali da souvenir.
- Assenza di stratificazione geologica: nei video, i reperti appaiono sepolti in modo superficiale, senza stratificazioni storiche coerenti con l’archeologia scientifica.
- Nessuna pubblicazione accademica: le datazioni millenarie sono state presentate senza alcuna validazione scientifica o pubblicazione peer-reviewed.
- Fonti autoreferenziali: l’intero impianto narrativo si basa sui canali degli scopritori stessi, senza verifiche da parte di università, musei o enti terzi.
La posizione ufficiale dell’INAH
Il Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH), ente governativo messicano responsabile della tutela del patrimonio archeologico, ha smentito qualunque ritrovamento alieno nel sito di Tula. In più occasioni, ha ribadito che: gli scavi ufficiali sono documentati, supervisionati e sottoposti a rigidi protocolli, le presunte tombe aliene sono frutto di scavi non autorizzati in zone non classificate come aree archeologiche e nessun reperto ritrovato in Messico è mai stato scientificamente riconosciuto come di origine non umana.
Il lato commerciale e turistico del mistero
Dietro la narrativa della “tomba aliena” potrebbe celarsi una strategia di marketing turistico e commerciale. In particolare:
- Artigiani locali producono da anni statuette e souvenir con fattezze “aliene” ispirate sia all’estetica tolteca che ai “Grigi”.
- I mercati turistici vendono questi oggetti come “arte rituale precolombiana” reinterpretata.
- Alcune agenzie promuovono tour pseudoarcheologici in luoghi come La Mora, spacciando per “scavi segreti” semplici fossati scavati senza criterio scientifico.
In altri casi, i reperti mostrati in video risultano replicati in più versioni identiche, suggerendo la produzione in serie.
Il fascino persistente dell’ipotesi aliena
Perché la narrazione aliena ha tanto successo? Le ragioni sono molteplici:
- Vuoto culturale: molte persone non conoscono in profondità la storia mesoamericana e sono quindi più facilmente affascinate da alternative fantasiose.
- Mancanza di fiducia nelle istituzioni: alcuni ritengono che l’INAH e le istituzioni ufficiali nascondano la verità.
- Estetica aliena preesistente: in numerose culture precolombiane si trovano teste allungate, occhi stilizzati, simboli astratti che possono evocare fattezze “aliene”.
- Narrativa mediatica: la commistione tra fiction, cinema e divulgazione ha creato un immaginario collettivo fertile per leggende di questo tipo.
Il parere della comunità accademica e ufologica
Mentre la comunità accademica si è espressa in modo netto contro la veridicità di tali ritrovamenti, anche all’interno della comunità ufologica internazionale vi è grande scetticismo. In particolare:
- Utenti su Reddit, come nel thread di /r/AncientAliens, evidenziano che le uniche fonti sono gli stessi promotori della scoperta.
- Gli oggetti non appaiono inseriti in nessuna collezione museale, né sono stati mai visionati da laboratori indipendenti.
- Alcuni esperti indipendenti di scultura e archeologia visiva hanno confermato trattarsi di opere moderne, probabilmente recenti.
Conclusione: tra mito, frode e desiderio di meraviglia
La vicenda della presunta “tomba aliena” a Tula si colloca perfettamente nel solco delle narrazioni pseudoarcheologiche contemporanee: vi è un luogo reale e suggestivo (Tula), una cultura affascinante e misteriosa (i Toltechi), e un insieme di elementi moderni (internet, mercati turistici, leggende ufologiche) che creano un racconto potente, ma del tutto infondato.
Il desiderio di scoprire prove di civiltà extraterrestri è umano e comprensibile. Ma è proprio per questo che è importante mantenere uno spirito critico e uno sguardo attento alla realtà dei fatti. La vera meraviglia non risiede nella fabbricazione di miti moderni, ma nella capacità delle antiche civiltà – come quella dei Toltechi – di costruire visioni del mondo straordinarie, simboliche e profondamente umane.
Senza bisogno di alieni, Tula rimane uno dei più grandi enigmi del Mesoamerica. E forse, è proprio in questo che risiede il suo fascino più autentico.
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