La lumaca “aliena” dallo scheletro di ferro
La particolare lumaca di ferro (Crysomallon squamiferum) originaria delle acque dell’Oceano Indiano, ha una caratteristista che la rende totalmente differente dai suoi simili, infatti questa creatura indossa una solidissima corazza di solfuro di ferro che mantiene alla larga i suoi predatori.
Crysomallon squamiferum
Il particolare gasteropode è nativo delle acque dell’Oceano Indiano e vive in un ambiente molto singolare, infatti sta in prossimità delle acque idrotermali, dove la stessa acqua del mare viene riscaldata continuamente dal magma.
A differenza di tutte le altre lumache, questa ha un guscio molto particolare, infatti è ricoperto da uno strato di solfuro di ferro.
Nota: Il solfuro ferroso è il sale di ferro (II) dell’acido solfidrico. A temperatura ambiente si presenta come un solido grigio-nero, quasi inodore.
La parte inferiore invece è ricoperta totalmente da numerosi appendici o anse simili a piccoli piedi.
Tutto ciò rispecchia una complessa strategia d’adattamento che rende la lumaca particolarmente resistente, soprattutto dagli attacchi esterni.
Il guscio totalmente corazzato e le appendici lungo il corpo infatti riescono ad assorbire molto bene i colpi causati dai predatori come ad esempio i granchi.
Nota: I solfuri rilasciati dalle anse sono tossici
Da dove deriva l’armtura di ferro?
Come spiega Shana Goffredi del Occidental College potrebbero esserci diverse spiegazioni.
La prima spiegazione riguarda particolari batteri che favoriscono questa unica struttura, in teoria i solfuri rilasciati dalle anse vengono mineralizzati proprio dall’azione di questi batteri.
Nella seconda spiegazione, invece, si ipotizza che siano gli stessi gasteropodi a produrre tali sostanze ferrose.
Pare anche che la lumaca stessa sopravviva proprio grazie a questi batteri incorporati nella sua struttura, infatti grazie ad un processo di chemiosintesi, tali microorganismi trasformano le sostanze disciolte in acqua in una sorta di zucchero, che la lumaca sfrutta per rimanere in vita, nonostante sia dotata anche di un apparato gastrico (primitivo).
La chemiosintesi batterica è un processo che, a differenza della fotosintesi clorofilliana che utilizza l’energia solare, sfrutta l’energia liberata da alcune reazioni inorganiche per produrre sostanze organiche: trasforma, quindi, alcune sostanze inorganiche a più bassa energia (entalpia) in alcune con più alta energia. Questo processo emette energia che la cellula usa per trasformare delle sostanze inorganiche a bassa energia – ad esempio acqua (H2O) e anidride carbonica (CO2) – in sostanze organiche a più alta energia come ad esempio il glucosio (C6H12O6).
fonte chemiosintesi: Wikipedia
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